L'ecografia in medicina

Le onde sonore contro il male L'ecografia in medicina L Le onde sonore contro il male Con le sue onde ultrasonore — capaci di penetrare nei tessuti dell'organismo e di rinviare leggibili «echi di ritorno» — l'ecografia è ormai entrata nella pratica medica con la prepotente persuasione della sua alta utilità diagnostica e della sua rassicurante innocuità d'impiego. Insieme alla Tac (sia pur come sorella minore) — ma, a differenza di quella, con l'impiego di energia meccanica (ultrasuoni) e non di radiazioni elettromagnetiche — 1' ecografia ha praticamente contribuito ad abbattere l'insondabile ostacolo di quella «barriera del grigio» che i tessuti dell'organismo oppongono a chi vuol esplorarli da fuori: e ha permesso di ricavare, nei vari toni contrastati del nero (i liquidi), del bianco (il tessuto osseo) e dei grigi (tessuti a densità intermedia), la ricostruzione di immagini del «profondo» del corpo umano. Con l'ecografia in medicina, quindi, come col «Sonar» («Sound navìgation and ranging») per guardar da fuori nelle profondità dei mari? A tutta prima sembrano davvero paesaggi lunari o del sottofondo marino: ma il tecnico vi sa leggere 1 dettagli a «lutto spessore» di un organo o di un viscere e vi sa snidare l'immagine di «calcoli» sornioni nella colecisti o nei réni, di «nodi» nella mammella o nella tiroide o nel fegato, di valvole malate nel cuore, di aneurismi o placche o ostruzioni arteriosclerotiche nelle arterie. Oppure può rassicurarti perché, fortunatamente, non si avvistano «echi d'allarme». In questa nostra epoca — in cui le arterie dell'uomo sono messe a cosi dura prova (dall'«età al rialzo», dallo stress come companatico d' ogni giorno, dalla subdola sigaretta, dal dilagante diabete, dalla devastante arteriosclerosi) — la scienza ha messo a punto, si direbbe giusto In tempo, le giuste tecniche d'indagine per la diagnosi, la prevenzione e la lotta contro le vasculopatie: con tutti i vantaggi ormai raggiunti dalla piena interdisclplinarietà tra internisti, cardiologi, - angiologi, neurologi, geriatri, nefrologi, chirurghi e radiologi vascolari. A discutere l'ormai larga esperienza sull'ecografia e sulle numerose indagini vascolari «non invasive» (ecotomografia. ecodoppler vascolare e cardiaco, doppler continuo, ecografia tissutale, angiografia digitale ecc.) si è tenuto nei giorni scorsi a Torino il Simposio su «Diagnostica strumentale non invasiva e invasiva in patologia vascolare» (presidente E. Capaldi e relatori, tra gli altri, Bartolo, Barile, Bergamini, Juliani. Pabris, Raso). Mai come in questo campo si è raggiunto 11 massimo dell' affidabilità diagnostica (come quella di identificare, in un'arteria, la singola •placca» arteriosclerotica e di differenziarla «soft» o •hard», «liscia» o «ulcerata», «stabile» o «instabile») col minimo dei disagio fisico per il malato. Salvo casi particolari l'angiografia e la flebografia — che ancor ieri erano l'unico modo di far diagnosi, entrandovi un po' cruentemente, all'interno di arterie e vene — sono oggi concorrenzialmente sostituite da esami non invasivi ed altamente informativi. Mai come in questo campo, poi, si è avuta la prova che, se è la scienza a fabbricar continuamente nuovi strumenti, sono poi questi stessi strumenti a fabbricar nuove conoscenze scientifiche (in campo nefrovascolarc, neurovascolare, gerlatrlco e chirurgico) per diagnosi, terapia e prevenzione sempre più precoci e tem- Pcstive' Ezio Minelto

Persone citate: Barile, Bergamini, Capaldi, Raso

Luoghi citati: Torino