Cubo di Rubik truffa dall'Est di Giampaolo Dossena

Cubo di Rubik truffa dall'Est Cubo di Rubik truffa dall'Est Tramontato come gioco, anzi come mania collettiva a livello planetario, il Cubo di Rubile torna a far parlare di sé come soggetto di cronaca nera. E' della settimana scorsa la notizia, già riferita e commentata dal nostro giornale, che la corte distrettuale di Wilmington, Delaware, ha tolto la paternità del Cubo all'ungherese Emo Rubik (che si credeva lo avesse inventato nel 1977 o "76) per attribuirla all'americano Larry Nlchols (che l'ha inventato nel 1969 e l'ha brevettato nel 1972). Ora 11 supplemento letterario del Times di Londra dà notizia di un libro pubblicato in Ungheria (Andràs Mezel, Magyar Kocka, 437 pagine), che racconta la storia del Cubo come esemplo classico della contrapposizione fra metodi produttivi d'Oltre cortina e metodi distribuitivi occidentali. E' la storia di un disastro economico d'Oltrecortlna, tanto più interessante in quanto raccontata da fonte non sospetta. Per esemplo gli ungheresi, disperati perché non riuscivano a soddisfare le crescenti vertiginose richieste del mercato americano, a un certo momento commissionarono un milione di cubi alle formiche di Hong Kong, e 11 fecero passare in Svizzera come «Mode in Hungary' col risultato che 800 mila tornarono Indietro perché non funzionavano. Notizie piccanti, chiare, semplici. Forse un po' semplicistiche? La verità ha tante facce, il Cubo ne ha set.. Notizie forse un po' superficiali? Il Cubo ha tante faccette colorate, ma cosa c'è dentro? Se, come ci dicono da Londra (telefonare a Wilmington e a Budapest è un po' meno facile), il Cubo di Nlchols ha dentro un gioco di calamite, cioè sta Insieme per forza magnetica, è un bel po' diverso dal Cubo di Rubik, che ha dentro un giunto articolato, uno snodo meccanico. E un brevetto deve riconoscere la paternità di un'idea o la paternità di un'invenzione tee-, nlea? Per l'uomo della strada 11 nocciolo della questione è se l'ungherese Rubik per qualche misterioso canale ha copiato l'invenzione — o l'idea — dell'americano Nlchols, o se, In buona fede, si è inventato o «reinventato», immaginato o .reimmaginato» 11 Cubo per conto suo. La seconda, ottimistica ipotesi, non è per niente assurda. Il famosissimo gioco del Monopoly (che In Italia fu posto in commercio da Emilio Ceretti per le feste di Natale del 1936 col nome Italianizzato di Monopoli) risulta Inventato nel 1930 da un certo Charles Darrow di Germantown, Pennsylvania, Idraulico e venditore di impianti di riscaldamento restato disoccupato, alla fame, per la crisi del '29. Però un gioco quasi identico era stato brevettato trent'anni prima, nel 1904, da una certa Lizzie J. Magie di Brentwood, Maryland. E questa è una quisquilia di storia contemporanea. Gli antropologi al massimo livello discutono di ben altri problemi. Il gioco nazionale dell' India, il Pachisi (largamente documentato dal 1542-1605) è quasi Identico al gioco nazionale degli Aztechi, 11 Patolli (ben documentato dal 1519). Certamente Pachisi e Patolli sono antichissimi. Possono costituire una prova di contatti preistorici fra l'Asia e 1' America meridionale? Secondo il grande antropologo Theodor Kroeber è più probabile che gU indù e gli aztechi si siano inventati questo schema di gioco ciascuno per conto loro: come potrebbero aver fatto ai nostri giorni 1' ungherese Rubik e l'americano Nlchols. Giampaolo Dossena