E Vallanzasca lancia minacce
E Vallanzasca lancia minacce Milano, il bandito in tribunale E Vallanzasca lancia minacce MILANO — Renato Vallanzasca, il «bel René» dequartiere Comasina, non cambiato. Ieri era in tribunale per un processo relativo a un omicidio che probabilmente gli frutterà un'altra condanna a tanti anni di reclusione che andranno ad aggiungersi a quelli che già deve scontare (53 più un ergastolo). Eppure non ha rinunciato alle abituali spacconate. «7/ carcere mi ha cambiatosono diventato cattivo — hdetto ai cronisti in una pausa dell'udienza — sono in molta dover sperare che non metta mai più piede fuori-. Un po' appesantito, ma sempr•pieno di fascino» a giudicaralmeno dallo stuolo di ragazze che dal settore del pubblico lo salutavano, Renato Vallanzasca ha raccontato ch«a Spoleto, un carcere che già di massima sicurezzasono nel settore più sorvegliato: in isolamento 24 ore su 24 manca solo la telecamera nel gabinetto. Passo le mie giornate a leggere libri di storia e di narrativa, ma mi pesa la mancanza di contatti umani. Mi mancarlo le amicizie — aggiunge — ma anche la possibilità di fare piccole cose come andare a prendere un caffè o fare una passeggiata sotto la pioggia*. Il processo apertosi ieri lo vede imputato di uno dei tanti episodi che videro protagonista Il suo «clan» negli Anni Settanta. L'uccisione, per un regolamento di conti, di Mario Magalini e il ferimento di Clemente Roberto nel settembre del '76. Insieme a Vallanzasca è imputato uno del suol luogotenenti, Francesco Careccia. Oltre che dell'omicidio e del ferimento, Vallanzasca deve rispondere anche di violenza e minacce nei confronti di una persona per costringerla a rivelare dove poteva trovare Magalini per ucciderlo
Persone citate: Francesco Careccia, Magalini, Mario Magalini, Renato Vallanzasca, Vallanzasca
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