Traffico verso la paralisi fra crateri e vie bloccate di Luisella Re

Un cronista all'ora di punta nel labirinto dei «lavori in corso» Un cronista all'ora di punta nel labirinto dei «lavori in corso» Traffico verso la paralisi fra crateri e vie bloccate Hamburger in piazza San Carlo? In Comune sono molto cauti Via Roma conserva il suo volto A Porta Palazzo cambierà tutto Aumenta però, insieme al nervosismo, anche la maleducazione di molti automobilisti - n problema dei semafori: a certi incroci bisogna fermarsi quattro volte Traffico a Torino: sempre peggio. Le ore di punta sono ormai prossime a diventare < ore di paralisi. Verrà il giorno ■ in cui l'ultima auto che s'immette nel mucchio sarà l'ultima davvero, il pur lento bradisismo delle lamiere si fermerà per sempre e la gente se ne andrà via a piedi. Definitivamente. A occhio e croce le responsabilità sembrano proprio da addebitare fifty-fifty tra amministrazione comunale e automobilisti. Da una parte la superficie di scorrimento e parcheggio, a disposizione del traffico privato, b aumentata In modo irrisorio rispetto alla crescita dei veicoli, dall'altra gli utenti sembrano a volte comportarsi in modo sempre più irresponsabile. Infischiandosi totalmente sia del codice della strada che della buona educazione. Con frange pericolose di prepotenti, violenti, menefreghisti, pelandroni. In più in questo periodo le strade sono tutte un buco: tra Italgas, cambio o eliminazione di binari, costruzione di nuove fognature, manutenzione all'acquedotto e misteriosi piccoli crateri o mucchi di sabbia che crescono e scompaiono all'improvviso, muoversi in auto o con 1 mezzi pubblici è diventato una paranoia. Qualche esemplo: in piazza Cattaneo, incrocio corso Orbassano e Tazzoli, lavorano a nuove fogne e acquedotto; ne avranno per un paio di mesi circa. Via Palazzo di Città è chiusa tra via XX Settembre e piazza Castello, con conseguenti Ingorghi per l'obbligatoria svolta a destra. Via Braccini è tutta un cantiere. Via Rossini è ostruita e si riaprirà chissà quando. I disagi, in un punto cosi importante del centro, si moltipllcano su tutta la zona circostante, che è già di per sé una delle più affollate. Per non parlare di via Po, segata a metà per lo stesso motivo (il pericolante Palazzo degli Stemmi). Il cavalcavia di via S. Maria Mazzarello, sulla ferrovia Torino-Modane, è strozzato verso Nord su due carreggiate, con transenne poste in loco da mesi, senza segni di vita. Poi ci sono cose da poco conto, ma che costerebbe niente rimuovere: in corso Rosselli all'angolo con corso Pascoli, davanti alla scuola elementare Giulia Fallettl di In un isolotto al Un cantiere in piazza Barolo, c'è un palo della luce piantato in mezzo alla strada, ammaccato e inclinato, a causa dei frequenti urti di guidatori distratti o fuori rotta. Ma resiste e a nessuno è venuto in mente che forse sarebbe meglio toglierlo. Per non parlare, a proposito dei semafori Proteste e sconcer L'assessore all'arredo urbano: «Per il Cavai 'd brons il problema va approfondito» - In piazza della Repubblica, invece, arriva la rivoluzione: gallerie sotterranee e, in superficie, una vasta isola pedonale Il Cavai 'd Brons galoppa via da piazza San Carlo, lasciandosi dietro una scia di Incognite che preoccupano i commercianti di via Roma e chi, con loro, teme «un declino avvilente per Unterà città». Al suo posto si anticipa un centro di fast-food: una novità di cattivo gusto oppure un'evoluzione al passo col tempi? In Comune, dove non è ancor giunta alcuna notizia ufficiale in proposito, il problema è seguito dall'assessorato all'Annona cui toccherà autorizzare un eventuale cambiamento di esercizio con attenzione. Perché il Cavai 'd Brons, quasi un simbolo, apre una tematica che va molto oltre il caso specifico: sulla sua strada si anticipano per Torino cambiamenti che sarà impossibile liquidare come una «drlatriba tra vecchi bogianen». A partire dalla prossima, macroscopica ristrutturazione che coinvolgerà e sconvolgerà l'intera Porta Palazzo. L'antica piazza, con i suol mercati coperti e la celebre Galleria Umberto 1°, uscirà totalmente pedonalizzata e incisa nel suo sottosuolo da due sottopassaggi per 11 traffico delle auto private e la nuova metropolitana leggera. Logico dunque, in presenza di una normativa insieme rigida e controversa, che il Comune si riservi di intervenire a tempo debito, in piazza San Carlo e altrove, -nel rispetto mine». Traguardi che per Marziano Guglielminettl, docente di Letteratura Italiana, si preannunciano importanti quanto «la collaborazione tra Comune, Politecnico e Ateneo, accolta dagli ambienti universitari con un'attesa estremamente disponibile». Ma questo, dialogo tra addetti ai lavori non potrà giustificarsi senza 11 contributo' dell'intera città: un'occasione che si presenterà presto e sin d'ora chiarisce 1 propositi dell'Amministrazione. Arriverà a dicembre, quando agli Antichi Chiostri verrà esposta una mostra su -Botteghe e negozi a Torino: 1815-1925»,. basata su una ricerca nell'i ambito della facoltà di Archi-, tettura su decorazioni, sovrastrutture, Interni dei negozi e pubblici esercizi di allora. Realizzata da Chiara Roncherà, docente di Progettazione Urbana, e dagli architetti Andrea Job e Luisa Laureati, alle sue radici sta un', analisi che da anni un gruppo universitario sta svolgendo per Incarico del Comune sulla ricchezza di significati del negozi, intesi quali elementi fondamentali dell'arredo urbano. Adesso, grazie, agli Amici dell'Arte e dell'Antiquariato raccolti nel gruppo Amaa ed alla antica ditta torinese Avlgdor che ha sponsorizzato il loro impegno organizzativo, il risultato si prepara ad entrare nella ero-. naca viva della città. L'atmosfera severa di piazza San Carlo non è destinata a subire mutamenti radicali Cattaneo e il parcheggio «selvaggio» in via Basilica dei regolamenti ma con tutta l'attenzione che la situazione richiede». Dice intanto il prof. Marziano Guglielminettl, assessore all'Arredo Urbano: «Al di là del risvolti giuridici, se episodi del genere si concretassero senza reazioni la sensibilità collettiva rischierebbe rabile». di smorzarsi. Il problema va approfondito, l'arrivo di un fast-food in piazza San Carlo non può essere imposto senza una approfondita discussione: i torinesi devono aver la possibilità di difendere un passato che solo perché prossimo e commerciale viene erroneamente ritenuto trascu¬ Convinto del contrarlo, V assessore non ha difficoltà a confessare «la tentazione di rubare itmestiere alle Soprintendenze, con cui abbiamo inaugurato una stretta rete di contatti dedicati alla tutela del patrimonio urbano che anticipa risultati a breve ter¬ (che continuano a non funzionare quando piove), degli impianti della stessa zona. Oli incroci di corso Rosselli con via Cassini, e i corsi Galileo Ferraris, Re Umberto e De Nicola, a pochissima distanza gli uni dagli altri, sono dotati di un sincronismo per- ietto, che non ha sgarrato di un secondo negli ultimi anni. Solo che il sincrono è alla rovescia: verde, rosso, verde, rosso. Senza sbagliare mai, in modo che per fare cinquecento metri ci si deve fermare quattro volte. E ancora: in via Lancia all' altezza del numero 40, tra due portoni uno di fronte all' altro, che servivano due reparti dello stabilimento omonimo (quando era in funzione), resiste un semaforo che continua a regolare un traffico tra le officine che non esiste più da anni. Eppure continua a funzionare giorno e notte. Parcheggi: esempio da manuale l'area intorno (per dirne una) all'assessorato ai lavori pubblici, in piazza,,San Giovanni, piena da scopp^re^ con veicoli fermi su ogni metro quadrato disponibile, Bla.no marciapiedi o aiuole. Poi c'è via della Basilica dove la sosta è vietata su entrambi i lati. I cartelli ci sono, le auto aiv che. Sempre. E' una storia vecchia che vale per tante strade del centro. Non varrebbe la pena regolarla una volta per tutte? O si può sostare o non si può. Luisella Re to negli ingorghi Stamattina il progetto viene presentato al ministro Martinazzoli Settimana con la città

Persone citate: Andrea Job, Cattaneo, Galileo Ferraris, Luisa Laureati, Maria Mazzarello, Martinazzoli, Marziano Guglielminettl

Luoghi citati: Archi, Politecnico, Torino