i cinghiali fanno danni Serve piano di difesa

i cinghiali fanno danni Serve piano di difesa La Provincia paga per risarcimenti 60-70 milioni i cinghiali fanno danni Serve piano di difesa Nelle vallate torinesi ci sarebbero 600-700 esemplari che scorrazzano nei boschi - Il 1° novembre s'è aperta la caccia A Susa hanno provocato un incidente che ha coinvolto più auto; a Giaveno un grosso esemplare ha assediato una famiglia; in Val Chisone le lamentele degli agricoltori sono all'ordine del giorno; ad Avlgliana scendono dalle montagne per rotolarsi nella palude dei Mareschi; in bassa Val di Lanzo un cacciatore è rimasto mezza giornata su un albero, minacciato da un bestione ferito. Amati dai protezionisti, inseguiti dai cacciatori e vituperati dagli agricoltori, i cinghiali sono sempre più numerosi. Si è anche scoperto che ignoti hanno immesso nei boschi capi d'allevamento, che ora attraggono le doppiette. Finora non sono mai stati contati, ma si presume che nella provincia di Torino siano più di 600-700. Un vorace e mobilissimo esercito di ungulati, con esemplari che raggiungono i 150 chili. Da quando si è aperta la caccia in montagna finora ne sono stati uccisi 70-80 esemplari, per lo più nelle valli Chisone, Pellice, Germanasca e Susa. Ma questi animali sono molto prolifici: le femmine possono anche figliare due volte all'anno, con cucciolate di 5-6 esemplari. Dal 1° novembre è stata aperta la caccia ai cinghiali anche in pianura; le doppiette potranno sparare fino al 31 gennaio (in montagna la stagione verrà chiusa il 12 dicembre). I branchi di ungulati sono sempre più voraci e mobili; nascosti di giorno nel fitto del sottobosco, di notte corrono anche per 30-40 chilometri, scorazzano per prati e campi, invadono orti e colture, rivoltano il terreno con il muso, mangiano con voracità patate e radici. Ora stanno arrivando anche nella Serra d'Ivrea. «Quest'anno per pagare i danni dovremo sborsare 60-70 milioni — afferma l'assessore provinciale alla caccia Fenogllo —; tra l'altro abbiamo appreso che ci sono state delle immissioni di esemplari ibridi nel Pinerolese e in vai di Susa, probabilmente da allevatori più o meno claìidestlni». I cinghiali sarebbe»'© stati liberati in'Val Chisone e anche verso Trana; erano femmine gravide, incrociate con maiali da improvvisati allevatori. Forse è stato un tentativo di forzare la mano alle autorità, per allungare il periodo della caccia. Come è possibile affrontare il problema? Sarebbe necessario un censimento dei branchi. Dopo di che si prepara un plano di tiro adeguato alla popolazione esistente. Ma 6 estremamente difficile individuare questi selvatici; sono sempre in movimento.

Persone citate: Mareschi

Luoghi citati: Ivrea, Pinerolese, Susa, Torino, Trana