Palermo, Lima riunisce la corrente « La tempesta è tutta per Andreotti » di Francesco Santini
Palermo, Lima riunisce la corrente « La tempesta è tuffa per Andreotti » Dopo la decisione di soggiorno obbligato a Patti per Ciancimino Palermo, Lima riunisce la corrente « La tempesta è tuffa per Andreotti » Ieri sera è di nuovo mancato il numero legale per l'elezione degli assessori - Non rinunciano alla candidatura i due «cianciminiani» - Il Consiglio comunale si avvia verso lo scioglimento anticipato DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Ciancimino va a Patti, che è il paese di Sindona, e il provvedimento provvisorio di soggiorno cau-, zionale per l'uomo che era il padrone di Palermo sconvolge i politici democristiani dell'isola. Nell'Hotel President, in una saletta riservata, si riunisce tutta la corrente di Giulio Andreotti. Siedono attorno a un grande tavolo di panno verde, che adesso ha l'aspetto drammatico di un «biliardo senza sponde». «Un biliardo senza sponde», commenta Salvo Lima e ser- ra la bocca in un sorriso aspro. «/ giornalisti..., che genìa; dice l'uomo più in vista dell'isola che ora è sotto tiro. Lima sa del provvedimento per Ciancimino, ma non ne fa parola. Neppure con 1 suoi. Non si fida. Ci sono tutti: il sottosegretario Bertazzi e l'onorevole Sinesio; Ferrara, Augello e Sciafila che, come per premonizione, dichiara a mezza bocca: «Qui s'alza il polverone, ma la tempesta è tutta per Andreotti: Per Andreotti o per Salvo Lima? Non risponde, adesso parla di politica estera: «Il gobbette...». Arriva Modesto Sardo, che è il presidente della Regione. E c'è Mario D'Acquisto, che è l'ex presidente, e Curatola, che è il capogruppo consiliare al Palazzo delle Aquile. Lima adesso sembra voler parlare. Sta per esplodere, ma si cuce la bocca e liquida i cronisti con un «ci vediamo più, ter-1 di». Alla fine della riunione, dirigerà l'autista su Punta Raisl. Vola a Roma. Lui è un parlamentare europeo. Dice: «Mi aspettano a Strasburgo». Per ultimo, ieri sera, alla riunione della corrente andreottiana s'è presentato, da Catania, Nino Drago. «Ecco — dicono di lui —, diventerà l'uomo più potente dell'isola». Drago, con i cronisti, si ferma volentieri. Dietro la porta a vetri, Lima lo chiama con voce alterata. ^Arrivo, arrivo», dice Drago, ma parla di rinnovamento, con un sorriso. «Allora, volete sapere se De Mita farà qualcosa di nuovo in Sicilia? Io dico che è possibile, che si sta operando. A Catania e a Palermo ci sono i coordinatori. Stanno predisponendo la possibilità della coesistenza delle vecchie strutture del partito con quanto di nuovo avviene nella società». Dalla porta a vetri, Lima torna a gridare: »Nino, Nino». -Arrivo, arrivo», dice Drago con tono più forte. Arrotonda le erre e sorride dietro agli occhi di ghiaccio. Oli domandano di Ciancimino. .Era un uomo — afferma — che operava a Palermo e che a Palermo aveva svolto un ruolo. Non mi risulta mai che sia stato andreottiano». A chi lo interrompe per domandargli se Ciancimino sia stato democristiano, Drago risponde con durezza: •Democristiano, sì, Ciancimino era un democristiano». — E per quello che si dice su Ciancimino? •Questo è tutto da provare». Dall'altra parte di Palermo,' a Palazzo delle Aquile, si è tentato una volta ancora di dare una giunta al sindaco. Ma anche ieri sera è mancato il numero legale. Il Consiglio comunale si avvia allo scioglimento t Carlo Felici, l'inviato di De Mita a Palermo nel ruolo di coordinatore, anche ieri aveva riunito il gruppo consiliare, ma era stato impossibile trovare una soluzione. Fino all'ultimo si era tentato di cambiare la lista degli asses¬ sori, di escludere quei due cianciminiani che ora sono confluiti nella corrente di Mazzoli a. Dice Felici: 'Palermo, adesso, è il termometro di tutto II Paese»'. Poi ha uno sfogo: «Sono qui da agosto e sono solo: sono rimasto senza contatti, mi hanno lasciato qui nella mia solitudine». E adesso che si deve fare? «7o un'idea l'avrei: domani — risponde —, vado da De Mita e gli dico che, per prima cosa, bisogna sciogliere tutti i gruppi e tutte le correnti». Francesco Santini
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