I nostri soldi di Mario Salvatorelli di Mario Salvatorelli

I nostri soldi di Mario Salvatorelli I nostri soldi di Mario Salvatorelli «Il 6 di marzo di quest'anno, presso la banca di cui sono cliente, ho acquistato Cct non in sottoscrizione, ma che erano in commercio, naturalmente pagandoli di più, e ho riscosso gl'interessi il primo di giugno. La banca fino ad ora — 5 settembre — non me ti ha ancora consegnati. E' regolare ciò, visto che i miei Cct erano già stampati dal Poligrafico dello Stato (scadono l'anno prossimo)?». Chi scrive è una signora che abita in provincia di Pistoia, e desidera conservare l'anonimato perché, spiega, «vivo in un piccolo paese». Non vedo il nesso, dal momento che oggi Bot c Cct sono più diffusi tra le famiglie dei libretti postali, ma rispetto il desiderio della lettrice, che ritengo motivato, piuttosto, da altri problemi, che vedremo subito. La lettera, infatti, continua: «Se la banca tarda a consegnarli (i Cct) e, nel frattempo — facendo i debiti scongiuri — io muoio, i miei eredi devono pagare la tassa di successione?». Vorrei tranquillizzare la signora. I Cct sono esenti da imposte, comprese quelle di successione, quindi non si preoccupi per gli eredi, e neppure per i suoi Cct, che le arriveranno. Questo non assolve, però, la sua banca, che avrebbe già potuto, anzi dovuto, farglieli avere, sollecitando eventualmente l'altra banca, dalla quale dice di averli acquistati. Quanto al Poligrafico dello Stato, i suoi tempi di consegna dei titoli di nuova emissione si aggirano, di solito, sui sci, sette mesi. Quindi, anche gli altri Cct che la lettrice mi dice di aver sottoscritto, freschi di emissione, in gennaio, a quest'ora dovrebbero essere pronti. Più fondata, piuttosto, perché assai diffusa tra gli «affezionati» ai titoli di Stato, è un'altra «preoccupazione», e cioè che «il loro rendimento diminuisca in futuro». Se ne è già parlato in questa rubrica, ma conviene tornarci sopra ogni volta che tale eventualità si verifica o si profila, anche perché considerarla una «preoccupazione» è contro ogni logica, C'era una svolta ma, purtroppo" non è contro l'opinione comune. Sono tante le lettere che ricevo, nelle quali si esprime sgomento, addirittura irritazione contro lo Stalo «truffatore», per il calo dei rendimenti dei Bot e dei Cct. E, a questo riguardo, ogni sforzo per chiarire le idee sembra opportuno. La Banca d'Italia, in un suo studio sui rapporti Ira rientro dall'inflazione c ricquilibrio del bilancio pubblico, suggerisce, tra l'altro, di portare al 3 per cento reale, cioè al nello del lasso d'inflazione i tassi d'interesse dei titoli pubblici, e sappiamo bene quale forza di convinzione abbiano, giustamente, i esuggerimcnti» di via Nazionale (dove ha sede la Banca d'Italia, a Roma). Questo significa che nel 1985 Bot e Cct, con una leggera differenza in più per i titoli a più lunga scadenza, dovrebbero rendere in media il 10 per cento, intorno al 12 all'inizio, al 9-8 per cento alla fine dell'anno, se si vuole raggiungere l'obicttivo del 7 per cento medio d'inflazione fissato dal Governo. Anzi, secondo la Banca d'Italia, il rendimento dovrebbe ridursi di un punto, al 2 per cento reale, per ottenere un vero risanamento graduale del bilancio pubblico. Sempre che, naturalmente, le cose vadano nel verso giusto, per l'aumento del prodotto interno lordo, per le entrate fiscali, per il contenimento della spesa pubblica, e via dicendo. In caso contrario, alla fine dell'anno prossimo, dovremo dire tutti: «C'era una svolta...», della quale non avremo saputo approfittare, pensando a questo autunno del 1984, quando, dopo 12 anni, l'inflazione si è finalmente piegata sotto il 10 per cento. Allora, saranno soddisfatti, almeno, i tanti economisti che, smentiti recentemente sulle loro previsioni pessimistiche, puntano alla rivincita. Se, invece, non sarà così, e avranno avuto ragione gli ottimisti, dovremo, però, prepararci ad ascoltare quei risparmiatori che, pensando ai tempi in cui 20 milioni in Bot e Cct rendevano 300 mila lire al mese, diranno con nostalgia: «C'erti una volta...». Senza rendersi conto che rimpiangeranno tempi in cui il paese filava diritto, senza svolte, verso la rovina.

Luoghi citati: Pistoia, Roma