Inventario delle parole

Inventario delle parole LA LINGUA CHE PARLIAMO Inventario delle parole Nei confronti dei dialetti in Italia si riscontrano due atteggiamenti opposti, uno di fastidio e di intolleranza, l'altro di esaltazione e di intransigente difesa. Lo Stato unitarlo volle diffondere l'italiano di tipo toscano seguendo la lezione manzoniana, esagerandone perfino i termini, per avere una lingua unitaria in un Paese frammentato da troppe diversità culturali. Oggi molti, e in particolare in regioni periferiche o dove vivono minoranze linguistiche, guardano al prevalere del toscano come ad un sopruso che ha attenuato la loro, come si dice, identità culturale. Durante 11 fascismo vi furono forti attacchi all'uso del dialetto coni* 6e il capo non pronunziasse, per esempio, faslsmo e non fascismo per le sue incancellabili origini romagnole. Furono emessi fogli d'ordine per abolire l'uso dei dialetti ma tale insensatezza, pari a quella di perseguitare d'ufficio le parole straniere, poco potè incidere sul reale uso parlato anche se, ovviamente, la scuola e le incipienti comunicazioni di massa portarono ad un sempre maggior uso di tipi d'italiano regionali che si allontanavano dal fiorentino, sia pur sempre sulla base di una lingua letteraria che persisteva da secoli nel territòrio nazionale presso le persone istruite. Ma,' detto questo, se vogliamo fare un inventario del nostro patrimonio lessicale comprendente senza discriminazioni tutte le parole sia letterarie che dialettali fino¬ ra note da vocabolari (quelli dialettali sono più di mille), atlanti linguistici, opere monografiche, noi italiani, con Autte le nostre discussioni, ■pn slamo riusciti se non a mettere in piedi delle serie di studi sparsi ma non queir opera complessiva che invece lo svizzero Max Pfister, con 1' aiuto di una grande serie di collaboratori, ha impiantato in Germania dando vita a quel Lessico etimologico italiano di cui in questi giorni è uscito il primo fascicolo del secondo volume. Secondo un uso che risale molto indietro nel tempo, i vocaboli in quest'opera, che già annunciammo su queste colonne, e che non esitiamo a definire ciclopica, sono riuniti come i pulcini intorno alla chioccia, sotto le parole dalle quali derivano, per lo più latine ma anche prelatine, arabe, germaniche ecc. Abbiamo detto che l'opera è ciclopica e non a caso. Il primo volume, in otto fascicoli, già tutto uscito, comprende 1519 colonne di grande formato (ogni pagina è di due colonne) e va soltanto dall'i! alla voce Alburno (nome di un pesce, latino alburnus). Col fascicoli 9 che va da albo «bianco» Catino albus) ad alnetano «ontano» (da un derivato del latino alnus) di 192 colonne, incomincia questo secondo volume. L'editore è Relchert di Wiesbaden e mentre n.i frontespizio del primi volumi si leggeva che 1' opera era pubblicata col sostegno del corrispondente tedesco del Consiglio Nazionale delle Ricerche, 11 secondo volume è finanziato non solo dal ministero federale tedesco per la Ricerca e la tecnologia di Bonn ma (si badi, e la casa può apparire fantastica) dal ministero per 11 Culto, 1' educazione e lo sport del Land della Saar. C'è da rimanere stupefatti: un ministero che si occupa anche di sport finanzia un vocabolario di lingua e dialetti e per di più italiani. Se la cosa sia pensabile In Italia lasciamo decidere ai lettori. E' un fatto che ancora una volta un'opera linguistica complessiva di grandissima mole viene -'dall'estero, cosi come la più autorevole Grammatica storica, quella di Gerhard Rohlfs, vigoroso novantaduenne, tradotta ed edita anni fa a cura di Einaudi. Certo, ci sarebbe da augurarsi di poter campare almeno tanto da poter vedere 1 opera compiuta: però l'averla messa in cantiere in modo cosi coraggioso ed autorevole ed in una veste tipografica elegantissima fa piacere an che perché testimonia un grande attaccamento all'Ita Ha ed alla sua cultura. Bui piano, strettamente scientifico, certe critiche ff nora rivolte ai fascicoli del primo volume sembrano do versi attenuare. Certo possiamo dire che finalmente l'Italia avrà un vocabolario del suo patrimonio dialettale e linguistico che potrà stare vi cino al grandi modelli stranieri, e si pensa soprattutto al Vocabolario etimologico francese di un altro grande svizzero scomparso, Walther von Wartburg. Tristano Boleti.

Persone citate: Durante, Einaudi, Gerhard Rohlfs, Land, Max Pfister, Tristano

Luoghi citati: Bonn, Germania, Italia, Wiesbaden