La firma di Hinault su un «Lombardia» straniero

La firma di Hinault su un «Lombardia» straniero CICLISMO Niente da fare per gli italiani: il primo, Bombirli, soltanto al 9° posto, il giovane Moroni all'ir La firma di Hinault su un «Lombardia» straniero Il francese solo al traguardo di Como, dopo uno scatto irresistibile sul S. Fermo - A 58" belgi, olandesi, svedesi, irlandesi - Kelly 17 DAL NOSTRO INVIATO COMO — Bernard Hinault ha rivinto il Giro di Lombardia: nel 1979 aveva distrutto tutti in progressione, ieri ha schiantato tutti con un grande e violento finale. Nel 1979 aveva corso da vecchio pedalatore di fondo, ieri ha corso da giovanotto scattante. Hinault ha 30 anni, nell'agosto 1983 è stato operato ai tendini del ginocchio, per la precisione gli sono state «ripulite» le guaine infiammate. Ha ripreso a febbraio, lo davano per finito. Chiude la stagione vincendo Nazioni, Baracchi e Lombardia. E al Tour era finito secondo, dietro al grande Pignon di quei giorni. Hinault, primo a Como con 58" su Ludo Peeters, ieri «è stato» il Giro di Lombardia. Il francese non ha avuto avversari, gli assenti erano tanti ma lui ha vinto in maniera cosi chiara da far pensare che nessuno avrebbe potuto contrastarlo. A 11 chilometri dalla fine ha usato lo strappo di S. Fermo per fare l'uomo solo. Prima aveva sempre cu cito la corsa, portando (a meno 30) se stesso e alcuni paggi su Mottet e Roche, evasi a 40 chilometri dalla fine. Sugli assenti (Moser, Saronni, Argentin, Baronchelli, Pignon, Raas eccetera) Hinault si è espresso cosi: »Non li considero come non partenti, ma come ritirati. La stagione è una lunga corsa, eravamo agli ultimi chilometri, loro si sono fermati, io no». Ha parlato benissimo del pubblico italiano: «Mi hanno applaudilo coinè se fossi Moser, Fignon non ha capito niente di voi, visto die parla male dell'Italia». Andando all'antidoping, Hinault si è poi arrabbiato con alcuni italiani troppo caldi. Ha detto: • Cornuti!». E' proprio dei nostri, insomma. Nel 1979 Hinault era arrivato con Contini, secondo. Ieri il migliore italiano è stato Bombini, nono. Poi Moroni, il brillante giovine di studio Ezio Moroni, undicesimo. Bombini è avanzato nel finale con Jorge Pedersen e con Criquielion campione del mondo. Moroni si è soprattutto difeso. •Avevo tanta paura di non farcela a tenere la distanza — ha detto — e cosi quando Hinault è scattato non ho osato provare anch' io». Cribiorl, il suo ds, gli aveva detto di stare attento ai sussulti della corsa sul Lungolago, dopo le due ascese a S. Fedele d'Intelvi, Insomma ài 30 chilometri finali. Partii za, che poteva fare l'allenatore in corsa, in quel momento era rimasto indietro a recuperare Gavazzi, caduto. Moroni era stato relativamente calmo, all'arrivo aveva magari qualcosa da spendere, e qualche rimorso. Ma nessuno gli aveva mai veramente chiesto di vincere il Giro di Lombardia: nessuno di quelli che hanno buon senso. Inutile e anche assurdo fare un processo al ciclismo italiano sulla scorta di un ordine d'arrivo che, la viglila, ammetteva soltanto una discussione, se primo Hinault o primo Kelly (ieri diciassettesimo). Tutto si sapeva già prima, la gente non ha neppure fischiato. La stagione comunque ci ha trattato bene, con record dell'ora, Sanremo, Giro. Tutto da Moser, è vero, e chissà cosa accadrà quando Moser smetterà di pedalare: Ma se si pensa che un anno fa, proprio al Giro di Lombardia, Moser era dato per finito... «Starno fatti meglio noi vecchi di questi giovani» ha detto Hinault. Hinault si è ringiovanito con l'operazione, con il riposo. Quest'anno ha fatto 104 giorni di corsa contro i 172 di Kelly. Sono cifre che a fine stagione prendono grossa importanza. Ieri Hinault ha lasciato che la corsa si sbrindellasse da sola per i primi chilometri: lunga fuga di undici, cioè Leali, Maini, Mariuzzo. Cavallo, Wiss, Chevallier, Van den Brande, Knockaert, Manders, Laurent, Jourdan (quello del Giro del Piemonte). Vantaggio di quasi 3', recupero del gruppo, allungo di Leali e di Jourdan, seguiti da Pcvenage, Ricco, Salvador. Scrematura continua (199 parliti, 57 all'arrivo), finalmente Hinault davanti. Cadute, coinvolto anche Kelly, recuperi. Al chilometro 210 sortita di Mottet e Roche, risposta di Hainault con pochi intimi, quelli dell'alto ordine d'arrivo, scatto del francese, amen. Hinault alla fine sembrava implacabile come un Mazinga e intanto felice, garrulo come una vispa Teresa. Gian Paolo Ormezzano Ordine d'arrivo: 1. Hinault (Fra), km 251 in 6h58'50", media km/h 40,831; 2. Peeters (Bel) a 58"; 3. Van Vlict (Ola); 4.Prim (Sve); S.Roche (Irl); 6. Van der Poel (Ola); 7. Criquielion (Bel) a 2'27"; 8. Petersen (Dan); 9. Bombini; 10. Gaston (Spa) a 2'34"; 11. Moroni; 12. Masciarelli a 2'52"; 13.Panizza; 14.Kuiper (Ola)