Braxton d'annata e un omaggio a Thelonious Monk

Braxton d'annata Braxton d'annata e un omaggio a Thelonious Monk >■ ? Todd Rundgrcn. La divina Carla, alla testa della sua orchestra, esige lodi incondizionate per una bellissima versione di Misterioso di sapore toagnerlano, mentre il saxofonlsta Sleve Lacy, come fa ormai jlUasi 4Jbifu«ne, infligge , vCsitótlfajniJftfori abbon- j danti docce scossesi alternando sequenze d'indubbio pregia a moni informali decisaménte datati. Un altro album da gran premio viene dalla «George Wein Colico tion» che propone là straordinaria Dirty Dòzèh Bràss Band, < | 51 A 'V. Gli allegri sono velocissimi, gli adagi si dilatano in una contabilità patetica. La Mutter suona con grazia so- ' vrana, la voce'del suo violl,n.Q è ài una trasparenza e di un nitore pprfcttii.Karajan le. distènde .intorno ilsontuoso velluto della sua orchestra. „. Certo, stilisticamente, i puristi potranno preferire interpretazioni più sobrie: ma eseguita cosi la musica di Vivaldi presenta particolari curiosi e regge paragoni impensabili: i tremoli violinistici, l'irruzione improvvi- ( sa del fortissimo;Al bisbiglio misterioso di certi passaggi ette precedono lo. scoppio del tuono, l'andamento elastico, quasi rapsodico del violino solista e Usuo canto languido e sognante, le corse sfrenate degli allegri acquistano effetti già pienamente romantici. ,, pgal. . Vivaldi: '«.Le Quattro Stagioni», Anne Sophie Mutter. - Filarmonica di Vienna diretta di II. von Karajan, EMI. la quale i in realtà un ottetto. I primi acquirenti di questo disco saranno di certo gli spettatori dell'ultima edizione di Umbria Jazz, dove la band ha sorpreso chi ancora non la conosceva (ed era la grande maggioranza) suonando \branl}d.el rejmtorjci.^ontemporaneo con un organico strumentale che appartiene al jazz tradizionale, anzi arcaico. Non si tratta di una.semplice trovata, bensì — finalmente — di una serie di nuove idee proposte con tecnica ,perfetta. re in fretta» sono da ricercare nell'anima arrabbiata di James Brown, nel jazz raffinato diffuso da Duke Ellington,, nell'irrequieta interpretazione vocale di un Olis Kcdding. La ricerca sonora di Enzo Avitabile si spinge a ricercare anche nel linguaggio: usa un misto di vocaboli italiani, inglesi c napoletani nell'intento di una più adatta cantabilità.' Ma questo «slang» gli permeile di sfruttare gustosi accostamenti, soluzioni ironiche, giocando con il suo eclettico sax. Correre in fretta porta però anche il rischio di trovarsi ad avere il fiatone. Una certa affannosità Avitabile la dimostra in certi momenti dell'album, sicuramente' meno popolare e gioioso dei precedenti. In compenso il musicista napoletano ha concepito e ben condotto episodi di raffinatezza degni di essere apprezzati. a, r. Enzo Avitabile: «Correrein fretta», Emi.

Luoghi citati: Colico, Umbria, Vienna