I liberali sono divisi sulla questione pci
I liberali sono divisi sulla questione pei I liberali sono divisi sulla questione pei ROMA — ,11 pli ha le carte in regola per assumere sulla questione comunista una linea non di difesa, ma di competizione. L'alternativa dei numeri è soltanto un argine difensivo, l'alternativa delle idee può essere una competizione vincente». Cosi ha detto, nel discorso di replica a conclusione del lavori del consiglio nazionale liberale, 11 segretario del partito Zanone. Una replica che non ha accontentato tutti, perché proprio sulla «questione comunista» si sono divise le «anime» del pli: chiusura netta da parte della minoranza che fa capo a Sterpa, possibilismo In direzione di un eventuale dialogo «in una linea di competizione' da parte della maggioranza. A conclusione del lavori è stata approvata con il 63 per cento del voti la mozione di «Democrazia liberale» che fa capo a Zanone. In essa è detto, fra l'altro, che •l'alleanza pentapartita deve essere considerata non come la semplice conseguenza di uno stato di necessità, ma lo strumento politico idoneo a far progredire la democrazia: La mozione di «Autonomia Liberale», che fa capo all'on. Sterpa, considera come punto centrale della linea politica liberale «la crescite della società civile, crescita che è incompatibile con i metodi e gli obiettivi di quelle forze politiche rimaste ancorate a schemi marxisti e che, per ciò stesso, esclude qualsiasi possibilità di intesa con il pei». La questione morale, la casa, 1 problemi fiscali, sono 1 temi centrali della mozione di «Nuove Iniziative», che fa capo all'on. Costa. Il documento afferma la necessità di un disegno di legge governativo di regolamentazione del diritto di sciopero che «deve essere una delle condizioni per la prose dizione della partecipazione liberale alla coalizione'. • •Le obiettive difficoltà — dice ancora 11 documento — che vengono dalle spinte disaggreganti di questi giorni, debbono costituire per il pli un argomento di riflessione per verificare i modi e le prospettive della sua presenza al governo, presenza alla cui efficacia non giovano dichiarazioni quanto meno equivoche e inopportune sui rapporti con l'opposizione di sinistra»
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