Piazzolla, il tango si veste di jazzrock

Piazzolla, il tango si veste dijazzrock Piazzolla, il tango si veste dijazzrock MILANO — Ci sono personappi che per qualità artistiche, per varietà di interlocutori, per profondità di lavoro sono ormai diventati cittadini del mondo, viandanti di lusso, menestrelli per i quali la lingua, la cultura d'origine, non sono ostacoli, ma un tramite ulteriore: Astor Piazzolla, 63 anni, argentino ma capace di costruire da sempre con la sua musica rapporti internazionali ad alto livello, è uno di questi. Da trenta, quarant'anni, Piazzolla agita il suo bandoneon, una fisarmonica piti, piccola e più tozza rispetto a quelle nostrane, come un vessillo, ed è quello strumento un formidabile passaporto che lo conduce a spasso per il pianeta dodici mesi l'anno, uno strumento sorprendente che tra le sue mani incanta e seduce, pervaso di una forza espressiva insospettata e di una varietà sintattica di suoni e di musica dai mille colori. L'altra sera si è esibito in concerto a Milano, al teatro Nazionale, proveniente dalla Francia, in transito per la Germania, ed è stata per questa stagione l'unica apparizione italiana, casuale, dettata dall'affetto per una delle numerose sue «altre patrie», dove registra regolarmente i dischi (il prossimo, ultimo di una settantina circa, Oblivion, sarà in commercio a giorni). Sul palco, attrezzalo alla meglio, con luci avare di effetti, insieme al maestro salgono altri quattro musicisti, plano, chitarra elettrica, violino, contrabbasso. La loro proposta non è eccessivamente facile, né popolare, ma il pubblico lo sa; e se alcuni passaggi possono apparire a orecchie distratte o poco allenate monocordi e addirittura involuti, il riscontro di applausi e. di incitamenti è ugualmente fragoroso, caldissimo. Piazzolla è l'uomo che ha rivoluzionatoti vecchio tango argentino con innèsti 'JSSS~e coti accorte? ntaWpola^onl, rendendolo un raffinato prodotto di oggi; ma egli va giustamente famoso anche per i frequenti, solerti rapporti di collaborazione con il cinema — una cinquantina di colonne sonore, tra cui vanno ricordate quelle di Cadaveri ec- celienti di itosi e del recente Enrico IV di Bellocchio — ma piii della produzione sterminata con cui il virtuoso di bandoneon ha invaso il mercato, è importante il ruolo rivestito dal musicista nel rinnovamento di un filone della musica di origine latino-americana. «L'artista che non ha desiderio di sperimentare, di provare nuove sensazioni — spiegava Piazzolla alla fine del concerto, mentre i camerini venivano assediati da ammiratori in festa e connazionali avanti con l'età — è un artista morto. Ed lo mi sento vivo, con la voglia di fare tante cose. Scrivo da argentino, vado fiero del mio popolo e sento che far conoscere la musica argentina è 11 mio compito, un compito del il quale sono onorato». Forse proprio perché non si finisce mai di imparare e di conoscere, Piazzolla dopo tante collaborazioni a diciotto carati (da Salvatore Accordo a Grace Jones, dal poeta Horaclo Ferrer alla musicologa Nadia Boulanger, da Mina a Modugno) si appresta a un nuovo connubio ricco dì ipotesi. In primavera una tournée mondiale lo vedrà affiancato a Milva ('«Una cantante e una donna eccezionale, che ha una sensibilità che non le preclude nulla».,), un recital tra canzone, Brecht e tango, in grado di stimolare la curiosità e la fantasia. Talvolta discusso in patria dai tradizionalisti che non ne apprezzano le deviazioni e in particolare le improvvisazioni di gusto jazzistico, Piazzolla in effetti viaggia ormai su lunghezze d'onda proprie e difficili da codificare: la sua poetica è fatta anche di comunicazione faticosa, di armonie contorte, ma poi si assiste anche a esplosioni di energia che per spirito e impulsi si avvicinano al mondo del rock. Segno che la musica e i musicisti sono guidati dal le idee, e Je idee, tango purista o menojnòft'lifanfib frontiere. Fortunatamente; e. g,

Luoghi citati: Francia, Germania, Milano, Milva, Modugno