Al muratorino, con affetto di Ugo Buzzolan

Al muratorino, con affetto Stasera su Raidue la seconda puntata del «Cuore» di Comencini Al muratorino, con affetto L'episodio nell'aula del corso serale col maestro Perboni non è messo in caricatura, c'è anzi una patina di contemplazione nostalgica - Arriva «11 piccolo scrivano fiorentino» «Non. si conosce la lingua italiana...» sospira il maestro Perboni correggendo i compiti e abbattendo di continuo la matita blu su strafalcioni orrendi. E' sera. La scuola deserta è al buio, il maestro è solo nell'aula che appare ancora piti squallida e severa. Ed ecco socchiudersi l'uscio e comparire 11 «muratorino» che si rimorchia dietro il grosso padre muratore: lo accompagna al corso serale per adulti analfabeti, e 11 padre recalcitra, impacciato. Intanto nel corridoio avanza con strepitio di scarponi una schiera di uomini ciascuno reggendo una lanterna: sono gli allievi del corso, alcuni con i capelli grigi, tutti in difficolta a infilarsi nel banchi, e a impugnare la penna, e a compitare le prime lettere. «Non si emozioni — dice il maestro soccorrendo i più smarriti — vedrà che anche lei riuscirà a leggere, a scrivere e a far di conto La sequenza, che dopo la «premessa» militare necessaria per introdurre i ricordi, apre la seconda puntata di Cuore in onda stasera su Raidue, è molto significativa, e vorrei dire che quelle patetiche lanterne ci illuminano, a conferma dei caratteri dell'esordio, sugli intendimenti e sullo spirito dell' operazione condotta da Comencini. L'episodio non è affatto messo in caricatura. Viene fuori lo sforzo altruistico del maestro (sempre bravo Dorclli) e viene sottolineata una sconvolgente piaga sociale — basta dare un'occhiata alle statistiche dell' epoca — che era quella dell' analfabetismo denunciata da De.Amlcis. Ma al tempo stesso Comencini stende sulla mate¬ ria la patina di un'affettuosa contemplazione nostalgica e la nota costante di una lieve ironia (le goffe mosse degli anziani scolari, il muratore che ronfa durante la lezione, l'incredibile dettato, con frasi pompose e retoriche, su un tramonto di fuoco): da un lato il regista si riporta al mondo lontanissi¬ mo di cent'anni fa, dall'altro non può non considerarlo con gli occhi di oggi e quindi lo rievoca attraverso il filtro di una sensibilità che tiene conto della «distanza». Cosi, è naturale che al logorroico padre di Enrico siano concesse tutte le sue famose prediche compresa quella sull'elogio della pub¬ blica via, .luogo di incontri e ammaestramenti: e dei. doveri del fanciullo («Cedi (I passo ai vecchi, ai poveri, agli storpi, ai sordomuti, ai ciechi, alle donne in lutto..! cessa di sorridere quando passa una lettiga...»), ma è anche naturale che l'ottimo Bernard Blier con 11 dito alzato tra 1 ragazzi che stanno attaccando voracemente la merenda faccia la figura dell'emerito rompiscatole. • La puntata procede per quadretti calibrati, da seguire senza pretesa di assistere ad avvenimenti sensazionali e a colpi d'effetto. La dimensione di m/avola sognata» permette di Inglobare qualche mancanza, rara per la verità, di nerbo e ritmo, e qualche incongruenza (11 muratore torinese ha accento emiliano, il suo figliolo sfoggia cadenze romanesche); ma sono piccole cose, bisogna dire che la sostanza di questo Cuore è viva e persuasiva, sia come libera rielaborazione del libro, sia come spettacolo in sé. Dimenticavo: da non perdere, per 1 racconti mensili ricostruiti a film muto, «Il piccolo scrivano fiorentino», ritratto di un bimbo che di nascosto, durante la notte, prosegue il lavoro del padre: bilanciato fra la straziante vicenda strappalacrime e la comicità della gesticolazione e del trucco è, anche questo, un piccolo frammento da antologia. Ugo Buzzolan Bernard Blier, padre di F.nrico, e Johnny Dorclli, maestro Perboni, in una scena del «Cuore»

Persone citate: Bernard Blier, Comencini, Johnny Dorclli, Perboni