MEDIOBANCA CONFERMA LA RIPRESA DEL MERCATO

La Borsa vale 47.000 miliardi MEDIOBANCA CONFERMA LA RIPRESA DEL MERCATO La Borsa vale 47.000 miliardi Nel primo semestre '84 gli scambi (3912 miliardi) sono stati praticamente pari a quelli dell'intero '83 Sempre nei primi sei mesi di quest'anno sono stati emessi titoli di debito pubblico per 173.500 miliardi MILANO — Orientarsi nei meandri della Borsa non è facile: azioni ordinarle e di risparmio, obbligazioni convertibili e non. titoli di Stato a reddito fisso e variabile, Bot, Bpt, Cct, con le loro panoplie di tassi fissi e oscillanti, spaventano il risparmiatore che si affaccia per la prima volta sul mercato dei titoli mobiliari. Ecco perché consultare una pubblicazione come quella che Mediobanca sta mettendo in circolazione in questi giorni può aiutare i meno esperti a capire cosa offre la Borsa e 1 più esperti ad interpretare come si sta evolvendo in questi ultimi tempi il mercato azionario e quali sono le sue prospettive a medio termine. Nel volume «Indici e dati relativi a investimenti in titoli quotati nelle Borse italiane* gli analisti di Mediobanca presentano luci e ombre delle attività finanziarle del Paese: sin dalla prima tabella, ad esempio, quella che riporta il volume degli scambi effettuati sul mercato azionarlo, si rileva come dal 12 mila miliardi registrati nel 1981 si sia scesi ai 3300 del 1082. E' statò l'effetto Calvi con il crack dell'Ambrosiano, a deprimere il mercato azionario che soltanto oggi, a distanza di tre anni, si sta lentamente ma sicuramente riprendendo: nel primi sei mesi del 1984 si è arrivati a 3912 miliardi. Le 160 società italiane quotate al mercato ufficiale ed al Ristretto valgono (secondo valutazioni dei capitali sociali al 29 giugno) 47.421 miliardi di lire, un dato superiore del 9 per cento a quello del valori di fine '83 (43.501 miliardi). L' aumento più consistente è stato registrato dal listino «ufficiale» (+14,4%), più contenuto quello del Ristretto (+2,7%). Ma se si salta alla tabella che riguarda le necessità del debito pubblico ci si accorge che nei primi sei mesi di quest'anno sono stati emessi e collocati titoli a reddito fisso (Bot, Cct, Btp nelle varie scadenze) per 173.500 miliardi. Il risparmio degli italiani se ne va dunque nella massima parte a coprire le esigenze di cassa dello Stato e soltanto una minima quota si indirizza verso la Borsa, intesa come strumento per la raccolta del capitale di rischio da parte delle imprese. Nonostante questo massiccio condizionamento 11 mercato azionarlo si mantiene In vita e mostra tendenze abbastanza significative: le Generali non sono più la regina della Borsa, il loro posto è stato preso da Fiat e Olivetti. Come dimostra il grafico, le tendenze degli investitori si sono orientate negli ultimi due anni verso i valori industriali, trascurando assicurativi, Immobiliari e bancari che erano stati i titoli vlncen- ti del decennio precedente. Da soli Fiat, Olivetti, Montedison, Snia Viscosa e Rinascente coprono quasi 1150 per cento degli scambi azionari mentre si sono sensibilmente ridimensionate Generali, Ras, Toro, Italmobiliare e Centrale, nonché 1 bancari. Una Interessante sezione del volume di Mediobanca è dedicata a valutazioni sulla capacità dei titoli azionari di salvaguardare il valore degli investimenti nel tempo contro l'inflazione. Chi ha investito in Borsa 1000 lire nel 1974, dopo 10 anni, tenendo conto che nel frattempo in Italia l'inflazione è stata pari se non superiore al 400 per cento, si può ritrovare con 11 proprio capitale quasi azzerato (è il caso di chi ha comprato titoli Finmare, Flnslder, Nai, Generale Immobiliare, Ceramiche Pozzi, Pacchetti) oppure con un valore superiore alle mille lire ma comunque svalutato se si tiene conto dell'inflazione. Sono pochi i valori azionari che hanno difeso i risparmiatori, in tutto 19 su un totale di 138 quotati: 4 assicurativi, Generali e Alleanza, in testa, 3 bancari per merito delle tre banche di interesse nazionale, 5 finanziari che compren- dono anche i due titoli Fiat (azioni ordinarle e privilegiate), un tessile, uno delle telecomunicazioni (Italcable), due meccanici e elettromeccanici (Franco Tosi e Guardini), due alimentari, Eridanla e Bonifiche Ferraresi. Quest'ultimo titolo ha il pregio di essersi rivalutato di 9,37 volte; le mille lire del 1874 sono diventate a tutt'oggl 9.370. Conviene allora indirizzare i propri risparmi verso 1 titoli di Stato? Anche qui Mediobanca offre una analisi e dei dati che consentono di valutare la situazione. Chi dal 1976 ha investito 1 propri risparmi in Bot ha visto deprezzarsi 11 proprio capitale per effetto dell'inflazione negli anni 1976/1977/ 1979.1980 e 1981; a volte il divario tra il rendimento del Bot e l'inflazione è stato qua-. si 5 punti a svantaggio del risparmiatore. Soltanto nel 1982 e nel 1983 il tasso di rendimento dei Bot è stato superiore all'inflazione, mentre nel 1978 c'è stato un sostanziale equilibrio. Anche 1 titoli di Stato, dunque, hanno offerto poca salvaguardia contro i guasti dell'inflazione. Gianfranco Modolo QUANTI APPARI A PIAZZA AFFARI (Volume dogli scambi In miliardi di Uro) 1982 1983 1984 1 titoli piu scambiati (in percentuale sul volume degli affari) Anno Titoli 1982 1983 1984 R) % % (priml 6 mesi) Fiat ord. priv. 5,41 13,84 19,16 Olivetti ord. priv. 2,97 7,48 14,62 General! 14,16 10,54 7,24 RAS 5,91 6,13 2,62 Toro 4,95 2,02 1,89 Montedison 2,57 5,93 5,24 Snia Viscosa 0,86 3,53 4,50 Italmobiliare 5,30 2,10 1,67 Centrale ord. e priv. 5,77 2,18 2,54 Tre Bin+Mediobanca 5,97 3,72 3,98 Rinascente 5,65 3,03 3,73 Ifipriv. 1,73 1,85 2,18 Fonte: Mediobanca

Persone citate: Del Mercato, Franco Tosi, Gianfranco Modolo, Guardini, Olivetti

Luoghi citati: Italia, Italmobiliare, Milano