Marisa Fabbri, teatro di filosofia e tv

Marisa Fabbri, teatro di filosofia e tv VENEZIA BIENNALE: da Spinoza il caso «Praefatio» con la regìa di Ellis Donda, e «Le radici dell'amore» Marisa Fabbri, teatro di filosofia e tv DAL NOSTRO INVIATO ! VENEZIA — Ogni rassegna ìculturale, ogni festival tiene 'in serbo per i suoi spettatori un «caso»; una proposta intellettualmente provocante, uno spettacolo audace e rigoroso, non concluso tuttavia in se stesso, ma aperto alla ri-' flessione e alla discussione, fecondo di nuove prospettive. Il «caso» di questa 32" Biennale si intitola Praefatio, è coprodotto dalla Biennale stessa e dallo Stabile FriuliVenezia Giulia, sola protagonista Marisa Fabbri, regista V 'esordiente a teatro, ma non in filosofia, Ellis Donda. La prefazione del titolo è, infatti, quella del Trattato teologtco-polltlco di Baruch .Spinoza, uno dei capolavori | della moderna filosofia (1670), i stupenda rivendicazione del diritto di ogni uomo alla Ragione e alla Libertà contro le panie della Superstizione e i soprusi del Potere. Ma che ci sta a fare a teatro — si cWe; Aera giustamente il lettore — la premessa di un'imponente e ardua summa filosofica? Proprio in questa domanda sta il senso della provocazione certo non gratuita di Fabbri-Donda, in ciò consiste il «coso» che hanno voluto suscitare. Si può recitare — si sono chiesti attrice e regista — il pensiero in atto? Si può fare oggetto di una rappre-. sentazione la speculazione pura nel suo nitido, distinto articolarsi? La loro domanda, per la verità, celava già in parte la risposta, giacché a darle seguito non era un'interprete qualunque, ma un'attrice come la Fabbri, che dal suo incontro quindici anni orsono con Luca Ronconi e in particolare da quelle Baccanti (1978) recitate tutta sola in tuta i ruoli, non ha sino ad oggi fatto altro che sperimentare le possibilità della voce nella resa espressiva dei testi più difficili. Ed anche stavolta, sebbene alle prese con le stringenti argomentazioni del pensatore olandese, questa cinquantatreenne fiorentina, dal volto di Medusa sotto il casco di capelli ricciuti, alta e imponente in una stretta (unica nera, soggioga letteralmente il pubblico della Scuola Grande di san Giovanni Evangelista grazie ad una rigorosa destrutturazione del testo, cui corrispondono, nella sua persona, sintassi e prosodia, pause ed accelerazioni, soffiati e sibilati, impennate timbriche e lievissimi sussurri. Ma c'è insieme alla Fabbri, ad arricchire e, oggettivamente, a rendere più complessa la proposta, quello che potrei chiamare un concerto multimediale. Nella cavea ovoidale in cui il pubblico è racchiuso, tra quattro aite pareti bianche ricurve, •lavorano, infatti insieme all'attrice una qua¬ rantina di televisori e sei prolettori di diapositive. Questi ultimi proiettano, variamente scomposto in sei sezioni adiacenti, uno stupendo quadro di Karel Fabritius, un allievo di Rembrandt, la Resurrezione di Lazzaro; e V affinità non solo nel soggetto (l'uomo che torna alla vita per merito della Grazia accostato ai suoi simili che vi fanno ritorno solo in vlrtii della loro Ragione), ma anche nello spazio e nel tempo (Fabritius e Spinoza lavorano infatti ambedue ad Amsterdam nello stesso secolo) affascina e persuade. Le due batterie di piccoli schermi ai due poli della sala agiscono invece a contrasto con la Fabbri; vi si proiettano infatti spezzoni documentari (molto Reagan) o immagini neutrali (una bellissima bambina, un cane, vari paesaggi esotici), il cui scopo nella loro •impertinenza, è quello di distrarre lo spettatore dalla pertinentissima dimostrazione dell'interprete. Su questa tattica di disturbo è nato, appunto, il caso cui ho fatto cenno, e i primi a sollevarlo, dopo lunghi, caldi applausi all'attrice, sono stati all'uscita gli spettatori stessi delle tre repliche. Ogni parere è valido; ma è indubbio che la parola teatrale dovrà sempre più fare i conti con i temuti, odiatissimi mass media. Guido Davico Bonino Marisa Fabbri ha soggiogalo il pubblico vene/iano. Sono siali suoi parlners 40 televisori e 6 proiettori

Luoghi citati: Amsterdam, Venezia