Aperto a Genova il ventiquattresimo salone della nautica con poco pubblico e poche autorità

■ 9 UH) DM ME A Il vento della crisi sulle barche a vela Aperto a Genova il ventiquattresimo salone della nautica con poco pubblico e poche autorità ■ 9 UH) DM ME A Il vento della crisi sulle barche a vela Le vendite calate del 40% - Costa due milioni l'imbarcazione per i bambini - Due scafi abbinati di origine polinesiana GENOVA — La crisi delle vele c'è ma non si vede anche se nessuno dimentica l'incubo del quaranta per cento di calo nelle vendite. I cantieri reagiscono curando alla pignolerìa i loro pezzi, tutti pregiati. E cari. Per navigare spinti dal vento oggi occorrono capitali. La barca dei bambini, l'Optimist, lunga due metri, parte da un milione presto raddoppiato da Iva e dai numerosi optionals del caso. Per arrivare a un cabinato occorrono almeno una ventina di milioni. Le eccezioni si contano sulla punta delle dita, il grazioso «Scherzo» di Abrami con deriva alzabile, il sempre attuale J24 (5000 esemplari naviganti nel mondo) ed un sorprendente Surprise (il nome ricorda la tragica disavventura di Fogar nel Sud-Atlantico; è invece applicato a un 7,65 costruito in Francia presso Poitiers). Altra barca accessibile, il Mattia 7,50, disegnato da Contreas e posto in offerta speciale-salone. E' un catamarano, due scafi abbinati. Sono questi i mezzi dell'avvenire. Di lontana origine polinesiana non sono frenati dal peso del bulbo e risultano pertanto velocissimi. Nelle regate oceaniche i francesi li hanno portati a successi impressionanti: record di traversata dell'Atlantico in 8 giorni e mezzo dopo che per circa 75 anni il tempo era rimasto fermo sui 12 giorni; competizioni di 5 mila miglia vinte a medie superiori ai 20 km/h. I pluriscafi in Italia non hanno buona stampa perché poco conosciuti e soprattutto perché sono larghi il doppio dei monoscafi. Con la crisi dei porti il problema è ormeggiarli anche se per i più piccoli durante le crociere-campeggio, si può ricorrere al sistema di trarre a riva gli scafi, cosi come faceva Ulisse con le sue barche. Tra i battelli tradizionali sempre nel limiti dei sogni non-proibiti interessante la no vi tà Gigi. La denominazione "ha orìgine tutt'altro che banale. L'ha inventata Renzo Durand De La Penne, il fratello di Luigi, l'eroe di Alessandria, famoso pilota del mezzi d'assalto che dopo l'8 settembre fu decorato a Malta di medaglia d'oro, proprio dal comandante della corazzata che l'italiano aveva affondato in un'impresa storica. Il De La Penne junior non risale a ricordi epici nel presentare il suo prototipo. Sottolinea invece la solidità di linee da peschereccio e 1' abitabilità di un mezzo che non arrivando neppure ai sei metri (è lungo 5,98) ha quattro posti letto, altezza d'uomo in cabina ed ampio pozzetto. Se ben protetto dal punto di vista commerciale il Gigi farà strada. Nella categoria di imbarcazioni caratterizzate da listini ad almeno nove cifre molto ammirato l'italiano Solaris One. In questo accurato 14 metri si nota un ritorno alla tuga dopo tanta ammirazione profusa in passato per le linee filanti del flush deck. Il rialzo centrale del ponte permette di portare in alto, sottocoperta, anche il pagliolo col risultato di far posto in centina ad un serbatoio d'acqua di 2000 litri e di carburante di 600. Difficoltà di rifornimenti e code ai benzinai, incubo di tante crociere estive, sono praticamente soppresse. Altrettanto interessante un nuovissimo Grand Soleil 46 (14 metri, 12 tonnellate) disegnato dal francese di Imola Alain Jèzéquel, il modello è stato finito appena quattro giorni orsono ed ha tutti 1 particolari estremamente accurati, incominciando dalla cabina armatoriale a prua. Costa 253 milioni. Iva e motore compreso. C'è da vergognarsi ad aggiungere che è un prezzo non troppo alto in confronto allo standard generale. Nel complesso di barche imponenti che caratterizza il Salone, poche sono ovviamente le derive. La nautivela offre si tipi più noti di Optimtst 420 e 470 a partire da un milione e mezzo, caso strano escludendo però nel computo le vele. Curiosa infine la situazione novità della Bianchi-Cecchì. Il cantiere di Cogoleto vende all'estero gli FD che vincono le Olimpiadi. E' accaduto a Kiel 1972 per i francesi Pajot, a Tallin '80 per lo spagnolo Abascal. Gl'italiani, nel frattempo, hanno comperato e comprano i «Flylng» in Germania. Ora Bianchi-Cecchi presenta un inedito FD in kewlar, caratterizzato da struttura a nido d'ape. E' fatto come il Guia 2000 di Falk. Nel piccolo come nel grande, la vela arriva a progressi impensabili fino a poco tempo fa. p. b. Br"""-n'imf-,r"r,«ir-iii- v—nTi—i — it—vi ■■-■TV-,rflMJ"Vfrrvrr-rilrtT,riT,-Wffl^ '■- WfÉUlit—ni mini-» — - r» - humi -n un ■■ m Genova. Subilo dopo l'inaugurazione la folla ha invaso il salone: ecco il padiglione riservato alla vela Genova. Al Salone nautico internazionale questa è la zona del Palazzo dello Sport riservata ai niotoryacht e ai motoscafi

Persone citate: Abrami, Cecchi, Falk, Fogar, Guia, Imola Alain, Pajot, Renzo Durand De, Solaris