Damasco insiste con gli Usa per la mediazione in Libano

Damasco insiste con gli Usa per la mediazione in Libano Perplessità di Israele: attesa perTinco^r-Q Rqagan-Peres rli lunedì Damasco insiste con gli Usa per la mediazione in Libano DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — A 24 ore dall'annuncio di Radio Damasco del «si» siriano alla mediazione americana per il ritiro israeliano dal Libano, il segretario di Stato, Shultz, ha incontrato il ministro degli Esteri siriano Farouk Shaara. Shultz, che rifiuta di accettare il ruolo di negoziatore, e parla soltanto di sondaggi, ha mantenuto un rigido riserbo sul colloquio. Sembra tuttavia che Shaara — il quale ha confermato pubblicamente il si al tramite Usa — gli abbia detto che la Siria appoggia il piano dì pace reso pubblico ieri dal ministro libanese Nabih Berri, il più alto esponente sciita nel governo di Rashid Karame. Karame, in un'intervista al New York Times', ha insistito che la mediazione americana è indispensabile perchè il Libano è d'accordo con la Siria nel rifiutare trattative dirette con Israele. Il premier libanese ha indicato che se gli Stati Uniti si tirassero indie¬ tro, si rivolgerebbe all'Europa. Il piano di Berri, eposto in un'altra intervista al Wall Street Journal, è il seguente. 1) Ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale. 2) Raddoppio delle forze dell'Unifil nella regione, da 6 mila a 12 mila uomini circa. 3) Sorveglianza dei confini con Israele da parte dello stesso Unifil e dell'esercito regolare libanese. 4) Allargamento delle misure di sicurezza previste dall'accordo di armistizio del '49. 5) Ritiro delle truppe siriane. Berri ha sottolineato che Damasco si oppone «a qualsiasi concessione che sembri premiare l'invasione israeliana del Libano-, ma che si è impegnata allo sgombero del Paese una volta che sia stato firmato un trattato. Karame ha confermato che questo è l'obiettivo del suo governo, il quale «si assumerebbe la responsabilità di prevenire infiltrazioni di terroristi in territorio israeliano-. Il premier ha aggiunto che un dialogo diretto con Israele potrebbe svilupparsi «all'intento delle strutture dell'armistisio del '49-. Ma questo sarebbe un punto di arrivo, ha ammonito. Nel frattempo, le delegazioni israeliana e libanese potrebbero dialogare all'Onu, tramite l'America, sedendo ciascuna in camere separate. -Il Libano respinge categoricamente la richiesta israeliana che alla difesa dei confini partecipi la milisia cristiana formala da Israele nei territori libanesi... Sarebbe un pericolo per il nostro esercito regolare-. La risposta israeliana al plano di pace di Berri è stata Immediata e negativa. Pare però che gli Stati Uniti vogliano discuterla in segreto quando il premier Peres incontrerà il presidente Reagan lunedi prossimo alla Casa Bianca. Israele obietta che né l'Unifil né l'esercito regolare libanese" sono mai stati capaci di fermare i terroristi, e che semmai bisognerebbe raddoppiare la milizia cristiana, attualmente di 2500 uomini. Sostiene inoltre che l'armistizio del '49 è un veicolo inadeguato per rafforzare le misure di sicurez-

Persone citate: Berri, Farouk Shaara, Nabih Berri, Peres, Rashid Karame, Shultz