«Canto le donne dell'America Latina» di Angela Bianchini

«Canto le donne dell'America Latina» INCONTRO CON ISABEL ALLENDE: UN LIBRO D'AMORE E VIOLENZA «Canto le donne dell'America Latina» ROMA — Isabel Allende, giovane, minuta, con 1 lunghi orecchini, la gonna larga, lo scialle a fiori, possiede una grazia andalusa. Nel viso intelligente, dagli zigomi alti, le brillano, però, occhi fondi che ricordiamo di aver visto in personaggi famosi del suo Paese, il Cile. Ma è poi cilena, questa scrittrice, nata a Lima, vissuta a Santiago (dove ha lavorato in vari rami del giornalismo) fino al golpe del 1973, e radicata ora In Venezuela, «seconda patria-I , -In America Latina, dice la Allende, ogni Paese è diverso, ma il destino è comune. Io non dico: sono cilena. Dico: sono latino americana-. Isabel Allende, del resto, sembra riconoscersi in una realtà anche più vasta: quella femminile. Il suo primo libro, La casa degli spiriti, bestseller In Spagna, dov'è stato pubblicato nel 1982, in tutta Europa, In America Latina («Si, anche in Cile, dove dapprima era proibito, ora, eliminata la censura dei libri, è molto letto-), presentato in Italia, dalla Feltrinelli, come l'opera di un Garda Màrquez donna, non ha ottenuto ancora un grande successo. In realtà, diciamolo pure, con Cent'anni di solitudine, ha ben poco che fare. Altrove è il suo incanto e ben diversa la sua ascendenza. La vicenda de La casa degli spiriti, localizzata in un Paese che Isabel Allende non vuole precisare come il Cile, è centrata sull'amore e sul matrimonio di Esteban Trueba, un uomo di umili origini, e di Clara, figlia eccezionale e per di più chiaroveggente e dotata di virtù profetiche, di una ottima famiglia liberale. Nelcorso di più di mezzo secolo, attraverso la trasformazione di Trueba in latifondista e senatore conservatore, si palesano le conseguenze di un' antica violenza, perpetrata da Trueba stesso su una povera contadina. Al momento del golpe (quando appaiono, appena in controluce, un Presidente assassinato e un Poeta ben noto), Alba, la nipote del vecchio Esteban, fidanzata con un militante di sinistra, subirà, per mano di un capitano golpista, che è poi il nipote della contadina, torture e sevizie. Dalla prigione, dov'è stata sostenuta dal coraggio delle altre donne. Alba, incinta (ma di chi? Del fidanzato o del seviziatore?) esce per riunirsi al vecchio nonno, prossimo a morire. Sorprendente è la dedica del libro: alla nonna, alla madre e alle altre straordinarie donne della famiglia dell'Attende. «Si, dice Isabel, per me le donne della mia famiglia e della mia vita sono state molto importanti. Sono nata e cresciuta tra donne, nella casa di mio nonno, dov'era tornata a vivere mia madre separata. C'erano gli zii, ma stavano quasi sempre fuori. In compenso, dalle zie, dalle domestiche, tutte eccezionali, ho imparato ad amare le donne e a provare, per le donne, un sentimento di solidarietà. E Clara, poi, era mia nonna. Li, non ho dovuto inventare niente, è tutto esatto. Si, aveva davvero doti extrasensoriali, poteri parapsicologici. Soprattutto, era una donna molto buona e molto libera nell'intimo, anche se la società dove viveva non era libera. Vede, anche dopo morta, in casa si parlava sempre di mia nonna, e per questo ho chiamato il libro La casa degli- spiriti. In realtà, nella casa, non abitava il suo fantasma, com'è detto nel romanzo, ma il suo ricordo-. -E Alba?, le chiediamo. Dico, Isabel, è lei. Alba?: -Soltanto nella prima parte, poi, quando conosce l'amore, Alba è fatta di tante altre donne-. Isabel Allende si rabbuia: «In tutta la parti della tortura, Alba è costruita sulle testimonianze dirette e registrate che ho ascoltato per tanto tempo. Per questo, tutto corrisponde esattamente alla realtà-. Ma la famiglia della Allende ha rappresentato anche la sua via alla scrittura: «Per tonfi anni, desiderai scrivere, ma non osavo. Poi, dopo VII settembre 1973, quando me ne andai dal mio Paese e persi tutto: il mio passato, la mia famiglia, la mia casa, per lungo tempo fui come un albero senza radici. Vn giorno, seppi che mio nonno, che era rimasto in Cile, e aveva quasi cent' anni, aveva deciso di non mangiare più e di lasciarsi morire. Allora, poiché non potevo tornare in Cile, gli scrissi una lunga lettera, per raccontargli te cose che mi aveva raccontate lui Il cerchio della creazione di Isabel Allende, nato dalla realtà, dalla tradizione orale, rafforzato e confermato dalle testimonianze storiche, si chiude nuovamente sulle storie e sul patrimonio comuni. L'opera di Isabel Allende appartiene dunque alla letteratura popolare, e più precisamente al folletfn, che, sul.' esemplo del grandi feullletonlstl francesi, ma anche spagnoli (folletines erano molti romanzi del grande Galdós), ha trovato in America Latina, per varie ragioni storiche e letterarie un terreno eccezionalmente favorevole: da Amado a Vargas Llosa a Manuel Puig, son tutte variazioni sulla grande tastiera della letteratura popolare. «7 "folletines"? ride Isabel Allende. Ma li leggevo fin dall'infanzia, quando, a prima mattina, i distributori passavano sotto la porta di casa la HoJHa, il foglio del romanzo quotidiano». Ma torniamo alla protago-' nlsta de La casa degli spiriti, Alba, mentre ripensa al destino di stupri che ha coinvolto anche lei, essa dice: •£' come una catena», e sembra rassegnarsi. «No, no, tutt'altro. Alba dice anche: "Il mio dovere è vivere", cioè vivere per la patria, per gli uomini e le donne, per rompere la catena dell' odio. E questo è un programma e una speranza. Per Alba, per me e per molte donne dell' America Latina. Le donne che hanno sofferto di più, in America Latina, sono quelle che chiedono meno odio e vogliono un mondo migliore. E nel figlio di Alba c'è il simbolo della violenza ina anche di questo nuovo amore e nuova comprensione-. Angela Bianchini Isabel Allende, nipote del presidente cileno ucciso nel 1973