Al casinò si indaga su 65 milioni spariti di Gian Piero Moretti

Al casinò si indaga su 65 milioni spariti Al casinò si indaga su 65 milioni spariti Scoperto dall'economato, l'ammanco riguarda gli incassi dei tre bar interni - Inviate lettere di contestazione a quindici dipendenti, che si sono già rivolti ai sindacati interni SANREMO — Nello scorso mese di febbraio erano scomparsi dalla cassaforte principale del casinò di Sanremo 50 milioni. Nel corso della notte 500 banconote, tutte da 100 mila, avevano preso il volo per destinazione ignota. L'inchiesta della magistratura non aveva portato a nessun risultato, i dipendenti «di guardia- quella notte se la erano cavata con qualche giorno di sospensione dal lavoro. Caso archiviato. Ora il casinò e tornato nuovamente nell'occhio del ciclorie. E nuovamente per una fuga di quattrini che non trova spiegazioni: la gestione dei tre bar interni della casa da gioco, ha fatto registrare un «mancato introito- di 65 milioni. Il responsabile dell'economato ha terminato l'inventarlo della merce rimasta in deposito, ha controllato l'incasso dei primi nove mesi del 1984 e si è accorto che i conti non tornavano: mancherebbero 64.558.097 lire. «In pratica — afferma un dirigente della casa da gioco — il 25-30 per cento del volume d'affari dei tre bar: quello della «Porta-Teatro», quello del «prive» e, infine, il terzo, quello della Sala comune». La direzione del casinò, di fronte all'ammanco ha disposto una inchiesta interna a carico dei 15 dipendenti del settore bar. Dai primi accertamenti effettuati, sarebbe emerso che si è trattato di un ammanco a livello di cassa e non di merce sottratta. Come dire: qualcuno, poco alla volta si è intascato 65 milioni. L'esito dell'inchiesta rubricata come «riservatissima-, nei prossimi giorni dovrebbe fini¬ iato dell'ex ministro della Sanità re sul tavolo dei giudici che, da tempo indagano su altri scàndali che hanno segnato la vita della casa da gioco negli ultimi anni: l'inchiesta sullo Chemin de Fer (trenta comunicazioni giudiziarie) il ferimento del capo dei controllori comunali, Luigi Garfl; il furto di un milione e 400 mila lire per il quale, nel 1981 erano stati arrestati due dipendenti dello Chemin de Fer, Dino Lupi e Luigi Carra. La gestione del casinò (attualmente retta da due commissari, Bruno Pastorella e Gabriele Perreca) ha inviato le lettere di contestazione ai Quindici dipendenti, ritenendoli «solidamente responsabi11 della grave mancanza-. I quindici barman, dal canto loro, si sono rivolti alle organizzazioni sindacali interne. Gian Piero Moretti Per l'immagin

Persone citate: Bruno Pastorella, Dino Lupi, Gabriele Perreca, Luigi Carra, Luigi Garfl

Luoghi citati: Sanremo