II fisco Usa colpisce Bulgari

II fisoo Usa colpisce Bulgari New York, irruzione nella gioielleria e sequestro di registri cifrati II fisoo Usa colpisce Bulgari DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Una ventina di agenti della polizia e del fisco, sette del quali in divisa, hanno fatto irruzione da Bulgari e sequestrato registri cifrati e bigiotteria. L'incursione nella gioielleria italiana, una delle più note di New York, è avvenuta nel corso di un'inchiesta su presunte evasioni fiscali. Bulgari, che è situato all'Hotel Pierre, lo stesso dove dimorò per alcuni anni Michele Sindona, è accusato di aver frodato 11 Comune della «sale tax», l'Imposta sulle vendite. La gioielleria, diretta da Denise De Luca, aveva rifiutato di fornire alcuni registri all'autorità e aveva negato 1' esistenza di altri, scoperti invece venerdì nelle sue casseforti. I poliziotti sono piombati al Pierre, nella Quinta Avenue, di fronte al Central Park, nello stile dei gialli di Hollywood, scendendo di corsa dal furgone, bloccando tutte le uscite e coordinando i movimenti con le radio portatili. Per mezz'ora, dalle 10,30 alle 11 del mattino di venerdì, Bulgari è rimasto chiuso, con i clienti dentro, mentre al di là delle vetrine occhieggiava una folla incuriosita. Al Pierre si raccoglie solitamente 11 fior fiore della società newyorkese e del mondo diplomatico internazionale. Ha diretto l'operazione uno del sostituti procuratori di New York, Edward Saslow, che ha esaminato accuratamente documenti e gioielli e ha interrogato il personale prima di far portare via alcuni grossi pacchi. L'Imposta sulle vendite (negli Stati Uniti non esiste 1' Iva) è comunale e varia a seconda delle località. Nella città di New York è dell'8.25 per cento, cioè di 825 dollari per un gioiello di 10.000 dollari. La sua evasione, secondo il sindaco Koch, costa al Comune milioni di dollari l'anno, miliardi di lire. Taluni commercianti, infatti, non la fanno pagare ai clienti. Poiché la «sale tax» non è Imponibile al residenti in uno Stato diverso da quello di New York, essi simulano, ad esemplo, una vendita a un lontano Indirizzo: in questo caso, consegnano 11 gioiello vero al cliente e mandano per posta bigiotteria da pochi soldi fuori dallo Siato. Sul registri figura naturalmente la seconda operazione. Il sostituto procuratore ha dichiarato che lo scopo dell' incursione è stato anche dimostrativo, è servito cioè come monito ad altri celebri negozi, non solo di gioielli ma anche di pellicce e in genere di oggetti di lusso. 'Questo tipo di evasione fiscale è assai diffuso — ha asserito —. il motivo per cui abbiamo scelto Bulgari è che si trovava sotto inchiesta da alcuni mesi e rifiutava di collaborare: La gioielleria italiana, se giudicata colpevole, dovrà pagare arretrati e interessi sull'imposta delle vendite e rischia anche sanzioni penali: le autorità non escludono, infatti, che emergano violazioni fiscali ancora più gravi. La primavera scorsa, dopo che si era diffusa la notizia dell'apertura dell'inchiesi') su Bulgari, che gode di en irate prestigio, alcuni commercianti avevano spontaneamente regolarizzato la propria posizione. Il New York Times ha riferito che un celebre collezionista di francobolli, che per quindici anni aveva gestito un negozio a Manhattan, ha inviato al Comune un assegno di 136 mila dollari, quanto riteneva di dovergli, cioè circa 260 milioni di lire. La pubblicità e lo scandalo provocati da questo episodio hanno indotto anche 1 Comuni degli Stati vicini, li New Jersey e il Connecticut, ad avviare indagini analoghe, in collaborazione con quello di New York.

Persone citate: Bulgari, Denise De Luca, Edward Saslow, Koch, Michele Sindona