Damiani fa l'elogio del talento Albertazzi è il genio in scena

Damiani fa l'elogio del talento Albertazzi è il genio in scena Il debutto a Siena con Luigi Pistilli e Rada Rassimov Damiani fa l'elogio del talento Albertazzi è il genio in scena ROMA — La prossima settimana debutta a Siena la più attesa novità italiana della stagione di prosa: si intitola Il genio ed è tratta da un copione cinematografico di Damiano Damiani che lo stesso regista de «La piovra» ha adattato per il palcoscenico insieme con Raffaele La Capria. La commedia è incentrata su due uomini di spettacolo e sul rapporto talento e non talento: ne sono interpreti Giorgio Albertazzi, che è anche il regista, e Luigi Pistilli. Nel cast c'è inoltre Rada Rassimov, che sebbene sia la donna del «pento» Albertazzi si divide con il «non genio» Pistilli. All'appuntamento di Siena non ci sarà però Damiani, che si trova a New York per girare le sequenze iniziali e conclusive di «Pizza Connection», un film del filone mafioso, con Michele Placido nella parte di un killer. «A Siena sono assente giustificato — ci ha confidato Damiani prima di partire per gli Stati Uniti — ma forse diserterò anche la prima milanese perché, come tutti 1 neofiti, temo l'emozione. Preferisco non pensarci: quella di autore teatrale è un'esperienza che mi emoziona tanto. E' la prima volta che un mio testo va in mano ad un altro regista». Atei Giorni scorsi Damiani, alla sera, prima di rientrare a casa da Cinecittà, dove era impegnato con «Pizza Connection» passava in teatro per assistere alle prove: «Ero curioso vedere come procedevano. E' emozionante seguire la messa in scena di un lavoro che hai scritto: ci sono del momenti in cui ti senti entusiasta perché ti hanno capito. mentre in altri momenti vorresti intervenire, ma non lo fai per 11 rispetto del ruoli. Non posso, del resto, dimenticare come si comportò Pietro Germi quando fu attore ne /( rossetto ed io debuttavo nella regia: stava zitto e rispettava gli ordini come l'ultimo dei generici, e dire che era appena reduce dal successo di Un maledetto imbroglio. Una lezione di civiltà, che non dimentico». Nonostante l'emozione del debutto, come autore, quello del Oenlo non è, però, per Damiani il primo coinvolgimen¬ to teatrale. «Nel dopoguerra — ricorda — facevo parte del club del Teatro Diogene da cui nacque 11 Piccolo Teatro di Milano: ho disegnato io la locandina che per molti anni venne usata per gli spettacoli di Strehler. Successivamente firmai delle scenografie teatrali e adesso non escludo di poter fare, In futuro, la regia di qualche testo moderno». Nei cassetti di Damiani non c'è, per ora, un altro copione teatrale. Il regista di «Pizza Connection» ritiene II genio •la cosa migliore e la più Insolita» che ha scritto, e nello stesso tempo non nasconde una certa amarezza per non essere riuscito finora a portare sul grande schermo .l'evolversi del rapporto tra potere e creatività». La trasposizione teatrale non ha comportato grandi difficoltà poiché, come già si ipotizzava per la versione cinematografica, l'azione anche in palcoscenico si svolge prevalentemente in un unico ambiente e si esaurisce nell'arco di quarantotto ore. •Sostanzialmente all'origine della storia — chiarisce Damiani — c'è lo scontro tra un regista di successo e un amico di vecchia data, anche lui regista, che non riesce ad esprimersi ed è rimasto "al palo" della creatività, n racconto ha un andamento a suspense. Ci sono delle conclusioni che lo spettatore trarrti soltanto alla fine, il pento; d'altra parte, e la storia del rapporto che oggi corre tra l'uomo di talento e la gente comune. Quest'ultima si ritiene estranea alla sua vita, ma in realta 11 "genio" non fa altro che guardarla, studiarla e riprodurla». L'obiettivo di Damiani é quello di fare capire che l'uomo di talento è più importante di chi lo finanzia: sono tramontati t tempi in cui l'artista era «schiaro» del mecenate. «Oli spettatori — osserva l'autore milanese — non hanno la coscienza del potere che, nell'epoca del mass media, può avere un grande talento. Se oggi 11 messaggio va in mano a registi importanti come Bergman o Bufluel, l'effetto è senz'altro notevole, il "genio" può, dunque, esseire un protagonista determinante dell'epoca in cui vive». Ernesto Baldo

Luoghi citati: Milano, New York, Roma, Siena, Stati Uniti