Il mondo si era fermato

Il mondo Il mondo si era fermato «Questa storia è rispettosamente dedicata al 27 ottobre 1988, l'ultimo giorno completo del vecchio mondo». E' scritto nella prima pagina del romanio «War Oay - Giorno della guerra» che Ipoliua la frantumazione da bombe atomiche della civiltà nordamericana (televisione compresa, n.d.r.) mentre, «I precisa poco oltre: «gran parte della Terra è ancora Intatta». La stessa sorte, e solo apparentemente meno crudele, • toccato a noi di Pescara, Roma e Torino. L'ultimo giorno del nostro vecchio mondo, è stato II 15 ottobre 1984. Setto gloml a oggi, noi eravamo ancora lì dolcemente Indecisi tra la Marilyn Monroe di Rete 4, l'adorabile Bronson che ancora una volta giustizia tutti al calar del Isole su Italia 1, un Pozzetto quasi nudo su Canale 5. E magari abbiamo Indugiato. Sapevamo che nella fantescienza, c'ò sempre un generale che gli girano all'Improvviso e accende I missili fateli, mentre nella realtà egoisticamente pensavamo che ci sono pretori capaci di spegnere I video, ma altrove. Cosi possiamo capire San Pietro, Pescara tutte, Palazzo Madama che se ne vanno In un olocausto di fuoco, ma non possiamo accettare I' esilio e l'esclusione che ci condannano al video-medioevo del «o II vedi "Papillon" su Rai Uno, oppure vai a cercarti tra la neve elettronica che cade su Reto Canavese l'ultima avventura di Eric Morecambe e Wlse». Fuori dalle zone contaminate, sono arrivate Interviste dove sfiliamo mesti rimpiangendo Putti, "Il pranzo è servito", addirittura "La famiglia Bradford" che mal contendiamo con "L'agenzia Rockford". Non eravamo gli orfani di Dallas, come frettolosamente hanno teorizzato gli esperti di fuori; e non eravamo I vedovi di Loiy Del Santo, che magari snobbavamo .anche quando era lecite su tutto II territorio nazionale. E' che non slamo più gli stessi. Alla domanda «cos'è cambiato?», la maggioranza di noi conscia della sottile maledizione che ci ha colpiti, ha risposto: «E' che la sera non c'è più nulla, tutto qui». Slamo segnati. Le cose sono andate a posto e, a parziale risarcimento, per la sola zona di Roma e con II rtaceo corpo lustro di olii preziosi, Maurizio Costanzo sarò tenuto a specchiarsi net cache-sex di piume di colibrì di Sydne Rome, mentre Pescara avrà l'esclusiva di Wonder Women e I torinesi si godranno In diretta Il duello a luci rosse tra Andrea Giordana e Amanda Lear. Ma non saremo più gli stessi. Ora sappiamo che tutto questo vecchio video-mondo di certezze, può svanire da un Istante all'altro. E non riusciamo a combattere lo smarrimento che ci coglie nel constatare che non slamo capaci di colmare questo vuoto. Segretamente In questi giorni, dopo tanto tempo, slamo usciti di casa la sera: ma al posto del vecchio cinema di quartiere, abbiamo scoperto una birreria videorock • che, un po' più avanti, a teatro, avremmo potuto ascoltare II vero Qaber che cantava proprio di persona, ma bisognava pagare II biglietto. CI slamo rimasti male. Sapessimo almeno che è stato cosi per tutti... Invece: «grande parte della Terra era ancora Intatta». E ci slamo sorpresi a rimpiangere anche le «tue» partite del campionato di baseball, • abbiamo fatto voti perchè ci restituissero EchomondonoUzIe o le avventure della «Banda del ranocchi» di TelElelante che, colpevolmente, avevamo sempre Ignorato. Reagiremo. Certo. Forse cominceremo a costruire una torre «la cui cima tocchi Il dolo», ma non sarà una sfida come Babele. Solo un' assicurazione contro mìssili, generali • pretori, perchè sulla cima ci metteremo un' Irraggiungibile antenna che ci porterà tutto quanto, anche Il campionato di windsurf di Bora-Bora. E allora, soltanto allora, ma perchè lo vogliamo noi, sceglieremo quel «vecchio dancing, tararlra, dancing», che Paolo Conto ci canta da Telecupole, «la ri rara dancing». [^■HBHM:: ■ . * .'.iwiv'rfrV;-. ; «■«■■■■■■II: ,»»,,»,:-■:,:■: ^mmmmmmm^mi^mmmmmMmmi^m « Il network di Berlusconi garantisce al pubblico che verranno trasmesse tempestivamente le puntate di «Dallas» e di «Dynasty» previste durante ('«oscuramento» riapertura del canali privati! voluto dal governo. L'onore-' vole Achille Ochetto della segreteria del pel ha dichiarato: 'Ci troviamo di fronte ad un nuovo, inaudito colpo di mano», spiegando che: -Si è deciso, nonostante i contrasti della maggioranza, di trasformare in legittimo ciò die la Corte Costituzionale a più riprese ha dichiarato inammissibile: il monopolio privato». Il segretario generale aggiunto della federazione informazione e spettacolo della Cgil, Alessandro Cardulli, ha chiesto un urgente incontro Il più stanco di tutti ora è Maurizio Costanzo che sabato sera ha terminato una delle più intense settimane di lavoro della sua vita televisiva comparendo congiuntamente su Canale 5, Rete 4 c Italia 1 alle 20,25 assieme all'avvocato Buonuomo e al direttore delle relazioni esterne della Finvest (la società cui fanno capo i tre network). Nei giorni precedenti, la zona di Roma, colpita dal provvedimento di «oscuramento» come quella di Torino e quella dell'Aquila, aveva mandato in onda le serate che il popolare intervistatore aveva registrato al Teatro Giulio Cesare con l'intervento di addetti ai lavori e del pubblico più «arrabbiato» con le decisioni del pretori. •L'impresa più difficile da sostenere — racconta — è stata quella di convincere la gente die la Rai non c'entrava per niente in tutta la storia e che non aveva senso telefonare ai centralini della tv di Stato chiedendo di insultare i dirigenti». Disteso ed esausto, Costanzo commenta gli avvenimenti della settimana: *Ritengo che si poteva pensare prima ad avviare un progetto legislativo che regolamentasse tv pubbliche e private». Come mai a suo parere nessuno ci ha provato? «/o ho intervistato e sentito i rappresentanti di tante forse politiche, teoricamente tutti d'accordo. Evidentemente esistevano spinte e controspinte tali da far sì che non si arrivasse mai a definire un progetto di legge». Il mondo politico, ora tutto concorde riguardo all'urgenza deila legge, non concorda Invece su come questa debba essere fatta e nemmeno sulla necessita del decreto di col ministro delle Poste e telecomunicazioni Antonio ' Gava, definendo il decreto, governativo «(a peggiore delle soluzioni» e spiegando che a suo parere -legalizza l'esistenza di un monopolio privato, quello di Berlusconi, nel settore dell'emittenza radiotelevisiva». Cardulli ha anche anticipato che la sua richiesta al ministro sarà quella di «un quadro legislativo dell'intero sistema che abbia alla base norme contro le concentrazioni». I network oscurati hanno comunque' ripreso le trasmissioni regolari diffondendo prima un messaggio di vittoria («// provvedimento governatiti ha confermato la piena legittimità del nostro operalo ponendo al riparo da ogni incertezza interpretativa il nostro lavoro ed il vostro diritto di scegliere»), e poi il breve intervento di Costanzo, Buonuomo e Moccagatta. Quest'ultimo ^ìa ribadito gli stessi concetti precedentemente espressi in un comunicato - stampa dallo stesso proprietario dei tre network, Silvio Berlusconi, che ringraziava .il pubblico, vero vincitore di questa battaglia, per la forza, la vivadtà, la spontaneità della sua corale protesta contro lo spegnimento delle nostre voci». Da parte di Canale 5 sono stati sottolineati a più riprese i gravi danni che la settimana nera del video privato ha apportato tanto ai tre network quanto alle aziende che vi impostano le loro campagne pubblicitarie. A farsi reclame sulle tv privale sono, con maggiori o minori investimenti, 1600 aziende per un volume di affari di circa 2 miliardi e 600 milioni quotidiani. Nel solo Piemonte, che rappresenta grosso modo il 10 per cento degli Introiti pubblicitari. Canale S, Rete 4 e Italia 1 avrebero cosi perduto circa un miliardo e mezzo. Relativamente la cifra è bassa, anche assommata a quella delle perdite accusate nelle altre regioni «oscurate». Il vero pericolo, a parere degli esperti, resta però quello della credibilità del mezzo pubblicitario, finora mai messa in discussione. Se i grandi sponsor del video privato, dal detersivo patrocinatore di Premiatissima, alla dilagante pellicceria di Pavia, iniziassero a dubitare della continuità delle loro campagne, o della solidità del piccolo impero di Silvio Berlusconi, per i network si preparerebbero tempi durissimi. Al momento però la maggior preoccupazione resta quella del pubblico che ha perduto gli appuntamenti con Dallas, Dynasty, le soap operas di Canale 5 e le telenovelas di Rete 4. L'ufficio stampa delle tv ha assicurato comunque la loro messa in onda per le zone rimaste in silenzio la settimana scorsa, in tempo utile per la comprensione delle prossime puntate.