Scomparsi i 4 miliardi di eredità? La banca tace, il Comune indaga

Scomparsi i 4 miliardi di eredità? La banca tate, il Comune indaga Sempre più intricata la vicenda del testamento del figlio di De Amicis Scomparsi i 4 miliardi di eredità? La banca tate, il Comune indaga La cassetta di sicurezza a Lugano non è ancora stata aperta, ma è quasi certo che non contenga nulla E' una storia senza cuore i E' una storia senza cuore questa dell'eredità perduta di casa De Amicis. Miliardi spariti sui quali 11 segreto bancario svizzero è tombale. Intanto è prevedibile che la magistratura venga interessata del caso, anzi del giallo, da due esposti, uno già pronto dell'amministrazione civica, 1' altro della presunta (ma non tanto) erede di almeno metà del patrimonio svanito. Un patrimonio che al '67 ammontava a 5 milioni di franchi svizzeri, quasi quattro miliardi al cambio odierno. Per capire come stanno i fatti occorre ricostruire l'asse ereditarlo che parte dal celebre Edmondo e termina con una biforcazione: da un lato II Comune di Torino, dall'ai-1 11 Comune di Torino, dall'ai tro una donna che abita a Candido, Adelina Sasso, donna semplice, testarda, sicuramente tormentata dal vortice di miliardi che avrebbe potuto avere e che non vedrà mai. Dopo Edmondo viene Ugo De Amicis, secondogenito, avvocato, attento amministratore di un patrimonio ingente, alimentato fino agli Anni Sessanta dai diritti ci autore paterni che impegna in immobili a Torino e in titoli azionari (in dollari e franchi svizzeri) su due conti giacenti al Banco di Roma di Lugano, intestati a sé e alla moglie Vittoria Bonlfetti. L' intento di Ugo De Amicis è di lasciare tutto al Comune di I lasciare tutto al Comune di Torino perché lo distribuisca nel tempo in borse di studio per ragazzi disagiati. Alla morte di Vittoria Bonlfetti l'amministrazione civica incamera 1 beni «torinesi» ignorando il tesoro depositato in Svizzera. La scoperta del miliardi luganesl non è quindi dell'altro giorno, e sarebbe opportuno chiarire perché in Comune la cosa non è stata affrontata con attenzione: quattro miliardi sono tanti e le distrazioni sono ancor più gravi quando si ha il sospetto che il patrimonio sia sparito. C'è anche di mezzo una cassetta di sicurezza (n.I15 A), sempre al Banco di Roma luganese. di cui s'è perduta la chiave: di cui s'è perduta la chiave: per aprirla la banca informava il Comune, fin dal 4 febbraio 1981 (un anno prima della comparsa in scena di Adelina Sasso), quale procedura seguire («é necessario' che un vostro legale rappresentante, debitamente facoltUieato, ci renda l'islta, munito delle relative chiavi. Qualora queste non fossero a vostre mani si dovrà procedere all'apertura forzata, alla presema continua del vostro rappresentante, previo versamento della somma di franchi 500-). Torniamo all'asse ereditarlo, cioè alla Sasso che dopo aver bussato invano a varie porte trova conforto legale presso l'avv. Vincenza Guzzo Loperfldo alla quale consegna un testamento olografo. Dal documento emerge quanto segue: la Sasso risulta erede dei beni di Olivero Rosa deceduta a 80 anni il 5 novembre '74, la quale ha ereditato ogni avere dal marito Giulio Bonlfetti (morto il 12 dicembre '69) fratello di Vittoria, moglie di Ugo De Amicis. Tra i beni vi sono i conti svizzeri e la cassetta senza chiave che Vittoria, dopo la morte del marito Ugo, ha cointestato al fratello Giulio. Ma 1 miliardi sono spariti. Il Banco di Roma infatti informa che Giulio Bonlfetti «non ha più avuto rapporti con noi dal 12 dicembre '69-, ossia dal giorno della sua morte. E prima? Mistero, anzi segreto i bancario. Si sa che pei bancario. 81 sa che per un certo periodo la delega di gestire 11 patrimonio familiare i coniugi De Amicis l'avevano affidata a Sergio Penna, poi presidente del quartiere Crocetta e condannato per lo scandalo dei petroli. Pare che in Comune un po' tutti abbiano trascurato, in questi anni, la storia dell'eredità. Tant'è che il sindaco, lunedi scorso, quando si è recato a Ginevra con l'intenzione di fare anche un salto a Lugano per l'apertura della fa-: mosa cassetta (ci sarà dentro qualcosa?) veniva avvertito che mancavano i presupposti, per 11 sopralluogo. Significa che soltanto due giorni fa gli hanno ricordato la prassi indicata nella lettera del Banco di Roma protocollata in municipio nel febbraio '81?. Pier Paolo Benedetto

Luoghi citati: Comune Di Torino, Ginevra, Lugano, Svizzera, Torino