Sangue e ombre su un mini-dialogo
Sangue e ombre su un mini-dialogo Sangue e ombre su un mini-dialogo (Segue dalla 1* pagina) Prima che il sicario Dumini uccidesse Matteotti, più di una volta Mussolini aveva reclamato pubblicamente il silenzio del deputalo socialista. Ce, perciò, una responsabilità morale cui Jaruzelski e il suo regime non possono sfuggire. La situazione, tuttavia, è assai più complessa: la politica di Jaruzelski ha come punti essenziali la riforma della gestione industriale (modello ungherese), la «pacificazione sociale» (amnistia generale del luglio scorso), l'accordo con la Chiesa che dovrebbe culmina¬ re nella creazione del Fondo di sostegno dell'agricoltura privata, alimentato da capitali raccolti in Occidente dalle organizzazioni cattoliche e gestito dall'episcopato polacco. Questa politica incontra. 1' opposizione dei settori conservatori: la burocrazia del partito-Stato esautorata dai militari e dai <<managen> dell'industria; gli ideologi contrari allo spazio, enorme, accordato alla Chiesa; la polizia (milicja e «sicurezza», la S.B.) sconcertata dalla liberazione dei massimi dirigenti di Solidarnosc e del Kor, additati come i nemi¬ ci numero uno del «socialismo» (a Varsavia e più a. Est). Il cadavere di Popieluszko è stato brutalmente gettato sul tavolo dell'accordo tra Stato e Chiesa; lo scopo è quello di destabilizzare la politica autoritario-riformista di Jaruzelski, accettata dalla Chiesa nella speranza del meglio (miglioramento delle condizioni di vita della gente, margini di autonomia della società più ampi che in qualsiasi altro Paese comunista) e nel timore del peggio (intervento di Mosca, diretto, o tramite l'ala «pura» del Poup. Eventuali reazioni alla tragedia di padre Jerzy (che Glemp e Walesa scongiurano), non possono che mettere in crisi tale politica, con l'incontrollabile spirale protesta-repressione. E' quello che gli assassini si sono proposti. Le dichiarazioni del generale Kiszak, del resto, non danno adito a dubbi. Essendo impensabile che i tre rapitori abbiano agito autonomamente, c'è da stabilire chi li abbia ispirati. E' noto che le strutture delle polizie politiche dell' Est sono state create dai «ser- vizi» di Mosca; il Kgb dispone di propri agenti ad ogni livello, in quelle polizie. La circostanza è inquietante; il pensiero corre alle eventuali responsabilità bulgare nell'attentato al Papa; ma anche allo stato di tensione che si vive, oggi, nelle capitali dei Paesi «satelliti» dove una spinta centrifuga (evidente in occasione dei mancati viaggi a Bonn di Honecker e Zhivkov) fireoccupa il Cremlino. La poitica di Jaruzelski è parte, non irrilevante, di queste preoccupazioni. Pi Sittl Piero Sinattl
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