Tutti si buttano sul grano poco lavoro, buon reddito di Bruno Pusterla

Tutti si buttano sul grano poco lavoro, buon reddito E* la coltura più diffusa in Italia: 3 milioni di ettari Tutti si buttano sul grano poco lavoro, buon reddito Importante una buona preparazione del terreno e la scelta delle varietà più adatte L'interesse nuovo per la coltura del grano, diventata più produttiva e remunerativa, trova conferma in questi giorni di semina con gli aumenti delle superfici investite. Negli ultimi anni la produzione unitaria è aumentata, cosi come il miglioramento genetico; l'applicazione più razionale delle tecniche colturali e 11 poco lavoro richiesto, unitamente al modesto investimento di capitale che 11 grano esige, sono alla base di questo ritorno di interesse per la coltura che è la più diffusa in Italia; tra tenero e duro, copre oltre 3 milioni di ettari, poco più di un milione sono quelli destinati a mais, e meno di 200.000 a riso). Buona parte dei risultati economico-produttivi della coltura dipende dalle lavorazioni e dalla sistemazione del terreno, dalle varietà impiegate, dai tempi e modalità di semina e dal diserbo, operazioni che comportano scelte importanti. Varietà. Nel grani teneri esistono due gruppi varietali: comuni (più produttivi) e fini (di qualità superiore); su questi ultimi la ricerca, in Italia, ha compiuto notevoli progressi. La scelta varietale va fatta tenendo conto delle condizioni pedoclimatlche complessive e dei risultati delle varietà. Fra le varietà più diffuse ricordiamo: il Gemini (taglia bassa, buon accestimento e buona resistenza alle malat¬ tie fungine; il Gci»o (di facile adattamento a tutte le condizioni climatiche); il Saliente (a taglia medio-alta, resistente al freddo, adatto alle aree collinari del Centro Nord); il Tommaso (resistente al freddo ed all'allettamento); 1' Adda (precoce, medio-alto, resistente al freddo ed alla ruggine); VAquileia (precoce, resistente al freddo); il Gladio (medio-precoce, ottimo accestimento, resistente alle malattie); il Morandi (preoce, taglia bassa, resistente all'allettamento); l'Adria (precoce, taglia bassissima). Concimazione. La produttività è condizionata dall'azoto, mentre fosforo e potassio sono alla base della buona efficacia dell'azoto stesso, capaci di attenuare anche eventuali effetti negativi per dosi di impiego robuste o esagerate di azoto. Considerando una potenzialità produttiva di 50 quintali per ettaro di grano, la quantità di azoto da impiegare globalmente si aggira sulle 150-160 unità per ettaro: per semine anticipate ed in terreni sciolti può essere conveniente impiegare pre-semina 11 15-20% dell'azoto ed in ter¬ reni pesanti la parte di azoto da distribuire pre-semina' può raggiungere 11 40%. L'impiego del fosforo e del potassio è condizionato soprattutto dalla dotazione e dalla natura del terreno: da 70 a 100 chilogrammi per ettaro di anidride fosforica ed una quantità uguale o di poco inferiore di ossido di potassio, entrambi da distribuire interamente o prevalentemente pre-semina. Diserbo. E' da preferire quello pre-emergenza, normalmente più efficace, in particolare contro le infestanti graminacee. Il ricorso all'intervento in post-emergenza (autunnale o primaverile) è condizionato al verificarsi di condizioni climatiche avverse. Regolatori di crescita. Rinforzando le radici ed il culmo, aumentando la superficie fogliare, ma soprattutto prevenendo l'allettamento e tutti ì suoi effetti negativi, i regola-* tori di crescita occupano una posizione di assoluta rilevanza e consentono, inoltre, semine più fitte. Il prodotto più efficace impiegato è il Cycocel 5 C extra. Bruno Pusterla Frumento duro (In'migliala di quintali) PAESI ITALIA FRANCIA GRECIA CEÈ Quantità 42.000 5.000 9.000 56.000 Frumento tenero (In migliaia di quintall)

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