Domenico è sempre Domenico

Intervista a Modugno all'Hòpital de La Tour, nei pressi di Ginevra Intervista a Modugno all'Hòpital de La Tour, nei pressi di Ginevra Domenico è sempre Domenico Nonostante gli i DAL NOSTRO INVIATO GINEVRA — Al secondo piano dell'.Hópital de la Tour., a ixx-hi chilometri da Ginevra, Domenico Modupio è impegnato a rccu|x?rare la vita. Ci riceve in un salotto di velluti dai colori ambrati, pieno di silenzio e di furtive presenze di Uifei mierinc. I suoi abiti sono l'unica nota guascone: calzoni di pelle nera, maglietta rossa sotto un giubbotto sahariano, carico di ganci e cinghictti, ma Mimmo e sulla carozzclla. Lo accompagna la moglie Franca: tante tenere parole e molti sorrisi d'amore. Lui ci dà subito una dimostrazione orgogliosa del risultato della sua feroce battaglia contro il male che l'ha colpito tre mesi fa. Cerca affannosamente di carpire i segreti dei marchingegni che manovrano la sua sedia a rotelle, poi si alza. Alcuni passi incerti che testimoniano della fatica del cervello per riattivare alcuni comandi: un piede buttato a fatica davanti all'altro e la mano che accompagna la gamba offesa in una carezza. Per ictus cereb ( nevitabili momenti «Visto come sono? Come mi trova?». Bene, meglio di certo dell'ultima volta che l'abbiamo incontrato al Niguarda dì Milano apj>ena uscito dalla sala rianimazione... •Un po' più magro vero? Ma qui non mi danno niente da mangiare. Ma sdirete com'è la dieta, devo resistere a tutti 1 costi, prima di tornare a casa fra gli affetti veri degli amici». Ricordare i giorni precedenti l'ictus cerebrale lo agita un po'. •Mamma mia che cosa era successo in quel camerino di Canale 5 do|x> tutte quelle registrazioni senza un'interruzione. Sapete che io avevo detto che mi sentivo male: addirittura c'era stato un momento che salivo le scale come un uccello accecato ma il medico di Canale 5 mi aveva spiegato che era solo un po' di fatica Quale camerino? «Si. Mi hanno dimenticato 11 dentro, tutti presi dalla frenesia del lavoro: quelli sono ritmi da animale da soma, non da cristiani. Ero solo dentro 11 ca¬ rale: aveva 68 ann ..... . — di scoramento, il c merino e mi sentivo morire». Berlusconi però dopo si è fatto vivo con una sua visita... Interviene !a moglie: «SI. i - E* stato un be ■ . cantante non ha pers e ho rimandato indietro i fiori». «SI. E' cosi», spiega Modugno. «In quel fatidico giorno dell'ictus che mi ha colpito, a Italia 1 c'era stata perfino una riunione sindacale del tecnici per protestare contro gli orari disumani di lavoro, poi non se n'era fatto nulla perché avevano paura di non andare in onda». E perché lei allora era rimasto? «Sa perché? — dice triste —. Perché sono stato sempre prima di tutto un professionista, e le cose, quando c'è un impegno vanno portate a termine». Dunque non crede più all'onnipotenza, vero? «No... No. Ho capito adesso: 1' onnipotenza provoca sempre 1' Impotenza. Ora capisco che 11 fatto che conta di più nella vita non è il lavoro, siamo invece noi. con il nostro vero, grande, disperato bisogno di affetto». La moglie di Modugno si alza e si china su di lui, lo bacia: è commossa. Anche Modugno piange. SI abbracciano. «Che bella Intervista, vero?». Cinque giorni dopo il ricovero di Mimmo. Mi ha mandato dei fiori e messo a disposizione un' auto: ho rifiutato la macchina llo del cinema ed u o la sua grande n noto regista voglia di «volare» dice lui sporgendo 11 capo fra le braccia di lei. «Ma vuol dire che cosi recupero anche le emozioni, no? Sa che del ricovero al Niguarda di Milano io ricordo poco? Vuol dire che le emozioni allora non le avevo ancora. Adesso si, va meglio dunque». Ora Domenico Modugno parla. in fretta, come se gli sfuggisse 11 tempo fra il pensiero e la parola. •Anche se stare in clinica a far ginnastica rieducativa è una fatica da ammazzare un bue, anche se la dieta è ferrea, anche se non fumo più, devo farcela, non foss'altro che per tornare in fretta dal mio mare. Dio, come lo sogno il mare, in tutti i suol colori della giornata e Invece sono in Svizzera, ma alla fine del mese a Dio piacendo me ne torno a casa». Fuori della vetrata si scorge un serpente di plastica gialla che si snoda dal corpo centrale della clinica fino ad un altro edificio. Anche Modugno lo osserva in silenzio, poi sussurra: •E' un tunnel e io U dentro ci corro in carrozzella, fino a quel reparto di fisioterapia. Ecco qual è adesso il mio volo». Modugno la guarda la televisione? Ha un moto di rabbia: •Troppa, troppa, anche tutte quelle pubblicità: non ne posso più!». Al di là del disordine fisico, adesso è cambiato qualcosa nel suoi pensieri sulla vita? •SI, e quanto! Il mio rispetto per le cose irrilevanti sta assumendo proporzioni gigantesche e se la tortura non mi permette scelta, bene, scelgo la tortura». Domenico si interrompe un attimo. Carica d' energia le sue parole. Ci dà uno sguardo come una promessa: «Dite che so di essere stato male, ne sono convinto, perché i cavalli da corsa entrano in pista e devono sempre correre, ma qualche volta cascano. Io ho corso molto e sono arrivato senza cascare, e adesso sono ancora qui, per tutti». Nevio Boni legge intenderebbe

Persone citate: Berlusconi, Domenico Modugno, Domenico Modupio, Ginevra Domenico, Modugno, Nevio Boni

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Milano, Modugno, Svizzera