La «scure» della Cee cala sul latte italiano
La «scure» della Cee cala sul latte italiano Da Bruxelles una doccia fredda per il nostro Paese La «scure» della Cee cala sul latte italiano Pandolfì aveva lasciato sperare che potessimo non pagare la sovrattassa per le produzioni eccedentarie, o che comunque potesse versarla il governo al posto dei produttori; ma la Commissione comunitaria ha detto di no ROMA — L'Italia ha prodotto nell'83 un quantitativo di latte superiore a quello assegnatole dalla Cee (100,8 milioni di quintali rispetto ai 99,1). Pandolfi — dando Ieri questo annuncio in una conferenza stampa — ha assicurato che è stato chiesto a Bruxelles di non far pagare questa tassa ai nostri produttori (eventualmente, sarà il governo a versare l'importo). Ma poche ore dopo è arrivata dalla Cee una doccia fredda: la Commissione non intenderebbe autorizzare lo Stato italiano a pagare la tassa al posto dei produttori Sembra una questione a\ lana caprina: che paghino gli allevatori o lo Stato, per la Cee che differenza fa? Invece, è un problema Importante, perché facendo pagare gli agricoltori di tasca loro, forse si responsabilizzano (questo almeno è lo scopo della norma), e tentano di ridurre la produzione delle loro stalle (la Cee sta annegando nel latte, ma l'Italia non ne ha colpa, perché le eccedenze sono causate da Francia, Germania, Danimarca e Olanda). La notizia da Bruxelles — diffusa dall'Agenzia Ansa — riferisce che fonti vicine al Commissario Cee per l'Agricoltura, Paul Dalsager, hanno commentato negativamente la richiesta dell'Italia di essere considerata un -unico bacino di produzione di latte-, cioè un'unica latteria. Era appunto in questo modo che si tentava di aggirare la norma imposta dalla Cee. Comunque, Bruxelles esaminerà la richiesta di Roma quando giungeranno i dati sulla nostra produzione del 1983, dati che non risultano ancora arrivati alla Commissione (Pandolfi dice di averli inviati). L'Italia è già stata esonerata dal pagamento della tassa alla scadenza prevista per il 15 novembre, mentre gli altri Paesi ne pagheranno la metà. Il nostro governo ave-' va chiesto l'esonero perché la tassa era slata imposta dalla Cee al fine di ridurre le eccedenze, e l'Italia non ha mai prodotto latte in sovrappiù: anzi, ne importiamo ogni anno, proprio dai Paesi comunitari nostri partners, ingenti quantitativi. Dopo la notizia sulla tassa del latte — smentita poi dalla Cee — Pandolfi nella conferenza stampa ha annunciato che la prossima settimana sarà pronto il decreto che fissa 1 «premi di riconversione produttiva-, cioè le somme che saranno date agli allevatori che abbandoneranno questa attività. Per questi premi ci sarà uno stanziamento di 120 miliardi in due anni ('84 e '85). Si tratta in pratica di far chiudere un certo numero di stalle, affinché la produzione di latte diminuisca e il nostro Paese rientri nei limiti di produzione stabiliti dalla Comunità, al fine di ridurre le i : i eccedenze. -Bisogna aiutare a uscire dal mercato — ha detto Pandolfi — le produzioni di vacche da latte che hanno i conti in rosso: E' stato chiesto al ministro se per caso l'Italia non inten- da barattare la questione del latte con quella del vino. 'Rimaniamo irremovibili su quest'ultimo fronte — ha risposto Pandolfi — e non vediamo ragione per mettere alla vitivinicoltura alcuna sorta di vincolo. Non c'é alcun motivo per cui la Francia debba essere messa al riparo dal vino italiano, die è più competitivo-. 1. b. • La First Chicago Corporation ha chiuso il terzo trimestre in perdita di 71,8 milioni di dollari contro utili netti per 49,1 milioni di dollari nell'analogo periodo dell' anno scorso. Per 1 primi nove mesi dell'anno, la banca ha visto gli utili scendere nettamente a 30,9 milioni di dollari contro 1135,6 milioni di dollari del corrispondente periodo del 1983.
Persone citate: Pandolfi, Paul Dalsager
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