Le nove teste di Cosa Mostra

Le nove teste di Cosa Mostra Mentre comincia a sfaldarsi la «Pizza Connection» dopo le rivelazioni di Buscetta Le nove teste di Cosa Mostra Secondo il procuratore di New York, Giuliani, la mafia italo-americana è lacerata da faide ma resta «un esercito di duemila soldati e 20 mila associati» - Per le 24 famiglie dell'«onorata società» un giro d'affari di 320 mila miliardi di lire Tanno (più del bilancio della compagnia petrolifera Exxon) - Il flusso di eroina da Palermo calato del 60 per cento con l'arresto di Badalamenti in Spagna DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'Fbi sospetta che l'omicidio sia legato all'affare Buscetta, il primo regolamento di conti negli Stati Uniti dopo che don Tommaso si è messo a «cantere». Domenica 14 ottobre, alle 11,30, nel parcheggio del motel Howard Johnson sulla statale numero 3, a Olifton, nel New Jersey, è stato trovato il cadavere di Cosmo Alello, 52 anni, killer della «onorata società». Aveva nella testa e nella schiena 9 buchi di proiettili, calibro 22, esplosi da distanza ravvicinata. L'Fbi lo teneva d'occhio dallo scorso aprile, quando, con l'iiu-arcerazione di Badalamenti a Madrid, era stata scoperta d'improvviso negli Usa la «Pizza Connection» e uno dei luogotenenti della «Famiglia Bonanno», Cesare Bonventre detto il Lungo, era scomparso in circostanze misteriose. A maggio, la polizia federale aveva rinvenuto i resti di Bonventre, tagliati a pezzi con una scure, dentro alcuni fusti di sostanze tossiche, in un magazzino abbandonato di Garfield, sempre nel New Jersey. Del magazzino era conproprietarlo Cosmo Aiello il quale, interrogato, disse che — quando mai? — non ne sapeva nulla, né dei fusti né del defunto. I sospetti dell'Fbi hanno radici solide. I rapporti tra Buscetta e la «Famiglia Bonanno» sono di antica data: fu essa a «importarlo» negli Stati Uniti negli Anni Sessanta, e ad aprirgli le porte di Brooklyn. Questa «Famiglia», inoltre, è stata l'unica tra le 24 che formano «Cosa Nostra» a intrattenere rapporti stretti con la cosiddetta «mafia perdente» in Sicilia: Gaetano Badalamenti, il mentore di don Tommaso, faceva capo anche a essa, oltre che alla propria organizzazione autonoma negli Usa — la «Pizza Connection» appunto — per il traffico dell'eroina proveniente da Palermo. Cesare Bonventre, infine, era giunto a New York soltanto 15 anni fa, da Castellammare del Golfo, e nel giro di un decennio, con una fulminea scalata, era diventato guardia del corpo del «capofamiglia» Carmine Galante. «Non sono coincidente — ci ha detto il procuratore di New York Giuliani — sono i retroscena di una guerra mafiosa in cui non riusciamo ancora a districarci. Non ci sorprendono gli omicidi di Aiello e di Bonventre, che ad aprile sfuggi per poco alla cattura. Ci sorprende clic l'affare Buscetta non abbia avuto conseguenze più sanguinose negli Stati Uniti. Spero davvero ir una svolta decisiva nelle indagini sui legami tra New York e la Sicilia, e in particolare sulla rotta dell'eroina». 11 procuratore fa un'immediata distinzione: «La l'izza Connection — dichiara — V abbiamo quasi sgominata-. Quasi tutti i mafiosi coinvolti con Buscetta e Badalamenti sono stati individuati: gli uomini da loro mandati negli Stati Uniti e la «Famiglia Bonanno» non possono più nuocere. 'Ma rimane la Sicilian Connection — aggiunge Giuliani —, la Cosa Nostra americana che operava prima e continua, ud operare' senza la vostra mafia perdente-. Lo spaccato del traffico della droga in territorio americano è quello di due corporations separate: la prima made in Italy, sconvolta adesso dall'affare Buscetta, la seconda made in Usa. E' per questo, ci spiega Eric Rosenquist, il direttore del reparto Investigativo della Dea, che non si può ancora valutare appieno la portata per gli Stati Uniti dello scandalo che agita l'Italia. «Se Badalamenti e Buscetta ci rivelassero i segreti concernenti la nostra vecchia mafia, die possiede le sue fonti di approvvigionamento di eroina, allora sì sarebbe un colpo da maestro» rileva Rosenqulst. 'Altrimenti, da noi la vicenda rimarrà più contenuta che da voi». Il funzionarlo della Dea pensa che, a differenza dell'Italia, le diramazioni della nuova mafia in America non abbiano raggiunto i vertici politici. «Se qui essi tengono rapporti con la criminalità organizzata — osserva —, è con quella locale». Le due corjìorations mafiose hanno concluso affari, ma ciascuna badando a mantenere la propria indipendenza dall'altra. Per il momento, l'importanza della «Pizza Connection. — l'arresto di Badalamenti in Spagna — e delle rivelazioni di Buscetta è questa: che il flusso dell'eroina da Palermo è diminuito di almeno il 60 per cento, dato che la nuova mafia riforniva la maggioranza del mercato; e che è stata bloccata l'importazione delle ultime leve di mafiosi, i più violenti e sanguinari. «£' già un grosso risultato — conclude Rosenqulst — dovuto pure, bisogna ammetterlo, a un colpo di fortuna». Un altro grosso risultato è la collaborazione instauratasi tra le autorità inquirenti italiane e americane. «Serre da modello per altri Paesi, come la Colombia, che è la massima fonte del commercio della cocaina, complici la Bolivia, il Perii, il Nicaragua e Cuba». La Dea è l'antidroga, e 11 quadro che essa fa del vi¬ zio negli Stati Uniti è raccapricciante. -Contiamo mezzo milione di eroinomani, oltre 4 milioni di cocainomani, circa 20 milioni di gente che usa hashish o marijuana», dichiara Rosenqulst. Quello italiano è solo un aspetto del problema. Qui ormai trafficano in stupefacenti i produttori, come 1 birmani e i messicani, persino i nigeriani e gli afghani. Esistono più mafie che dita delle mani, ogni anno ne salta fuori una, cinese e vietnamita, turca e libanese. La vecchia «Cosa Nostra» è il gruppo meglio organizzato, con il fatturato maggiore: 168 miliardi di dollari annui, secondo la commissione pre¬ sidenziale istituita l'anno scorso, quasi 320 mila miliardi di lire, più della compagnia petrolifera Exxon, che è 11 gigante mondiale. Ma la «onorata società» non s'interessa solo di droga: poggia altresì sul gioco d'azzardo, la prostituzione, il contrabbando, l'acquisto e la vendita di armi. La lotta contra la mafia italo-americana tradizionale continua però ad avere la precedenza. E' in corso a Newark, nel New Jersey, il processo per droga ai Gambino e agli Spatola, membri della «Famiglia» più potente del Paese, a cui si appoggiò Michele Sindona. L'Fbi 11 ha •incastrati» tramite due agenti, spacciatisi per tossicomani, che hanno pagato loro 110 mila dollari, oltre 200 milioni, per una partita di eroina. In un'inchiesta separata, il «capofamiglia» Paul Castellano, l'erede di Charles Gambino, «il capo del capi», morto nel suo letto di vecchiaia, nel '76, è stato incriminato per omicidio e un'altra ventina di reati. La polizia federale tenta disperatamente di mandare la «Famiglia Gambino» al tappeto: se riuscissero a indebolirla, quelle minori si sfalderebbero. Ma neppure i «soldati» parlano: non sono come Joe Valachi, che negli Anni Sessanta al Congresso vuotò il sacco su Lucky Luciano, facendo del senatore Kefauver. il capo della Commissione alla giustizia, un eroe nazionale. Giuliani e Rosenqulst si augurano che l'intesa tra Roma e Washington che ha consentito la sconfitta della «Pizza Connection» permetta anche quella della «Sicilian Connection». Essi osservano che le strutture della «onorata società» nell'isola e in America sono pressoché identiche. Anche la mafia Usa è go¬ vernata da una «commissione». La compongono nove capi, quelli delle cinque «Famiglie» newyorchesi, Paul Castellano per la Gambino, Philip Rastelll per la Bonanno, Carmine Persico per la Colombo, Antonio Corallo per la Lucchese, Philip Lombardo per la Genovese. A essi si aggiungono 1 capi delle «Famiglie» di Detroit, Chicago, Filadelfia e Buffalo. Attualmente, la commissione è semiparallzzata: Ras tei li è in carcere, dopo le morti di Patriarca e di Testa, le «Famiglie» di Filadelfia e di Buffalo sono dilaniate da falde. A parere del due uomini, le 24 «Famiglie» mafiose negli Stati Uniti hanno 2000 «soldati» e 20 mila associati. E' il 10 per cento In meno di dieci anni fa, e il fenomeno è attribuito alla scarsità di nuove leve, al desiderio degli anziani di Indirizzare 1 figli verso attività legittime, e alla «concorrenza straniera». Ma si tratta pur sempre di un numero enorme. Le cinque «Famiglie» di New York arrivano da sole a 800 uomini: 250 la Oambino, tra 200 e 150 ognuna le altre. Al di fuori della metropoli, la «Famiglia» più forte è quella di Aiuppa, di Chicago, l'ex dominio di Al Capone. I Gambino hanno esteso 1 loro interessi non solo al vicino New Jersey, ma anche alla Pennsylvania, al Nevada, alla Florida, alla California. Ennio Claretto m VVT<> GENOVESE FAMILY tv ti! e a. "*T ti" ' | «T i: m i" r. W r v à. II V. i . ■r: l m r m •<v $£t£ ' m. 11 i I! r i! lì- m ■f«j i. 0 f ■ s«" -*k ■■ V, Washington, 1963. Joe Valachi, «pentito» degli Anni Sessanta come oggi Tommaso Buscetta: di fronte a un organigramma della famiglia mafiosa di Vito Genovese, depone davanti alla commissione alla Giustizia presieduta dal senatore Kcfauvcr