«Scene per il Doktor Faustus» Assaggio del nuovo Manzoni di Massimo Mila

«Scene per il Dektor Faustus» Assaggio del nuovo Manzoni Ceccato ha diretto alla Scala un breve pezzo dell'opera attesa per P87 «Scene per il Dektor Faustus» Assaggio del nuovo Manzoni DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Tra un Preludio festivo di Strauss, molto pomposo e molto wagneriano, e una brillante esecuzione dei Quadri d'una esposizione di Mussorgski nella trascrizione di Ravel, il quinto concerto della stagione sinfonica alla Scala, diretto da Aldo Ceccato, proponeva una novità assoluta, e cioè le Scene sinfoniche per il Doktor Faustus di Giacomo Manzoni. Sono il preannuncio, si potrebbe dire la sinopia, di un' opera il cui compimento è previsto per il X987. Che a quest'opera Manzoni ci dovesse venire era inevitabile: nessun musicista è così calato come lui, insostituibile traduttore di Adorno e di Schónberg, nei meandri della cultura tedesca durante gli ultimi cinquant'anni. Solo apparentemente sarà un'opera insolita nel suo catalogo teatrale, generalmente legato a temi di forte impegno politico. Ma in realtà nel Doktor Faustus di Thomas Mann c'è tutto, compreso V impegno politico e sociale, c'è il senso universale della crisi contemporanea, puntualizzato nel nodo bruciante ed emblematico della crisi che 'la musica del nostro tempo attraversa. Questa anticipazione sinfo- nica non può in verità suggerire un'idea di quello ette V opera sarà. E' un bel pezzo per grande orchestra, trattata con rara maestrìa e, si direbbe, con una particolare attenzione a quelli che si chiamano in gergo gli attacchi del suono: cioè l'alternanza di pizzicato e legato degli archi, l'uso del glissando di strumenti a fiato e anche di percussione. Ma non sarebbe possibile, al primo incontro, scorgere tracce d'una narrazione e nemmeno individuare i sei episodi del romanzo clic in qualche modo vengono toccali: l'avventura nella casa di tolleranza di Lipsia, l'incontro con la fatale hetaera Hesmeralda, la tragicomica vicenda dell'affannosa ricerca d'un medico introvabile (uno muore, un altro viene arrestato), il colloquio col diavolo a Palestrina, la visita dell'agente Fitelberg a Adrian Leverkùhn ormai diventato famoso compositore, la scena finale in cui Adrian svela il suo patto con il diavoio e perde i sensi. Il discorso di queste Scene dal Doktor Faustus (come suona il titolo con civetteria culturale di riferimento schumanniano) è ininterrotto, non spezzato in episodi, inoltre il pezzo è piuttosto breve, finisce prima che uno se l'aspetti (il che è sempre un pregio) e non permette a un primo ascolto di orientarsi circa la sua relazione con episodi narrativi dedotti dal romanzo. Oltre a tutto, il pezzo è «con coro ad libitum.., e in quest' occasione il coro non c'era. La sua presenza, die avrebbe ulteriormente sottolineato l'allusione alle Scenen aus Goethes Faust di Schumann, probabilmente consentirebbe anclie di individuare la scansióne dei singoli episodi. Bisogna, insomma, prendere il lavoro per quel che è: un buon pezzo sinfonico da concerto, in quel linguaggio seriale classico di cui Manzoni è maestro, un pezzo che genera la curiosità e il desiderio dell' opera futura, sema fornirne ancora indicazioni. (Sebbene una bella e lunga melodia di oboe che emerge dal tessuto sinfonico invita fortemente a pensare che nell'opera prenderà forma vocale e sarà magari una quasi-aria di qualche personaggio principale. Ma smettiamola con le supposizioni, altrimenti va a finire die ci abbandoniamo a un nuovo gioco: dalla premessa delle Scene sinfoniche inventarsi la futura opera). Il direttore Aldo Ceccaio ha diretto il difficile pèzzo con singolare autorità e sicurezza, riscuotendo insieme con l'autore l'applauso del pubblico, che comprendeva pure gli abbonati di «Musica nel nostro tempo», la benemerita iniziativa della Provincia die in otto anni di vita è riuscita a creare in Milano, specialmente fra i giovani, una confortante schiera di specialisti nell'ascolto della musica contemporanea. Massimo Mila* Aldo Ceccaio

Luoghi citati: Milano, Palestrina