Ex criminale di guerra nazista il padre del razzo per la Luna

Ex criminale di guerra nazista il padre del razza per la Luna Alla Nasa per 25 anni scienziato che usò i deportati per costruire le V-2 Ex criminale di guerra nazista il padre del razza per la Luna DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Per 25 anni, un criminale di guerra nazista ha lavorato ai vertici del Pentagono e della Nasa, l'Ente spaziale americano, dando un importante contributo alla conquista della Luna, e per altri 10 anni ha svolto una proficua attività di consulente in California. Quando è stato scoperto, qualche mese fa, ha raggiunto un accordo col Dipartimento della Giustizia: ha rinunciato alla cittadinanza americana, ottenuta nel '54, e ha fatto ritorno in Germania, dove i termini per l'incriminazione sono scaduti. Il criminale di guerra nazista si chiama Arthur Rudolph, ha 78 anni, ed è stato uno del più stretti collaboratori di Wernher Von Braun, il «padre» delle V-2 nella seconda guerra mondiale. Giunto negli Stati Uniti nel '46, ha partecipato alla costruzione dei missili Pershlng 1, installati in Europa, ed è stato 11 responsabile del progetto Saturno 5, il missile più grande mai prodotto dagli Usa, che consenti alle navicelle Apollo di raggiungere la Luna. Tra il '43 e il "45, Rudolph diresse la fabbrica sotterranea delle V-2 di Dora Nordhauscn. Secondo il ministero della Giustizia americano, 'perseguitò i condannati ai lavori forzati, inclusi i prigionieri dei campi di concentramento, addetti alle V-2, e tenuti in condizioni disumane«. A Dora Nordhausen, su 60 mila prigionieri usati come operai, circa 20 mila morirono di stenti e torture. Arthur Rudolph arrivò a Dora Nordhausen nell'autunno '43. Nella gerarchla del comando figurava al quinto posto. I detenuti lavoravano tra 12 e 13 ore al giorno in un caldo spaventoso, quasi senza cibo e senza acqua, e dormivano sulla pietra nuda. Chi si fermava veniva impiccato per sabotaggio, davanti a tutti, dall'alto di una gru. Una testimone ai processi contro 1 criminali di guerra nazisti, Hannelore Bannasch, affermò che la denuncia di sabotaggio veniva firmata sempre da Rudolph, e che questi assisteva spesso alle esecuzioni in massa. «Doveva essere anche al corrente — dichiarò — che i prigionieri ve¬ nivano selvaggiamente picchiati-. Nelle sue memorie, uno dei gerarchi nazisti, Albert Speer, ha definito •barbarele condizioni della miniera: a Quando la visitammo, ne rimanemmo traumatizzati: Insieme col direttore della fabbrica, Georg Rlckney, Rudolph, che sovrlntendeva alla produzione delle V-2, fu portato negli Stati Uniti nel '46, con alcune decine di esperti di missilistica come Von1 Braun. Il maggiore dell'aviazione Eugenc Smith condusse un'inchiesta, ma Rudolph smentì tutti 1 fatti attribuitigli. Rlckney, che fece qualche ammissione, fu rimandato in Germania, processato, giudicato innocente e lasciato libero. Il Pentagono cooptò il criminale di guerra nel suol programmi «Overcast» e «Paperclip» sulle V-2. Nel '51, gli affidò la direzione tecnica della fabbrica dei missili Recisione e nel '61 quella dei Pershing. Subito dopo, Rudolph fu chiamato dalla Nasa insieme con Von Braun. Rudolph lavorò al Saturno 5, e nel '69, dopo lo sbarco di Armstrong e di Aldrln sulla Luna, fu insignito della massima decorazione dell'Ente spaziale americano. Nel '70, passò alla libera professione, trasferendosi in California. La pubblicazione del libro di uno dei sopravvissuti di Dora Nordhausen, 11 francese Jean Michel, e un decreto presidenziale del '79 contro i crimini di guerra nazisti Indussero il Dipartimento della Giustizia a riaprire 11 «caso Rudolph». L'inchiesta si concluse alla fine dell'83. Rudolph ha lasciato gli Stati Uniti lo scorso marzo, e ha consegnato il passaporto al consolato americano ad Amburgo a maggio. Ennio Carctto