Karol Wojtyla spera ancora « Preghiamo per don Jerzy »

Karol Wojtyla spera ancora « Preghiamo per don Jerzy » Karol Wojtyla spera ancora « Preghiamo per don Jerzy » 11 Papa: «Chiediamo a Dio che dia pace alla nostra patria» - Qualche mese fa aveva fatto avere all'abate un rosario e una copia dell'enciclica «Laborem Exercens» - Ripiomba nell'incertezza il viaggio in Polonia CITTA' DEL VATICANO — Il Papa spera ancora che l'abate di Solidamosc non sia morto, assassinalo, come avrebbe confessato il capitano Piotrowski, artefice del rapimento. E come lui sperano, confortati in questo dalle contraddizioni e dal silenzi delle versioni ufficiali, e del rei confessi, I membri della colonia polacca in Vaticano e a Roma. La Radio Vaticana, nelle sue diverse emissioni, si è ben guardata dall'avvalorare la tesi della morte del sacerdote, famoso In tutto il Paese per le sue prediche contro 11 regime. L'emittente della Santa Sede ha detto: -Come è noto, le autorità polacche hanno annunciato ieri alla televisione che uno dei tre funzionari del Ministero degli Interni tratti in arresto in seguito alla scomparsa di Don Jerzy Popieluszko ha confessato di aver assassinato il sacerdote». Niente di più: anzi, a questo breve resoconto sono state fatte seguire le parole pronunciate Ieri, dopo la recita dell'Angelus, da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, in polacco. Parole che non avvalorano l'Ipotesi della morte del sacerdote ma sembrano Invece orientate vej r,o la speranza. «Stiamo pregando — ha detto Wojtyla — ancora per don Jerzy Popieluszko, e ringraziamo tutti coloro che sia qui a Roma come in Italia e in tutto il mondo si uniscono a noi nella preghiera per questa vicenda. Chiediamo a Dio che dia pace alla nostra patria, chiediamo die questa nuova sofferenza serva al rin- novamento spirituale della nostra nazione». In Piazza c'erano circa duecento pellegrini provenienti da Danzica e Cracovia; prima di venire ad ascoltare l'Angelus si erano recati nella Chiesa di Santo Stanislao, a Botteghe Oscure, per la messa — tradizionale per la comunità polacca di Roma — delle dicci. L'atmosfera, anche In quella sede, era di speranza; una speranza non smentita ufficialmente dalla Chiesa, anzi alimentata, per non spingere la gente nella direzione verso la quale vor¬ rebbero Indirizzarla I rapitori. Ma lo stesso Mons. Henryk Oulblnowltz, arcivescovo di Breslavla. pur ricordando che è necessario sperare «contro spem», In privato non si fa troppe Illusioni sulle reali possibilità che 11 parroco di Santo Stanislao Kostka, la chiesa delle acciaierie di Varsavia, possa tornare a celebrare le sue «messe per la patria». Giovanni Paolo II è stato Informato quasi Immediatamente della notizia data alla televisione dalle autorità di Varsavia. Mons. Dambrowskl, segretario della Conferenza episcopale di Polonia, ha parlato direttamente con Il segretario polacco del Pontefice, Stanislao Dzlwlsz, per Informarlo degli sviluppi della situazione, e dell'atteggiamento di cautela che secondo I vertici dell'episcopato polacco sarebbe stato opportuno seguire. Una linea che ha trovato la piena approvazione del Pontefice e che si è riflessa sia nelle parole dell'Angelus, sia nell'impostazione che la Radio Vaticana ha scelto nel trattare l'argomento. E' un atteggiamento In parte consueto, nel caso di sequestri: basta ricordarsi di Emanuela Orlandi. Anche se le speranze che la vicenda della ragazza rapita possa concludersi felicemente si sono fatte ormai eslllsslme, pure qualche tempo fa il Papa ha pregato per la sua liberazione. Come per Emanuela, cosi nel caso di Jerzy Popieluszko, se manca la prova definitiva dell'uccisione 11 compito delta Chiesa è quello Marco Tosattl (Segue a pag. 2-6* col.)

Persone citate: Emanuela Orlandi, Giovanni Paolo Ii, Henryk Oulblnowltz, Jerzy Popieluszko, Karol Wojtyla, Stanislao Dzlwlsz, Wojtyla

Luoghi citati: Cracovia, Danzica, Italia, Polonia, Roma, Varsavia