Il decreto sulle tv private ha passato il primo scoglio

Il decreto sulle tv private ha passato il primo scoglio Parere di legittimità dalla commissione Affari Costituzionali Il decreto sulle tv private ha passato il primo scoglio Ora dovrà avere il voto segreto delle due Camere -1! pli teme franchi tiratori - Pei e sinistra indipendente: «Provvedimento incostituzionale, ci batteremo per modificarlo» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Il decreto legge sulle tv private ha superato il primo scoglio: con i voti del pentapartito e del msl, la commissione Affari Costituzionali della Camera ha riconosciuto che il provvedimento è costituzionalmente legittimo. Ma adesso, come richiesto da pel e pdup a norma di regolamento, anche l'assemblea plenaria dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del decreto. Stamane la conferenza dei capigruppo deciderà quando le Camere saranno chiamate a votare: forse già nel pomeriggio. I liberali temono imboscate, perché il voto sarà segreto. •Da dieci giorni il Parlamento ha il dito sul grilletto e in aula lo scaricherà sul pulsante-, paventa Paolo Battlstuzzi. Tra maggioranza e opposizione la polemica è rovente. Pel ed estrema sinistra accusano 11 governo di aver legiferato su una materia che era della Corte Costituzionale, e di aver voluto togliere le castagne dal fuoco a Berlusconi. Dall'altra parte si risponde che questa non è la Repubblica del pretori, e che era assurdo lasciare a ciascun giudice la facoltà di •spegnere» i network. In aula, annuncia Stefano Rodotà (sinistra indipendente), l'opposizione di sinistra darà battaglia: -Qualora il decreto non venisse dichiarato anticostituzionale in questa prima fase proporremo una pregiudiziale dì costituzionalità nel merito e presenteremo emendamenti su emendamenti percìié questo provvedimento diventi qualcos'altro-. Malgrado 1 timori del liberali, l'esito del voto in commissione (24 favorevoli e 15 contrari, i missini schierati con il pentapartito) rassicura la maggioranza. In commissione 11 ministro delle Poste, Gava, ha spiegato le ragioni del governo: -Si è inteso solo restaurare condizioni di pa- i rità dei cittadini dinanzi ad interpretazioni contraddìtto-1 rie delle norme per un perìodo transitorio. L'urgenza è giustificata anche dai dati negativi provocati in settori produttivi sia in via diretta che indiretta: L'opposizione di sinistra replica che sta alla Corte Costituzionale, non al governo, dirimere questioni d'interpretazioni di leggi: per Rodotà si è aperto un conflitto Istituzionale tra governo e Corte Costituzionale. -Coloro che accusano il governo perché ha ripristinato ìfa parità di fruizione tra tutti cittadini — controbatte 11 socialista Felisettl — avrebbero prima dovuto chiedersi se abbia senso che un pretore, san tutto il rispetto, possa spegnere il televisore nelle nostre case semplicemente adottando un provvedimento monocratico immediatamente esecutivo. Di questo passo Qualsiasi pretore potrà spegnere la luce o il gas in tutte le case d'Italia. Ma davvero non ci rendiamo conto c/te in questo nostro meccanismo giudiziario di tanto in tanto c'è qualche rotella che impazzisce?-. I comunisti, attraverso Giuseppe Vacca, hanno replicato In commissione che «l'unico interesse leso è quello ad una determinata quota di pubblicità; non è leso invece l'interesse del cittadini a ricevere programmi, che in orari sfalsati avrebbero potuto essere ugualmente trasmessi. L'interesse economico di un solo imprenditore ha dato vita al decreto-.

Persone citate: Berlusconi, Gava, Giuseppe Vacca, Paolo Battlstuzzi, Rodotà, Stefano Rodotà

Luoghi citati: Italia, Roma