Sussurri, risa e pennelli del '600

Sussurri, risa e pennelli del '600 IN MOSTRA A LONDRA DUECENTO OPERE DELL'ERA DI VERMEER E DE HOOCH Sussurri, risa e pennelli del '600 LONDRA — SI apre la stagione-delle mostre che quest' anno si annuncia particolarmente vivace (la prossima, alla Tate, è dedicata a George Stubbs). Ecco «L'era di Vermeer e de Hooch - Capo- ' lavori del XVII secolo nella pittura olandese», all'Accademia Reale. Quasi duecento quadri, che provengono da musei e collezioni private, tra i quali spicca la serenità mozartiana, l'astrazione che tanto incantò Marcel Proust di Johannes Vermeer (16321675), autore centrale, punto d'arrivo di un'esposizione che da Filadelfia (marzo-maggio) si è spostata a Berlino Ovest (giugno-agosto) per finire a Londra (chiude a novembre). E' una mostra popolarissima che già alle 10 di mattina è affollata, fino al momento della chiusura, la sera. Perché questi piccoli quadri dal «piccoli* soggetti sono a portata di mano, di occhio, di comprensione. Non sono le tele della Controriforma dove solenni santi senza nome e, per gl'inglesi, senza storia, spasimavano il martirio; né sono astratte pale d'altare a fondo d'oro. Neppure soggetti mitologici riproposti dal Rinascimento che spesso lasciano gli anglosassoni, non educati al classicismo (specie gli americani), abbastanza dubbiosi, dato che le gesta di Bacco e Arianna, di Trailo e Cressida, o di Endimlone non le conoscono, non risvegliano echi. Invece, l'arte olandese che questa mostra raccoglie da grandi gallerie e musei c da collezioni private è quella della nuova emergente borghesia ritratta nella sua vita quotidiana, nelle cose piccole, ma anche calde e accoglienti, nel passatempi, danze e lezioni di musica e corteggiamenti: gente che ride e se la gode. Destinati alle case borghesi, i dipinti erano di dimensioni ridotte. Come le deliziose scene di Jacob van Loo, Nlcolaes Maes, di Jan Lingelbach, di Giuditta Leyster (una pittrice: anche in Italia era fiorita Artemisia Gentileschi che però, in clima di Controriforma, trovava più facile lavorare all'estero), Ludolf De Jongh, Gabriel Metsu. Ridono i ragazzi di Frans Hals, avvampano di piacere i suonatori e le ragazzotte di Gerrit van Honthorst. E si che i tempi non erano allegri: le rivolte dei Paesi Bassi contro la Spagna, la feroce repressione spagnola, le guerre di religione, gli scontri tra la plebe affamata, sfinita dalle tasse, e i patrizi, e poi le lotte tra l'aristocrazia e la nuova classe, il Terzo Stato, le rivolte dei militari. Nonostante il predominio del calvinisti che gettavano un'ombra di puritanesimo sul sorrisi di Hals e la serenità di Vermeer, le sette religiose erano tantissime e sembravano riuscire a convivere in un clima di ritrovata tolleranza, «Nella strada dove vivo; scriveva da Amsterdam l'inglese James Howell al padre nel 1619, •sono rappresentate quasi tante religioni quante case, ma i vicini né sanno, né sembrano preoccuparsi a quale religione l'altro appartiene». Anche se il cattolicesimo era diventato illegale nel Paesi Bassi, unificati dal Trattato di Utrecht nel 1579, di «papisti» ce n'erano parecchi e convivevano in pace con Controremonstranti, Calvinisti, Luterani, Mennonlstt, Quaccheri, Pietristl, Ebrei eccetera eccetera. Ma 11 vero legame dell'emergente bor¬ ghesia e anche della plebe era quel vantaggio politico che l'unità dava al Paese nel commercio, che stava arricchendo la popolazione mentre 11 Sud-Europa, una volta tanto ricco, stava decadendo. La camera illuminata dal sole dove una donna solitaria suona 11 clavicembalo, vista di spalle dal grande pennello di Emanuel de Witte, è già quella di una famiglia facoltosa, e se avessimo qualche dubbio, nello sfondo vediamo una donna di servizio che pulisce li pavimento. Anche quelle misteriose ragazze di Vermeer, dai lineamenti sfuggenti e dal furbi sorrisi, sono intente a passatempi da ricchi: suonano, conversano, oziano, sorseggiano calici di vino, 1 tessuti che le vestono e drappeggiano le loro tavole, finestre, sono fini, vengono da lontano. I quadri di Jan Steen descrivono una tranquilla vita in famiglia; ma ci sono anche immagini meno idilliache, te¬ stimonianze di una borghesia che si lascia andare, una vita di débauché descritta con tocchi di ipocrita condanna per compiacere i calvinisti, in realtà con malcelato gusto, corrispondente alle segrete Inclinazioni dell'artista: giovani prostitute, danze, bagordi. In una scenetta intima di Steen, un maestro di scuola ha appena rimproverato un bambinetto che sta piangendo, il compito malfatto per terra, sul pavimento. Attorno a lui altri ragazzetti lo circondano; chi sghignazza, chi con soggezione e simpatia contempla il dolore dell'amichetto. La mostra (unico neo l'irritante idea di abbassare il livello della luce) è divisa in gruppi e scuole e ispirazioni, inizia con «Utrecht e Harleem nella metà del secolo», contempla «la tradizione olandese italianizzante: i bambocclanti», e finisce con Vermeer. C'è solo una cosa da aggiungere: è un peccato che tanta abbondanza non sia arrivata in Italia perché da noi molta di questa pittura é poco conosciuta. Gala Servadio Comelis de Man: «I giocatori di scacchi» < 1670, particolare) J