I magri raccolti,non Cernenko al centro del Plenum di fine mese di Fabio Galvano

al centro del Plenum mese Zagladin smentisce le voci di dimissioni del leader sovietico al centro del Plenum mese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA—Le difficoltà endemiche dell'agricoltura sovietica, e in particolare il sesto anno consecutivo di raccolti cerealicoli deludenti e talora disastrosi, hanno indotto la leadership sovietica a convocare per fine mese un Plenum straordinario del Comitato Centrale con il preciso compito di esaminare cure e rimedi destinati al campi dell'Urss. DI questa riunione hanno dato ieri conferma dapprima il primo vice responsabile della sezione esteri del pcus, Vadlm Zagladin, In un'Intervista all'agenzia France Presse; poi il direttore della Pravda, Vlktor Afanasev, durante un incontro con un gruppo di giornalisti giapponesi. Indicando il tema agricolo, Zagladin ha smentito le speculazioni recentemente diffusesl in ambienti occidentali, relative a un Plenum convocato per sancire le dimissioni di Cernenko (definito «in buona salute» da Afanasev) e imprecisati rivolgimenti al vertice del Cremlino. Un terremoto? «Non c'è da attenderselo — ha detto Zagladin — perché la nostra dirigenza è unanime nelle sue decisioni-. Al più, ha precisato Afanasev, ci potrebbero essere -cambiamenti minori». Zagladin ha precisato che il Plenum straordinario si svolgerà «a fine mese: Fonti sovietiche non ufficiali precisano la data: martedì 23 ottobre. Esso sarà seguito, «perso fine anno; dal Plenum ordinario d'autunno e dalla riunione del Soviet Supremo, che secondo la prassi dovranno esaminare i risultati economici degli ultimi 12 mesi e varare plano e bilancio per l'anno seguente, n Plenum ordinarlo dovrebbe svolgersi, secondo le stesse fonti non ufficiali, all'inizio di dicembre. Un Plenum per l'agricoltura: significa che il Cremlino ha deciso, a due anni da quello breznevlano sul «programma alimentare», di affrontare al massimo livello e con una mobilitazione di massa le carenze di una macchina produttiva che costa, in importazioni cerealicole, quasi 6 miliardi di dollari l'anno, oltre 11 mila miliardi di lire, circa un quarto dei 25 che rappresentano l'intero Introito dell'export sovietico. Dal 1978, quando, per un insieme di favorevoli circostanze, il raccolto cerealicolo fu di 235 milioni di tonnellate, non è mal più stato toccato il livello previsto dal plano. Ecco i dati: 179 milioni nel '79, 189 nell'80 e, per quanto riguarda l'attuale plano quinquennale, un bilancio ancor più avvilente. Contro un programma medio di 240 milioni di tonnellate, Infatti, 1 risultati sono stati tali che per due anni (1981 e 1982) non sono neppure stati pubblicati nelle statistiche ufficiali (rispettivamente 150 e 170 milioni, secondo fonti americane). Le stime del Dipartlmen- to dell'Agricoltura Usa, sempre rivelatesi corrette, dicono per quest'anno 175 milioni di tonnellate: un vuoto, rispetto al programma, di 65; di qui la necessità d'importare 46 milioni di tonnellate (gli Usa ne hanno offerti 10 oltre i 9-12 previsti dall'accordo firmato l'anno scorso). Per 11 cattivo raccolto si accusa l'inclemenza del clima. Ma ci sono anche cause più «controllabili», alle quali la grande macchina dell'agricoltura di Stato tenterà ora di porre rimedio: le improvvise mancanze di carburante e di parti di ricambio per i macchinari agricoli, ad esemplo, o la scarsità di adeguati mezzi di trasporto per i prodotti del campi; l'insuffidente disponibilità di magazzini per la conservazione; le endemiche difficoltà della rete di raccolta e distribuzione, o, più a monte, la carenza di concimi. Zagladin ha anche toccato I recenti colloqui americani di Oromyko, definiti «cosa seria e utile-, anche se «ie buone parole di Reagan non cambiano la politica americana» ; la questione delle armi spaziali, che per l'Urss «divento il problema numero uno»; 1 negoziati Inf e Start, per 1 quali Mosca ribadisce le accuse a Washington e dice di volere -trattative serie»; la questione cinese, con l'annuncio che 11 quinto round di consultazioni è stato fissato per il 18 ottobre a Pechino. Zagladin ha anche toccato due casi molto particolari: quello del giornalista francese Abouchar, prigioniero In Afghanistan, la cui vicenda •si risolverà» (ma «sarebbe potuto entrare ufficialmente in Afghanistan, qualora l'informazione fosse stata davvero il suo obiettivo»); e quello di Ogarkov. 'Non esiste un caso Ogarkov», ha detto: il maresciallo, silurato il mese scorso, occuperebbe tuttora una posizione «molto alta in seno al ministero della Difesa». Non è stato messo a dirigere l'Accademia Militare Voroshilov, ha esplicitamente detto Zagladin, smentendo le Informazioni diffusesl nelle ultime settimane. Ma allora, dov'è? Fabio Galvano

Luoghi citati: Afghanistan, Mosca, Pechino, Urss, Usa, Washington