«Signor camorrista, che processo vuole? »

« Signor camorrista, che processo vuole? » Referendum a Poggioreale per dividere in gruppi i 640 imputati della grande inchiesta « Signor camorrista, che processo vuole? » NAPOLI — Referendum nel carcere di Poggioreale Ira i detenuti della camorra rinviati a giudizio assieme all'europarlamentare radicale Enzo Tortora. E' fissato per fine mese, il 30 e 31 ottobre. Domanderà, più o meno, il presidente della sezione penale del tribunale chiamato a giudicare: «Lei preferisce essere processato con tutti gli altri 639 imputati, oppure le va bene essere processato In un gruppo più ristretto, diciamo un centinato, massimo 150 imputati?». Per la legge, questo referendum sichiaina «consultazione tra le parli».- articolo 414 del codice di procedura penale modificalo da una legge del 1977. Da quando gli è slato assegnato il processone, il presidente della X sezione-bis del tribunale penale di Napoli, giudice Sansone, si domanda come sarà possibile un dibattimento con 640 imputati e almeno il doppio tra avvocati e procuratori legali. Era stata costruita un'aula per maxi-processi. Ma per questo non basta. Vito Siciliano, direttore di Poggioreale dal primo aprile scorso, ha appena ricevuto la comunicazione dal tribunale. Spiega che non può «entrare nel merito della decisione». Aggiunge che «l'articolo 414 prevede che in una fase preliminare del dibattimento si possano separare le posizioni degli imputati». Conclude, un po' preoccupato, così: «A fine mese, oltre al tremila detenuti che già ci sono, ne avrò almeno altri 500. E le strutture sarebbero sufficienti per appena 1200 carcerati Negli studi legali la decisione del presidente della X sezione-bis si è conosciuta ieri pomeriggio. Qualche avvocalo sorride: «Se difendo più di un imputato, come mi regolo? Il lunedi seguo uno spezzone di processo, 11 martedì passo all'altro, il mercoledì pure?». C'è il problema dei camorristi pentiti. «Se si divide il processo in vari spezzoni, Giovanni Pandico o Pasquale Barra verranno a deporre una sola volta o più volte? O renderanno le loro dichiarazioni a giorni alterni?». Alle prime obiezioni degli avvocati, potrebbe rispondere la realtà delle strutture giudiziarie napoletane. Non esiste aula capace di garantire un processo a tanti imputati assistiti da tanti avvocati. E poi, anche se simile aula esistesse, processare 640 imputati comporterebbe tempi di dibattimento lunghissimi. Forse, è proprio questo il motivo die ha portato il presidente Sansone a ricorrere a quell'articolo del codice e al referendum nel carcere di Poggioreale. E' probabile, tuttavia, che il refetendum si concluda con pareri largamente negativi. Quasi tutti gli imputati sono stati chiamati in causa da camorristi pentiti, e non sembrano intenzionati a rinunciare al confronto diretto. Altra ragione è che, più si allungano i tempi dell'attesa del giudizio, più. si potrebbe avvicinare una scarcerazione. In ogni caso, la mattina di martedì 30, a Poggioreale, il presidente Sansone comincerà a domandare: «Come vuole essere processato?». Giovanni Cerruti

Persone citate: Enzo Tortora, Giovanni Cerruti, Giovanni Pandico, Sansone

Luoghi citati: Napoli