I costruttori d'auto scoprono il carbonio il grande boom è previsto per gli Anni 90
I costruttori d'auto scoprono il carbonio il grande boom è previsto per gli Anni 90 I costruttori d'auto scoprono il carbonio il grande boom è previsto per gli Anni 90 MILANO — Una rivoluzione tanto silenziosa quanto profonda sta coinvolgendo 1' industria del materiali per la fabbricazione dei mezzi di trasporto. A provocare questo fenomeno è stata una esigenza diventata improrogabile dopo la crisi energetica del 1073: quella della leggerezza delle costruzioni come qualità di primaria importanza per la riduzione dei consumi. Elemento centrale di questa rivoluzione è l'utilizzo sempre più diffuso della fibra di carbonio. Ottenuto con il passaggio di un filo di rayon attraverso un arco voltaico questo materiale accoppia caratteristiche di resistenza meccanica elevatissima a pesi specifici estremamente ridotti. L'evoluzione di questo fenomeno, da oggi al 2000 è stata studiata da una società milanese, la Idc di Giuseppe Bizzarrini specializzata appunto nella progettazione di strutture in fibra di carbonio. In Italia, nel 1984 — si legge nello studio della Idc — il consumo previsto per questo materiale è di 200 tonnellate contro le 120 del 1983. E' un incremento significativo perché riferito al costo ancora elevato: intorno alle 200.000 al kg. Nonostante ciò la fibra di carbonio si è affermata in aeronautica (dopo che le prime esperienze sono state condotte nel settore astronautico dalla Nasa) e cominciano le prime applicazioni non convenzionali. Per valutare la convenienza del nuovo materiale basti pensare che l'adozione di dischi freno in carbonio sull'Airbus francese ha comportato diminuzioni di peso dell'ordine dei 500 kg, pari a cinque passeggeri paganti. E' evidente come il maggior costo sia facilmente ammortizzatile in tempi brevi Piti in generale — osserva ì'' ing. Bizzarrini, che ha disegnato scocche per vetture di formula 1 dell'Alfa Romeo — l'impiego di fibra di carbonio (1 dati si riferiscono al 1983) è stato cosi ripartito tra i diversi settori di utilizzazione: 70 per cento per il comparto aeronautico, 10 per cento per quello militare Ma la domanda — si legge nello studio della Idc — è destinata a crescere interessando anche nuovi settóri: da quello automobilistico (parti di motore, carrozzerie o, addirittura, intere scocche) a quello della pelletteria (realizzazioni di valigie ultraleggere e di elevatissima resistenza meccanica). Un decollo della domanda, secondo la Idc avverrà nella seconda metà degli Anni 80 a portare una diminuzione del costo della materia prima del 50 per cento entro i primi Anni 90. Olà oggi, secondo l'ingegner Bizzarrini, limitatamente a serie piccole e medie, la fibra di carbonio è competitiva per costi rispetto alle costruzioni in titanio o magnesio pur raggiungendo più favorevoli risultati nel rapporto costo-prestazioni. Fondamentale — e in questo campo si va affermando la Idc — è l'individuazione di tecnologie in grado di rendere possibile l'utilizzazione della fibra di carbonio nelle grandi serie e la produzione di semilavorati in fibra di carbonio (profilati, tubi, ecc.) ancora assenti dal mercato.
Persone citate: Bizzarrini, Giuseppe Bizzarrini
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