A Napoli «Le recite sono sospese»

A Napoli «Le recite sono sospese» UN UOMO E LA SUA CITTA': IL RICORDO DI UN IMPEGNO ARTISTICO E CIVILE A Napoli «Le recite sono sospese» NAPOLI — Al Teatro Diana, su al Vomero hanno appeso il cartello a lutto. E' scritto a mano: «Le recite sono sospese per la morte di Eduardo». Ma al botteghino c'è coda, c'è la gente di Napoli che vuol sapere, che si commuove, che piange. «Ha sofferto?-. 'E Luca, è andato a Roma, Luca?'. Piange la Napoli che non ha mai conosciuto Eduardo, ma in Eduardo si è sempre identificata, e con orgoglio. E piange la Napoli che con Eduardo ha lavorato, che l'ha conosciuto e sempre amato. Spiega Roberto De Simone, direttore artistico del Teatro San Carlo: «Forse un non napoletano non può capire... La notizia della sua morte l'ho axmta in aereo, mentre tornavo da Marsiglia. Qui ho trovato gente che piangeva: la morte di Eduardo, in noi, ha un impatto viscerale'. Paolo Ricci, critico d'arte, dal 1932 amicissimo di Eduardo, ha saputo dal giornale radio: «Proprio mentre stavo per telefonargli, volevo sapere se si era avverato "o miracolo". Martedì mi è arrivata una sua cartolina da Salsomaggiore, con scritto "vedimmo si a Salsomaggiore sta 'o miracolo"'. Nino Taranto rimpiange V amico: •// mio più grande rimpianto è quello di non aver potuto mai recitare stabilmente al suo fianco. Una sola volta ho avuto questo piacere: fu per quattro o cinque giorni al Teatro Eliseo di Roma, dove mettemmo in scena un atto unico scritto da tutti e due'. «Con lui, aggiunge lo scrittore Michele Prisco, non muoiono soltanto un attore e un autore: muore il teatro, con la Tmaiuscola'. Eduardo e il suo impegno civile, per Napoli- 'L'ha dimostrato, testimonia Maurizio Valenzl, ex sindaco pei, nel raccontare la Napoli del do-, poguerra, in Napoli milionaria. L'ha dimostrato con le sue prese di posizione, coraggiose: come nel '60, l'anno di Tambroni, quando fu uno dei primi a presentarsi in piazza Cavour: e prese la parola in quel momento assai difficile. In questi ultimi anni aveva lasciato Napoli, in polemica, abbiamo cercato di ricongiungerlo alla città, ma...». Eduardo e gli scugnizzi del carcere minorile Filangerl. Anche qui, la notizia è arrivata dalla radio. «/ ragazzi; dice Raimondo Ciasullo, vicedirettore, ci hanno chiesto di poter partecipare ai funerali, con una delegazione. Manderanno una corona. Eduardo è stato qui due volte, l'ultima in primavera. "Ho una grossa sorpresa per voi...". Ma non ha voluto spiegare cosa». Eduardo e gli attori napoletani. «E' morto un uomo che non morirà mai, che resterà vivo nei secoli perché è morto l'autore più importante del nostro secolo», telefona da Milano Carlo Giuffrè. E Aldo, il fratello: «Eduardo non morirà mai, vivrà come tutti i grandi della scena. Eduardo era già nella storia». Giacomo Rondinella, che è in Canada: •L'importante è ricordare ciò che ci ha- dato, ricordarlo sempre. Recitare con lui è staio un onore, tutti ìianno imparato qualcosa». Eduardo che ha lasciato Napoli e si è stabilito a Roma. Adesso, con la morte, il funerale a Roma, la sepoltura al cimitero del Verano, accanto ai fratelli Titina e Peppino. «Non mi sorprende. commenta lo scrittore Domenico Rea, come tanti altri napoletani che hanno vissuto del pane di Napoli sì sono ben guardati dallo starci dentro. Fu proprio De Filippo, poi, a dire ai napoletani "fujtevenne", andatevene. Se n'è fuggito anche luì, ha dato l'esemplo Napoli senza Eduardo. Come sarà? Qui risponde lui, Eduardo, con una delle sue ultime interviste. «Ji ricordo di interpreti come Viviani, Scarpetta, Altieri, Tina Pica e Titina è ancora troppo forte, schiaccia tutto. Certo, Massimo Troisi quello sì che è bravo. Ma state attenti, anche lui è stato costretto ad andarsene...: Eduardo, adesso, se ne va davvero. «Io vulesse truvà pace, ma na pace sema morte'. Fino all'ultimo non voleva morire. Giovanni Cerniti