Piemonte, un bel Giro che nessuno ha visto di Gian Paolo Ormezzano

Piemonte, un bel Giro che nessuno ha visto Piemonte, un bel Giro che nessuno ha visto Corsa senza pubblico, formula da rivedere - Domani il «Lombardia» | DAL NOSTRO INVIATO ! NOVARA — Bel Giro del Piemonte quanto ad agonismo. Ordine d'arrivo (primo Jourdan, francese, secondo Da Silva, portoghese) da rileggere e valutare domani, dopo il Giro di Lombardia. 'Però ieri a Novara, dove la corsa era partita e dove è arpicata, poca pochissima gente, e sul percorso, 185 chilome'.tri, desolazione di pubblico, ansi di non pubblico, non tutta apiegabile con la pioggia che ha tormentato qualche sona. Da anni e anni slamo allenati' a drenare l sentimenti cosiddetti popolari, intorno atte corse ciclistiche, a capire se e quanto la gente partecipa alla vicenda. Ieri c'è stata chiara assenni, peggio ancora dell'assenteismo che presuppone almeno una presa di coscienza ed un preciso atteggiamento psicofisico. Ieri è stata la quasi clandestinità di un Giro del Piemonte disputato come allenamento per il Giro di Lombardia, e disturbatore di plaghe, *stupratore> di centri paesani e cittadini, con il suo irrompere anche in ore di buon traffico automobilistico. Novara per altri quattro anni organizserà la corsa, che dal 1985 dovrà sens' altro essere agganciata a quache idea, a qualche novità, a qualche classifica speciale. Se no i quaranta gatti di ieri diventeranno venti. ■ I formalismi, i pietismi, le generose assoluzioni sono a questo punto cattiverie peggiori che la critica. Secondo noi, il Giro del Piemonte non deve essere indagato per trovare quel poco che ieri ha conservato di bello, di valido, ma deve essere «preso a schiaffi» affinché si arrabbi, attraverso chi l'organizza, lo finanzia, con il proprio destino di calendario, di postelo* namento nella stagione, II sindaco di Novara, Riviera, era ieri al traguardo e ha capito tutto. Offrire una corsa soltanto ai ciclisti, specie stranieri, che preparano il Giro di Lombardia, significa essere troppo generosi. La comunque bella prova di ieri non ha chiamato folla. Mancava troppa Italia pedalante, e l'estero ha mandato avanti i secondi, i tersi, i decimi dell'anno. Christian Jourdan, che ha vinto, è gregario di Hinault, ha 30 anni, quest' anno ha fatto come meglio un quindicesimo posto al Gran Premio Cerami in Belgio, poco più del giro del campanile. La sua vittoria di ieri è la settima detta carriera, le due massime, prima, sono state due Paris-Camembert, che sarebbe come dire MilanoGorgonzola. Christian Jourdan è uscito a meno di due chilometri dalla fine, sullo slancio dei sussulti di chiusura, avvenuti come da copione. Il francese, a cinque chilometri dalla fine, si è portato in testa, con l' olandese Van Vliet, inseguendo Rogiers, Jorgen Pedersen, Andersen e Petito, cioè inseguendo i resti del gruppo che a meno 30 aveva scatenato V attacco più serio della giornata, con Duclos-Lassalle, Roche, Delgado, Maechler, Go? mes, Pedersen, Ferretti, Santoni, Andersen, Bambini, Roglers e Petito. Tanti, troppi stranieri, e infatti, presentando il Giro del Piemonte, avevamo scritto di grande corsa straniera e povera corsa italiana; tutto giusto, purtroppo, anche se dopo 111 chilometri, sotto la pioggia, si è ritirato Hinault, e se Kelly è andato aranti però senza fare mai il Kelly. La cronaca valida è tutta negli ultimi chilometri, già cantati. Prima tanta pioggia, salitelle da niente f«Ma che Piemonte è, senza manco una montagnola?», ha detto Sortali, chiaro e semplice), velocità alta però per motivi quasi fisiologici: e cioè Questi ciclisti appaiono come robotizzati, pedalano soprattutto sullo slancio di un'annata, se non di una vita. Scrutando i «/ondi» delia corsa come gli stregoni i fondi del caffè, si possono reperire auspici speciali per il «Lombardia». Per.esempio, Claudio Corti, viceóampione del mondo, ha visto bene Claudio (Claude) Criqutelion, campione del mondo, nonché Da Silva, nonché, per fortuna, se stesso. Di più è difficile dire, scrìvere. Mancavano Saronni, Maser, Argentin, Baronchelll, per stare agli italiani, il ciclismo di questi autunni sembra un salame già molto affettato e rancido dove deve continuare a prendere aria. Poi magari domani il Giro di Lombardia trasformerà i disagi in apocalisse, le fatiche in martirio, la rottura di scatole in fachirismo, e sarà subito epopea. A domani. Gian Paolo Ormezzano