1987: l'Europa unita dalla tv

1987: l'Europa unita dalla tv Con il satellite Olympus 1987: l'Europa unita dalla tv Sarà la televisione a unire l'Europa? Il momento nel quale 1 cittadini del vecchio continente potranno accedere ai medesimi programmi col semplice tocco di un dito (e certo anche con qualche prezzo da pagare, in antenne o in nuovi abbonamenti) non è più un miraggio. E' dei giorni scorsi l'accordo sullo standard televisivo europeo degli Anni Novanta raggiunto dalle industrie elettroniche del vari Paesi riunite a Parigi. Un'indicazione attesa da tempo, preziosa per i governi al quali spetta ora la decisione finale. 'Pai e Secam saranno superati insieme alla divisione che tanto ha nuociuto alla nostra industria' dice Riccardo Viziale, presidente della Seleco e oggi anche della neonata associazione europea del settore. Il nuovo sistema si chiama D2mac ed è una delle versioni della norma messa a punto dagli inglesi. Una versione più povera di quella che era in discussione ma non priva di vantaggi. E' vero che le piste audio per la trasmissione multilingue saranno solo quattro per ogni canale, ma la qualità dell'immagine sarà comunque molto superiore all'attuale, mentre i nuovi televisori costeranno meno di quanto si era ventilato. Il sistema ha inoltre una grande flessibilità: si adatta alla trasmissione via satellite come a quella via cavo, due strade su cui continua a regnare l'incertezza, e in futuro potrà espandersi diventando un vero e proprio standard ad alta definizione, con un numero di linee superiore. Sta nascendo anche un canale televisivo europeo comune. Sarà trasmesso sul satellite sperimentale Olympus direttamente alle case dotate delle nuove antenne paraboliche o alle reti locali via' cavo, o ancora agli impianti di trasmissione via etere attuali. Il contratto fra l'agenzia spaziale e l'Unione Europea di Radiodiffusione, che gestirà 11 programma e lo tra¬ smetterà al satellite, sarà siglato a dicembre. Ma la progettazione è già cominciata. Cosa vedremo di nuovo? .'Molti avvenimenti dal vivo» dice Vittorio Boni, responsabile delle relazioni con l'estero per la Rai che coordina il gruppo internazionale di lavoro. 'Pensiamo a un ' event channel' dove sport; commedie, concerti e altri accadimenti del mondo reale costituiranno il 60 per cento delle dieci ore di trasmissione. Il resto del programi attingerà ai serbatoi di film e sceneggiati delle televisioni europee mentre la produzione autonoma non supererà il 20 per cento». Fa eccezione l'attualità: un lungo telegiornale sovrannazlonale che concluderà le serate e brevissimi notiziari fra i programmi. Il canale europeo non esordirà prima della fine del 19B7, qualche mese dopo il lancio di Olympus. Intanto altre iniziative semlspontanee stanno sorgendo nelle pieghe delle leggi vigenti, modificando 11 paesaggio televisivo consueto. Se i satelliti a diffusione diretta sono di là da venire, reti locali via cavo ne esistono già da tempo in alcuni Paesi e in altri stanno crescendo sotto l'impulso di iniziative pubbliche. Società nuove private nascono cosi per rifornirle di programmi in grande scala usando, sull'esempio americano, satelliti di distribuzione, gli Ecs da poco in orbita sul cieli d'Europa. Sky Channel che ha fra i suoi soci alcune delle grandi majors di Hollywood e trasmette in inglese è stata la prima. Iniziativa franco-belga-svizzera. Tv5 irradia in francese verso quei territori mentre la Germania, che ha già attivato un programma per Berlino Est inaugurerà presto un canale austro-svizzcro-tedcsco. La domanda cresce. Persino la Rete Uno che la Rai trasmette via satellite a uso Interno ha avuto delle offerte. Maria Grazia Biuzzonc

Persone citate: Maria Grazia, Riccardo Viziale

Luoghi citati: Berlino Est, Europa, Germania, Hollywood, Parigi