Londra teme un'offensiva dell'Ira (e si riparla della pena di morte) di Paolo Patruno

Londra teme un'offensiva dell'Ira (e si riparla della peno di morte) Eccezionali misure di sicurezza dopo l'attentato di Brighton: la polizia ispeziona Parlamento e sede del governo Londra teme un'offensiva dell'Ira (e si riparla della peno di morte) Nelle strade sono tornati gli agenti con i cani-poliziotto - Scotland Yard non sottovaluta la minaccia dei terroristi di colpire altri obiettivi • La Thatcher: «Voterò, come sempre ho fatto in passato, per la condanna capitale di chi toglie la vita agli altri» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Lo choc dell' attentato di Brighton ha lasciato 11 segno. Ieri pomeriggio, in un'intervista alla tv, la signora Thatcher ha annunciato che voterà personalmente a favore della reintroduzione della pena di morte per i terroristi. Un progetto di legge era già stato preannunciato da un gruppo di deputati conservatori subito dopo 11 massacro al «Grand Hotel» e sarà discusso alla riapertura del Parlamento a fine mese. Maggie Thatcher ha dichiarato di essere convinta che Wa gente pronta a toglier la vita agli altri perde a sua volta il diritto di vivere. Credo che la pena capitale dovrebbe essere usata molto raramente, ma ritengo che nessuno dovrebbe essere sicuro che per qualsiasi delitto sfuggirà alla morte; ha concluso 11 primo ministro. Margaret Thatcher ha votato personalmente anche in passato a favore della pena capitale; ma nell'ultimo dibattito tenutosi ai Comuni lo scorso anno, all'inizio dell'attuale legislatura, lo schieramento contrarlo aveva prevalso. Il clima nel Paese è però radicalmente mutato dall'alba di venerdì e, sulla spinta emotiva del massacro perpetrato dall'Ira, gli osservatori politici ritengono possibile un capovolgimento della votazione. La rinnovata popolarità di 'Maggie Cuor di Leone; come è stato soprannominato 11 premier dalla stampa popolare per il coraggio e la forza d'animo dimostrati dopo l'attentato, potrebbe consigliare infatti a molti deputati conservatori di votare a favore del ristabilimento della pena di morte. Da quattro giorni l'Inghilterra vive sotto l'incubo delle bombe dell'Ira. Nelle strade di Londra sono ricomparsi i poliziotti accompagnati dai cani addestrati ad «annusare» gli esplosivi, segno visibile dei periodi di maggior tensione. Ieri, poi, la polizia ha passato meticolosamente al pettine la residenza del primo ministro, al numero 10 di Downing Street (prima di una riunione del governo), poi gli edifici ministeriali a Whltehall, 11 quartier generale del partito conservatore e infine la Camera dei Comuni a Westmlnster, dove, a fine mese, si terrà la solenne cerimonia di riapertura alla presenza della regina. Si tratta soltanto di allar¬ mismo, per di più a scoppio ritardato? Le analisi degli specialisti dell'anti-terrorismo, basate su informazioni raccolte da «infiltrati» nei circoli estremistici nordirlandesl, paiono convalidare i più farneticanti «proclami» diffusi dall'Ira o dai suoi fiancheggiatori a Belfast e a Dublino. Secondo questa diffusa interpretazione, dunque, l'attentato di Brighton potrebbe davvero essere il segnale d'inizio di una campagna del terrore diretta contro «obiettivi di prestìgio.', come ha detto cinicamente a Belfast un portavoce del Sinn Fein (11 partito degli ultras cattolici) alludendo al membri dell'establishment britannico. Scottata dalla sofisticata fattura della bomba nascosta nel «Grand Hotel», Scotland Yard appare quindi incline a prestar attenzione alle minacce dell'Ira e intende innalzare una cortina di protezione attorno ai personaggi più esposti: ministri e membri della famiglia reale, politici, magistrati, poliziotti. Le indagini procedono a ritmo serrato e con qualche risultato incoraggiante. Gli investigatori irlandesi, coadiuvati da uomini dell'antiterrorismo britannico, hanno scoperto presso Dublino un arsenale dell'Ira, una fabbrica dove venivano realizzati ordigni a tempo del tipo di quello usato a Brighton. Può essere un colpo duro lnferto al terrorismo ma Scotland Yard non si illude: già troppe volte l'Ira è risorta dalle sue ceneri. Londra ha usato più 11 bastone che la carota in Ulster ma con scarsi risultati: la repressione militare, le durezze della detenzione politica, le confessioni del «pentiti» hanno appannato solo temporaneamente le capacità operative dell'esercito clandestino. Ma dopo un periodo di eclisse, la lotta è ripresa, sempre più feroce. Di certo fin quando Londra agirà solo sul piano poliziesco-mllitare, senza muoversi a livello politico, trincerandosi dietro la volontà della maggioranza protestante dell'Ulster di restare parte integrante del Regno Unito, una soluzione appare lontana. La stessa signora Thatcher, parlando ieri della situazione nordlrlandese, ha accennato agli sforzi necessari per avvicinare le due comunità nella prospettiva di «una soluzione a lungo termine: Dopo sessantanni di «guerriglia civile», dopo i 2300 morti che si sono contati nell' Ulster negli ultimi quattordici anni, 11 fossato che divide le due comunità si è riempito soltanto di cadaveri. L'estremismo del nazionalisti cattolici continua a inseguire la riunificazione dell'isola e, come prima mossa, attende il ritiro dei soldati inglesi dall'Ulster, mentre gli «unionisti» protestanti rifiutano qualsiasi concessione, qualsiasi attentato al loro «status» di maggioranza. L'odio fra le due comunità si è fossilizzato, nessun governo, a Londra come a Du¬ blino, è ancora riuscito a spezzare questo circolo vizioso che si nutre di lutti. Ma nessun progresso sarà possibile, secondo l'analisi di tutti i commentatori, senza un accordo tripartito tra Londra, Dublino e Belfast. L'Irlanda aveva avanzato nei mesi scorsi una serie di proposte al governo inglese: in mancanza di una impossibile riunificazione, l'Ulster poteva essere soggetto al «condominio» dei due Stati, con una formula di garanzia incrociata per le comunità cattolica e protestante. Londra aveva accolto con la consueta diffidenza anche questa proposta ma la bomba di Brighton e la solidarietà non solo a parole dimostrata da Dublino hanno Ravvicinato le due capitali. E il mese prossimo la signora Thatcher incontrerà in Ir landa 11 premier Fitzgerald. Paolo Patruno ir ^ ^■"(."i.'iV""™" ma m ■ ÌS* Brighton. Mentre una folla di curiosi osserva lo squarcio provocato dall'esplosione della bomba al Grand Hotel, un signore continua a godersi il sole sulla spiaggia (Tclcfoto)

Persone citate: Fitzgerald, Maggie Thatcher, Margaret Thatcher, Thatcher