Arrivano dal Cile e dalla Russia due nuovi virus dell'influenza di Ezio Minetto

Arrivano dal Cile e dalla Russia due nuovi virus dell'influenza Sta per cominciare l'inverno ed è meglio ricorrere al vaccino Arrivano dal Cile e dalla Russia due nuovi virus dell'influenza Sarà davvero un inverno gramo, questo, per l'influenza, come sembrerebbero far prevedere sia il «cartellino» degli attuali virus «in corsa» che la pronta contromisura contenuta nel nuovo vaccino •84-'85? Dalla famigerata «spagnola» in poi, la scomoda saga annuale dell'influenza ha sempre avuto — a causa dell' ibrido gioco dei virus protagonisti «A» e «B» e delle loro sornione «mutanti» — i suoi corsi e ricorsi e alti e bassi, secondo un grossolano calendario epidemico di periodicità (influenza «cattiva» ogni 3-4 anni) peraltro non sempre rispettato né puntuale e quindi pieno di sorprese. L'ondata epidemica è arrivata, ad esempio, in anni che proprio non si sarebbero detti a rischio e si è affacciata, invece, più o meno clamorosamente e punitivamente, quando proprio non ce lo saremmo aspettato. Demerito, per difetto di vigilanza, dei Centri di osservazione che fanno capo ad Atlanta e a Londra e di là convogliano informazioni di prima mano all'Oms a Ginevra? Tutt'altro, perché la fitta rete mondiale di un centinaio e più di «avvistamenti» dei virus Influenzali è efficientissima: ma sono i virus — in quel loro variabile gioco, apparentemente bizzarro e capriccioso, di associarsi e di prevalere e di mutare e di acquistar virulenza — ad essere imprevedibili. Considerata la complessità del problema non solo tecnico-scientifico ma anche geografico-epidemiologico — come quello di dare o no importanza predittiva al fatto che in giugno vi è stata una «nuova» influenza in Cile e in Guinea e poi in luglio in Nuova Zelanda — prova tu a prevedere quali saranno i virus a venire e quali le loro intenzioni e le possibili trasmigrazioni — da apparato respiratorio di soggetto malato ad apparato respiratorio di soggetto sano, per trasmissione a catena — sino ad eventualmente dilagare da un emisfero all'altro. La difficoltà è grossa ma viene risolta — tenuto conto dei segni d'allarme, dell'identità del protagonisti virali e della epidemiologia — almeno in termini di prudenziale preparazione al peggio. L' Oms quest'anno — vista 1' emergenza, accanto al già «circolato» «A»-Fillppine '82, del nuovi «A»-Clle e «B»-Urss — ha fin dal febbraio scorso impostato in quel senso il vaccino '84-'B5. E' giustificato e quasi ufficiale il timore per 1 prossimi mesi? E' vero che, se contro il primo virus la gran parte di noi è ormai relativamente immunizzata, contro gli altri due — di cui ben poco si sa se non la sigla che indica il luogo e la data del primo avvistamento («A» Cile 1/83 e «B» Urss 100/83) — siamo probabilmente tutti un po' più ver¬ gini e sprovveduti. Sono virus che, proprio perché «nuovi», potrebbero trovare in molti di noi libero campo d' azione. Qualcuno addirittura prevede — vedi la recente Conferenza della Gige («Groupe d'étude et d'informatlon sur la grippe») — che 11 75 per cento della popolazione adulta se ne potrebbe ammalare. Speriamo che abbiano torto e che il previsto possibile appuntamento — non sarebbe la prima volta — vada deserto. Intanto però il consiglio di vaccinarsi — a cominciare dai cardiopatici, diabetici, nefropatici, obesi, asmatici, bronchlticl cronici, anziani sopra 1 70 e i grandi fumatori — è più che valido, vista anche la nostra latina mentalità di popolazione sempre Incurantemente e scetticamente «sottovaccinata». Altrettanto valida la precisazione che l'attuale gran trambusto di raffreddori e bronchltelle banali non deve subito e sempre esser scambiato per una cattiva epidemia in arrivo o in corso. Ezio Minetto