E' la dodicesima notte, viva la tristezza

E9 la dodicesima notte, viva la tristezza Ha grande successo a Londra la celebre commedia di Shakespeare in chiave malinconica E9 la dodicesima notte, viva la tristezza Lo spettacolo della Royal Shakespeare Company ha cancellato la comicità di alcuni personali - Molla cura dei particolari LONDRA — Si rischia di diventare conservatori quando si va a vedere un testo di William Shakespeare messo in scena dalla Royal Shakespeare Company, in uno dei suoi allestimenti più felici. Nel senso che è difficile trovare in spettacoli contemporanei quel brio, quel senso dell' osservazione, la purezza del linguaggio e il senso del divertimento che Shakespeare sfoggia con tanta facilità. In questo caso Twelfth Night, la dodicesima notte, viene da Stratford-on-Avon dove la Royal Shakespeare Company (la Rsc) ha, come si sa, la sua sede principale — dopotutto è a Stratford-on-Avon che nacque il grande genio. E dalla -provincia- gli allestimenti, ormai levlgatissimi, arrivano al Barbican. nuova sede londinese della Rsc. A volte ci si domanda perché questa brillante compagnia non riprenda i suoi vecchi allestimenti alcuni dei quali tanto ben riusciti — della Dodicesima notte, per esemplo, ce ne sono a bizzeffe (in uno degli -ultimi- John Gielgud era sublime nella parte di Malvolio) e, per dire il vero, non sempre i nuovi allestimenti fanno onore alla Rsc — co??te il controverso' Sogno di una notte di mezza estate all'eduardiana con tante bambole e fantocci. Ma questa Twelfth Night è • diversa- pur rimanendo fe¬ delissima al testo. Intanto e più dramma che commedia, con un velo di infinita tristezza nei suoi personaggi comici come Malvolio (il bruito Emrys James). .S'ir Tony Belch (Stephen Moore) e .S'ir Andreiv Aguecheck (Daniel Massey), spacconi un po' patetici. Anche i>isiialmente i personaggi sono colorati da un velo di tristezza con costumi e colori chiaramente ispirati a Fragonard, un pittore finto-allegro. Il palcoscenico 6 abbraccia¬ to da uno spettacolare albero fra i cui rami fanno cupolino i tre buffoni e sotto le cui fronde Viola nelle vesti di Cesario (Zoe Wauamakrcrl .sospira accovacciata ui piedi di Orsino (Milcs Anderson). Quando, dalla cor/e di Orsino si passa a quella della distante e fredda Olivia (Jounne l'earec), un paio di accorgimenti sottolineano il cambiamento di scena (un cancello in meno e una cappelletto in più). Altrimenti il colore del palcoscenico é'datb-xl&'bc-' gli effetti di nuvole in fuga, di tramonti e. albe che sottolineano cambiamenti di umore ma anche nottate passate in più o meno umorosi intrighi. Molto curata è anche la purte musicale: un violino in scenu accompugnu le prime battute e molte sono le cantoni ben vantate del Buffone. Feste (Richard OVulluahun. aneli'egli una caratterizzazione molto più triste e seria che non nelle versioni alle quali siamo abituati). I.u musica di liana Sekacz a volte si espri- me solamente in -rumori-: qualche uccellino sveglia I' alba. O un gruppo di corvi invisibili colorano unu scena. Il vento tuona, o t. uno zefiro che scuote le fronde. Questi suoni sono di grande effetto, ben accompagnati dalle luci (di David Itcrscy). In un testo nel quale fioccano i duelli, e buffi per di più. C'è di solito da non essere allegri su come, i vurl attori — Viola e il suo fratello gemello Scbastian e Sir Andrew e Sir Tony Belch — dònno di spada. Ma in questo dettaglio importante le ìvrsione che raccoglie tanti consensi (e tunta pubblico: è necessario prenotare con qualche settimana «" anticipo) questi giovani attori si reveluno ottimi spadaccini o almeno fanno finta di esserlo in modo convincente, La regìa di questa commedia e di John Caird (il regista della scric televisiva lirldeshead rcvlslted e direttore stabile dellu compagnia shukesplrtanu). In repertorio a Londra troviamo vuri classici shakespirlani come Misura per misura. Giulio Cesare. La commedia degli errori ed Enrico VIII (che molti dicono non essere di William Shakespeare). Sempre la slessa compugnla. a Stratford-on-Avon, invece, da Enrico V, Il mercante di Venezia, Riccardo III, Amleto. Pene d'amor perdute. Gaia Scrvadio

Luoghi citati: Londra, Stratford, Venezia