Il bel Corsaro di Pizzi cantato dai giovani

Il bel Corsaro di Pizzi cantato dai giovani A Bergamo la difficile opera di Verdi diretta da Campori: una rarità con la compagnia dell'Aslico di Milano Il bel Corsaro di Pizzi cantato dai giovani ^ BERGAMO — lina rappresentazione del Corsaro di Verdi rappresenta pur sempre una rarità in un repertorio che rimane, come è giusto, saldamente ancorato ai pilastri dei capolavori indiscutibili. Il Corsaro è un lavoro poco ■ remunerativo, difficile da cantare, avaro di melodia, con una drammaturgia disarticolata die accosta situazioni sema prepararle, né risolverle, né accenderle con quel • fuoco primitivo e divorante ■ ohe brucia in altre opere degli | Janni di galera*. Pochi spunti espressivi an¬ negano in un mare di stereotipi melodrammatici: solo V aria malinconica di Medora nel primo atto, il duetto tra Medora e Corrado, la scena della prigione e il finale nel terzo lasciano intravedere la mano dell'artista futuro. In questi passi la fisionomia di personaggi e situazioni si profila, anche se pallida, attraverso la musica, che tenta, con una certa duttilità, le vie della indagine psicologica. In questi giorni, a Bergamo, l'opera viene rappresentata da una compagnia di giovani, usciti dall'Aslico di Milano,'in un vecchio ma pregevole alle¬ stimento firmato da Pier Luigi Pizzi per la Fenice di Venezia. Tra i cantanti che si sono esibiti sotto la guida energica e attenta di Angelo Campori si è apprezzato in modo particolare il tenore Mario Malagnini che incarnava il personaggio del Corsaro con voce dal timbro squillante, buona disinvoltura nel canto e nel portamento scenico, ottima pronuncia capace di lasciare intendere chiaramente il testo di Piave. Medora,. «giovane, amata da Ci>rrado»,.e.r,<^tepmona((if dà Virginia Guarino che si è j}rò*l digata generosamente nel tratteggiare questo patetico personaggio che suscita in Verdi alcune tra le idee migliori dell'intera partitura. Nel finale dell'opera, soprattutto, Medora sale al livello di un sincero patetismo, preparato dalle scene precedenti in cui campeggia la figura di Gulnara, l'eroica schiava innamorata del Corsaro cui Adelisa Tabiadon ha conferito intensità di accenti drammatici. Anche questa è una voce promettente, dotata di qualità che dovrebbero maturare ,e.,syliljuppars}l&1.M Nelle altre.parli tiannocantato Paolo Coni (Saldi, Ennio Capece (Selimo), Marco Antonio Paoluzzo (Giovanni). L'orchestra diretta dal maestro Campori era quella regionale lombarda dei Pomeriggi Musicali; il coro, diretto da Valentino Metti, appartiene ai teatri di Bergamo e Brescia. Entro le belle scene di Pizzi, la regìa di Alberto Fasslni ha conferito una buona scioltezza allo spettacolo, cogliendo l'ingenuità dell'opera ma anche il ritmo della concisione drammatica die ne rappresenta indubbiamente uno Att rari,-pregi-.. Insuccesso** stato-vivo per tutti, Paolo Gallarati

Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Milano, Venezia