Platini vuol vincere anche a Verona
Platini vuol vincere anche a Verona Platini vuol vincere anche a Verona Ieri il francese ha contribuito con un gol al successo della nazionale transalpina (4-0) in Lussemburgo - Dopo 57' ha chiesto di uscire: «Ormai la partita era decisa» - Limitato il suo dispendio di energie DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — fiuscito dal campo alle 16,43, alle 1828 è salito in aereo, alle 19,30 era a Milano, ha cenato a Slrmione: finora è stato un bel blitz, organissasione ed efficienza. Premio a Montecarlo, televisione a Parigi, gol a Lussemburgo. Fra un aereo e un'intervista, un trasferimento e una partita, Michel Platini ha trovato anche il tempo di salutare i genitori, presenti nel piccolo stadio di Lussemburgo dove la Francia campione europea ha iniziato con quattro gol (a zero) il suo viaggio verso il Messico. In tutto questo, nell'organizzazione del blitz, deve in qualche modo essere intervenuto un regista. La Francia ha segnato tutte le reti nel primo tempo, e così Michel, autore di un gol (il trentacinquesimo con la maglia della sua Nazionale) ha potuto lasciare il terreno dopo 57 minuti e mezzo. Abbastanza riposato, tranquillo, sicuro di poter scendere in campo oggi contro il Verona. Vn giornalista francese, seduto accanto a noi in tribuna, ha commentato la prova del capitano con un complice sorriso: «In questo modo si possono giocare due partite nello stesso giorno». Lo diceva senza acrimonia, una semplice considerazione che noi condividiamo: visto l'incontrò, non pensiamo proprio che sussistano dubbi sull'utilizzazione di Michel a Verona. Il blitz ha colpito anche V immaginazione dei francesi, i quali, sempre sensibili all' esaltazione delle loro grandezze, hanno tentato un accostamento audace e prezioso ricordando il precedente di Jacques AnqueUl che nel 1965 vinse il Giro del Delfinato e la stessa sera viaggiò in auto da Avignone a Nimes e in aereo da Nimes a Bordeaux per vincere il giorno dopo la Bordeaux-Parigi, 535 Km., la corsa più lunga del mondo. «Ho deciso di uscire nell'intervallo — ha affermato Platini —, avevo dato la mia parola alla Juventus. Avevo assicurato a Boniperti che mi sarei risparmiato se le cose fossero andate nel giusto verso. E mi pare di aver ottenuto lo scopo senza tradire la Francia». Con Michel abbiamo fatto il viaggio di ritorno, su un aereo-taxi messo a disposizione dalla Juventus. Tecnico del Grasshoppers Platini, Marini e cinque giornalisti, belle chiacchiere e champagne, un volo piacevole. Platini appariva rilassato: «Come capitano della Francia ho la coscienza a posta E' vero che il comandante deve affondare con la nave, ma solo quando si perde. Diciamo allora che sono uscito in anticipo per non avere tutti gli onori». Lo diceva ridendo, ma serio aggiungeva: «Una cosa è certa, se stavamo 1-0 sarei rimasto in campo fino al termine». £ Henry Michel, nuovo tecnico della Nazionale francese: «Avevo il dovere di pensare anche alla Juventus, oltreché alla mia squadra. Platini ha giocato 45 minuti per la Francia e la Francia ha segnato quattro gol. Poi, cosa potevo fare?». Come si vede, il regista del blitz ha preparato le cose per bene. Tutti d'accordo, tutti contenti. «Ora parlerò con Trapattoni, ovviamente sarà lui a decidere. Però posso tranquillamente affermare che è più facile giocare due partite in due giorni che non in tre: questione di concentrazione», ha continuato Michel mentre il piccolo aereo sorvolava le Alpi puntando su Milano. «Non ho preso botte, sto bene, diciamo che ho fatto una partita nel tempo di un allenamento. Comunque sono sceso In campo disposto ad incassare colpi: voglio dire che non ho mai pensato di tirare indietro la gamba, sono stato fortunato per come è andato 11 match, io e la Juventus non potevamo chiedere di meglio». Ora dunque tocca a Trapattoni, e vedremo se il blitz, come pensiamo, si concluderà in bellezza come è iniziato. Certo che Platini ci ha dato V impressione, in campo e in aereo, di essere pronto, prontissimo a scendere al .Bentegodi». «Non ho mai corso rischi, contro il Lussemburgo: semmai l'unico rischio poteva esser quello di non segnare. Ma Batttston è andato in gol dopo due minuti, io ho raddoppiato al 12', Stopyra ha fatto tre e poi quattro al 24' e 32': tutto liscio come l'olio, magari fosse cosi anche a Verona». E così il discorso, ovvio, è passato dalla Francia alla Juve, dal passato al presente. «Il nostro problema è uguale a quello dell'Inter, non possiamo perdere. Del resto, a Verona negli ultimi due anni slamo sempre stati sconfitti: dunque non possiamo che migliorare». Un'altra battuta, segno che il morale è alle stelle. E del Verona, chi teme di più? «Elkjaer, temo la sua potenza». Poi via con Mortni, in auto a Sirmione, a parlare con Trapattoni. L'ultimo atto di uno splendido blitz. Carlo Coscia
Persone citate: Boniperti, Carlo Coscia, Elkjaer, Henry Michel, Jacques Anqueul, Michel Platini, Trapattoni
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