La scuola-registi per ora non si fa

La scuola-registi per ora non si fa La scuola-registi per ora non si fa No ai cubi di cemento lungo gli argini del Po Polemiche dopo la prosi stabili legati al festifieri: «Semmai creare Ieri si 6 conclusa la seconda edizione, ma non il festival cinema giovani, e non solo perché tra un anno l'appuntamento si ripeterà. Il futuro della manifestazione potrà avere una struttura permanente e sviluppi interessanti a breve termine se si proseguirà il confronto tra politici c settore cinematografico avviato in questi giorni. Il confronto sul tema «quale sviluppo per il cinema e tv a Torino-, svoltosi per la regia del direttore del festival Gianni Rondolino, ha rischialo anche la polemica, ma sempre per volontà di contribuire costruttivamente a individuare le soluzioni migliori per aiutare la città a uscire dalla crisi più generale servendosi di un'inclinazione artistica che Torino ha avuto con maggiori risultati nel passato (cinema, radio e tv), ma che ha ancora oggi (dalla cosiddetta nuova scuola torinese alle più qualificate produzioni cinematografiche industriali e pubblicitarie). La polemica? Nasce dalla' proposta avanzata da Elda Tcssorc, presidente della commissione cultura del Comune, per una scuola di tecnica e produzione cinematografica: una factory dove mettere i giovani a confronto con le esperienze di prestigiosi registi e dove sia possibile realizzare con i mezzi di gruppi pubblici e privati (Rai, industrie, enti locali) produzioni su commissione e film sperimentali. La scuola sarebbe del festival, che avrebbe una sua sede, e le varie edizioni presenterebbero 1 film cosi prodotti. L'assessore ai problemi della Gioventù e al tempo libero del Comune, Fiorenzo Alfieri sostiene che questa proposta della factory era già emersa due anni fa dall'allora vicepresidente nazionale Agis Vcntavoli, •ma era rivolta ai gruppi privali interessati ad avere nuove'professionalità e strutture di produzione: là scuola veniva di conseguenza, purtroppo la proposta non è re il Moncenisio posta di istituire corval - L'assessore Al iniziative collaterali» Organizzato dalla Regione, dalla facoltà e dla rivalutazione - Una proposta: recuperarne stata raccolta, vale sempre, ma non è il Comune, o il festival che è finanziato dagli enti locali, die può diventare' scuola o casa produttrice». Allora, oggi, dice l'assessore Alfieri la reale possibilità è quella di dare una sede e un' edizione annuale al festival. •Tra un'edizione e l'altra si possono creare iniziative collaterali, anche per lavori da svolgere in équipe». Le prime proposte sono giunte già ieri in un incontro tra Alfieri, il vicepresidente della Provincia Ardilo e l'assessore regionale alla Cultura Ferrerò. I vldeomakers torinesi hanno chiesto di organizzare un concorso su -Torino visto da..». Jean Rouch, francese, uno dei più noti cineasti di film-verità, si è offerto per una produzione da realizzare sulla nostra città utilizzando mezzi torinesi e facendo entrare nella sua troupe allievi della cosiddetta scuola torinese, che lo stesso Alfieri aveva sottolineato come festival, enti locali e Rai avevano contribuito a formare. L'assessore Ferrerò si è detto d'accordo su proposte del tipo di quella di Jean Rouch che offrono produzione e insegnamento, mollo celtico invece sulla proposta di una vera e propria scuola. Essa rischia di creare illusioni in una moltitudibne di giovani, senza che la sua frequenza garantisca poi lavoro, il tutto sostenuto da una spesa pubblica che non andrebbe a vantaggio della collettività o di parte di essa se non per i diretti fruitori. Dal vicepresidente Ardito l'indicazione a trovare la maniera di conciliare produtlività e formazione. Infine una novità, riguarda il festival cinema sportivo, i;Agis e il Coni bandiranno un concorso, rivolto al filmakers sotto i 30 anni, per contribuire alla realizzazione di filmati sullo sport come educazione: ai 5 migliori soggetti andrà un milione, e fino a dieci milioni se saranno prodotti. |_ |j0r> I/assessorc C'Iiiez/.i, Giuseppe Malleoli e Luciano Re ad Architett • E in quel suo torbido/ mi sono rimescolato/ e mi sono conosciuto», scriveva Ungaretti della Senna. Noi, a Torino, se fossimo grandi poeti come lui potremmo forse «conoscerci» nel Po, torbido anche lui. E inquinalo, povero fiume, svilito a pattumiera, deturpalo da •interventi selvaggi» proprio dove sulle sue sponde si affaccerebbero boschi filli, spopolato. Ma qualcuno sta dicendo basla alle manomissioni ambientali, al degrado e agli abusi perpetrati nel tempo sul «più grande fiume d'Italia». Regione Piemonte, Facoltà di Architettura e Comitato per la rivalutazione del fiume Po hanno lavorato insieme un anno intero e dalla loro collaborazione è nata • Progettare il fiume», mostra/dibattito inaugurata ieri mattina'*.'castello del Valentino. A presentare l'iniziativa — articolata nelle due sezioni «progettare il fiume» e «capire il fiume» e nell'illustrazione di alcuni progetti nazionali che iwtrebbero coinvolgere il tratto piemontese del Po — si sono alternati l'assessore al Lavori Pubblici Giuseppe Chiezzi, il professor Luciano Re, l'architetto Pier Massimo Stanchi e Lorenzo Malleoli, preside della Facoltà di Architettura. • Questa mostra è un segno del ritorno al Po dopo decenni di eclissi della cultura padana — ha detto Luciano Re — e testimonia l'urgenza drammatica di misure clic frenino almeno i processi di degrado». Ma •ritorno al Po» vuol dire anche affrontare nuovi problemi: insediamento delle centrali nucleari, controllo delle attività estrattive, gèstTorie' plurima' delle1 acque, sviluppo delle attività tura per «progettare il fiume» ricreative e del tempo libero. Problemi che non si risolvono «con sterili denunce, con politiche miopi o iniziative episodiche non sufficiente- ■ mente verificate», come le «prismate», orribili e, sembra, assolutamente inutili file di cubi di cemento sistemate sui bordi dell'alveo di magra del Po fra Casale e Valenza. I primi contributi alla soluzione di quei problemi vengono proprio da «Progettare il fiume», con proposte che, partendo dalla tutela dell' ambiente, prevedono forme -accettabili- di utilizzazione delle risorse del fiume. Il dibattito prosegue oggi. Intanto, sotto alle finestre del castello, il Po continua a scorrere. Qui e là, un mulinello o un piccolo vortice d'acqua, forse a dire: 'Sono contento, finalmente ci si occupa di ine». Mille trattamenti al giorno nei laboratori della dal «comitato» per l'aspetto turistico Eva Ferrerò INFORMAZIONE PUBBLICITARIA CIMET

Luoghi citati: Casale, Italia, Moncenisio, Piemonte, Torino, Valenza