Un album di famiglia aperto 700 anni fa

Un album di famiglia aperto 700 anni fa Un album di famiglia aperto 700 anni fa Una mostra sulla storia, la vita e i costumi degli ebrei a Torino dal loro arrivo nel 1290 a oggi • Gli anni del ghetto, l'emancipazione decretata da Carlo Alberto, il contributo alla scienza e alla cultura, le deportazioni Un grande album di famiglia, un capitolo di storia che non è solo storia di una minoranza, ma di tutti. Ebrei a Torino, mostra organizzata per celebrare il centenario dell'inaugurazione della sinagoga, è una raccolta di testimonianze della comunità israelita che da secoli condivide le sorti della citta. Strumenti di uso quotidiano, fotografie ingiallite, manoscritti, alberi genealogici, oggetti di culto sono raccolti nel tempio di via San Pio V fino al 10 dicembre (orario da lunedi a giovedì 10-12/17-18.30, domenica 10-16, venerdì e sabato chiuso) per raccontare la tormentata storia dei figli d' Israele che nel 1290 cominciarono a cercare rifugio in Piemonte. 'Oggi siamo poco più di 1200 — spiega Anna Bises Vitale, vicepresidente della Comunità — ma negli Anni Trenta eravamo oltre quattromila». Integrata, ma non assimilata, la comunità ebraica vanta personaggi illustri. Di religione ebraica erano, per esempio. Cesare Lombroso (antropologo positivista), At¬ tilio Momigliano, autore di una «Storia della letteratura italiana», il partigiano Emanuele Artom, il mercante di Chlerl, Donato Levi, fondatore di una ditta che nel corso dei decenni si è trasformata fino a diventare Facls. E oggi danno lustro alla comunità Rita Levi Montalcini, biologa, il fisico Emilio Segré, il matematico Beniamino Segre, scomparso alcuni anni fa, lo scrittore Primo Levi. Accanto a questi torinesi che hanno dato molto alla scienza e alla cultura ce ne sono altri, sconosciuti, ma che hanno fatto la storia di tutti 1 giorni. Sono i parso-, naggi del ghetto (via San Francesco da Paola, via Des Ambrols, via Boglno) dentro il quale i figli d'Israele hanno vissuto fino all'émanclpazlone decretata da Carlo Alberto, i commercianti di tessuti e di passamaneria,' gli editori, gli orefici e quegli 800 finiti In Germania per essere sacrificati sull'altare della follia. Spiega Anna Bises Vitale: -Attraverso i documenti la mostra racconta le vicende di ebrei che nell'800 campavano facendo i robivecchi e che oggi sono affermati antiquari, oppure erano rammendatorl e adesso sono commercianti di abbigliamento». E ancora: -Ci sono molte storie che si sono perse nel passato. Comprese quelle di Pavia Coen che alla fine dell'800 importò dalla "Lumière" i primi film, di un bersagliere del Regno d' Italia e del generale Armando Bachi, morto ad Auschwitz». Gente abituata a lottare. Oli ebrei torinesi si sono difesi dall'emarginazione impo- sta delle Istituzioni, talvolta ripiegandosi a riccio e giungendo addirittura a esprimersi in un dialetto gludalcoplemontese. La mostra raccoglie documenti che testimoniano resistenza di un orfanotrofio, di un asilo infantile, di un ospizio e di una scuola elementare nella court gronda del ghetto. Ma la storia della comunità non si può leggère senza comprendere 11 significato della sinagoga, luogo in cui gli israeliti alimentano la fiamma dell'ebraismo. Quella di Torino (semldistrutta nel ' 42 da un bombardamento) è un esemplo di architettura moderna; venne progettata dall'architetto Enrico Petlti dopo che la comunità aveva rinunciato alla Mòle Antonelltana, voluta per celebrare l'emancipazione del 1848. Nel tempio e nella «piccola sinagoga», ricavata dal forno per cuocere le azzime pasquali, sono custoditi preziosi oggetti usati per .11' culto: antichi armadi (Aron Hakkodesh), calici, lampade, scialli di preghiera, zucchetti. e. mori. I a prima funzione nel tempio bombardalo nel novembre 1942

Luoghi citati: Germania, Israele, Italia, Pavia, Piemonte, Torino