Vogliono che il papiro sia Doc

Vogliono che il papiro sia Poe Vogliono che il papiro sia Poe Repubblica Democratica e Popolare d'Algeria SIRACUSA — Per millenni custode di enigmi e miti, il papiro compare ora anche nelle vetrine dei souvenirs, fra cianfrusaglie di cattivo gusto raccogliendo improbabili figure di ambiente egizio, vergate all'ombra dell'Etna. Bancarelle e negozi della fascia jonica della Sicilia ne sono invasi. «Afa è un tipo di' artigianato che ha validità economica. Nelle sue migliori espressioni va difeso: forse istituiremo il marchio di garanzia del papiro siracusano. Un'idea nata ai margini del primo convegno internazionale sul papiro, appena concluso», dice Concetto Rizza, presidente della Camera di Commercio. Più di centomila piante ornano la campagna siracusana, unica stazione del papiro in Europa. Qui, infatti, la pianta trova il suo habitat ideale e qui è nata, nel 1780, la prima idea per difenderla. Oggi anche la foce del fiume Ciane è garantita da una legge regionale: la pianta rischiò di scomparire dal Ciane quando le industrie, pompando acqua, alterarono l'equilibrio salino delle acque. •Saverio Landolina nel 1780 ottenne dal governo borbonico la prima norma di tutela del papiro e certo non pensava alle industrie, ma intuiva i pericoli: contadini e pescatori saccheggiavano già allora lepiantagioni. Landolina poi, seguendo le prescrizioni di Plinio il Vecchio, riuscì a capire la tecnica di lavorazione. I suoi risultati divennero di conoscenza europea con la comunicazione fatta all'Accademia delle Scienze di Gottinga» racconta Santi Luigi Agnello, ordinarlo di archeologia cristiana all'università di Catania. Ma un altro siracusano sembra aver superato Saverio Landolina. Dal 1962, Corrado Basile tenta di produrre un foglio di papiro dalle caratteristiche eguali, a quello egizio. Dopo ventldue anni di lavoro, sembra esservi riuscito: -La mia carta di papiro è V enphoretica; la più resistente' e nobile. Nessuno era riuscito a riprodurla fuori dall'Egitto. Anche il re Gerone aveva ten¬ A Oggiono in B tato invano di fabbricarla in' Sicilia!» esclama. Ma il segreto? «Non lo rivelerò mai. E' certo che riproduco qui le caratteristiche chimiche di determinate acque africane» dice, mostrando attestati provenienti dal Brltish Museum di Londra e dai musei egizi di Berlino e Torino. Sui risultati dello studioso siracusano si è ora accentrata l'attenzione dei chimici «72 procedimento è semplice — dice Basile —. Si adopera il midollo della pianta messo al macero, quindi steso a listelli su due strati perpendicolari che vengono pressati. Infine essiccati al sole. Chi possiede il «segreto» riesce a produrre la carta enphoretica (resistente e perennemente bian¬ rianza, salva una rag ca)): chi no, usa la candeggl-n na!». Basile non fornirà mai a mediocri artigiani i suoi fogli di papiro per riproduzioni di dubbio gusto. «E' una materia calda che ha raccontato dell'uomo. La civiltà è avanzata con la richiesta culturale delle viassc. Il papiro è stato un'affascinante ed elegante superficie su cui l'uomo ha scritto di medicina, storia e poesia. I siciliani, per primi al mondo, hanno sentito l'esigenza di proteggere questa pianta, di discutere il suo passato, il suo divenire, il suo fascino. E' un segno non casuale» conclude Silvio Curto, sovraintendente alle Antichità egizie di Torino. Crisostomo Lo Presti MINISTERO DELL'ENERGIA E DELLE INDUSTRIE CHIMICHE E PETROLCHIMICHE IMPRESA NAZIONALE DEI LAVORI Al POZZI

Persone citate: Concetto Rizza, Corrado Basile, Crisostomo Lo Presti, Landolina, Santi Luigi Agnello, Saverio Landolina, Silvio Curto