Un'Infanzia in grigio

Un'Infanzia in grigio Un'Infanzia in grigio VENEZIA — Nathalie Sarraule è scrittrice di parole leggere e rischiose. Le usa come un biologo userebbe il microscopio: per scoprire ciò die è nascosto e invisibile; le lancia dopo averle legate ad un filo sottile, senza sapere come torneranno indietro. Ecco il rischio. Magari scoprirà die la dolcezza è in realtà un profondo malessere. La Biennale ha presentalo al Ridotto Enfancc (Infanzia), un atto unico diretto da Simone Benmussa e interpretato da Martine Pascal. E' un adattamento dal romanzo omonimo che la Sarraute Ita pubblicato l'anno scorso ed è ovviamente autobiografico, è un ritorno all'età infantile sollecitato da una misteriosa voce femminile incisa sul magnetofono, contrappuntato da soste esplicative, analitiche, da parentesi inquisitive e atroci. Non c'è soltanto il racconto di una giovanissima vita in bilico tra la Russia e Parigi, tra il padre e la madre, separati e lontani; non c'è soltanto il ricordo della prima «gaminerìc» (il divano lacerato con le forbici), del primo terrore (credere, di morire dopo aver toccato un palo della luce); non c'è soltanto la sconvolgente scoperta che un manichino può essere più bello della mamma, o che Parigi è più attraente della Russia. C'è un continuo crescere della coscienza sopra lo strato impalpabile della memoria. C'è quella voce — alter ego di Nathalie. suo doppio e suo carnefice — che obbliga a scendere in profondità, a scandagliare il ricordo senza concessioni sentimentali. Poco per volta, nasce un vero teatro della crudeltà che Martine Pascal sostiene con generosa partecipazione per quasi un'ora e mezzo. E' quasi sempre sola, in una scena grigia; sola a dialogare con quella voce tirannica. Intorno a lei. slittano quinte e fondali che, di volta in volta, creano un ambiente borghese, i giardini del Luxembourg, la campagna russa, aprono spazi rettangoli, vere e proprie cornici nelle quali si pongono e. agiscono gli altri protagonisti della memoria, la madre in' abiti primo Novecento, il padre in grigio, la seconda moglie del padre. Nascono effetti visivi molto belli, ingegnose aperture paesaggistiche, ma tutto è troppo preciso, trojrpo netto. Dove sono finiti l'alone misterioso e l'imprendibile distanza dell' infanzia? Non bastano a crearli la grande bellezza letteraria delle parole, la loro risonanza non riesce a diffondersi sul palcoscenico, dove uno spettacolo in grigio, ineccepibile ed inamidati), diventa patrigno della fantasia. o. g.

Persone citate: Martine Pascal, Nathalie Sarraule, Sarraute, Simone Benmussa

Luoghi citati: Parigi, Russia, Venezia