I molti nodi da risolvere di Piero Casucci

I molti nodi da risolvere Parlano i costruttori europei I molti nodi da risolvere PARIGI — Tensioni sociali, andamento del mercato, consolidamento da parte di alcune marche di un certo tipo di styling, in rapporto a un presunto conservatorismo dell'utenza: il Salone di Parigi registra gli umori, le prospettive e le speranze dell'industria automobilistica in generale e di quella europea in particolare a conferma del ruolo che queste rassegne rivestono a prescindere dalle novità L'aspetto più importante, rilevabile quest'anno, è la crisi in cui versa l'industria automobilistica francese e in particolare la Renault, la sua marca più rappresentativa il cui bilancio nel primo semestre di quest'anno si è chiuso con un passivo di 3,6 miliardi di franchi. Lo ha annunciato lo stesso presidente-direttore generale del gruppo Bernard Hanon. Previsioni leggenfiente migliori per il secondo semestre ma non complessivamente per Unterò anno. E'non meno possibile il ritorno ad una situazione di equilibrio, relativamente al settore automobilistico, verso la fine del 1985 e, per l'intero gruppo, alla fine del 1986. Come risolvere il problema dell'eccedenza di personale? Hanon non ha affatto smentito l'esistenza di questo problema che, d' altra parte, è comune al gruppo Peugeot. Entro breve tempo, ha annunciato al riguardo, proporrà un -piano sociale- avente per scopo di consentire a una parte del personale di essere avviato a nuove forme di occupazione. Esistono ancora problemi, ha detto a sua volta Jean Boillot, presidentedirettore generale della Peugeot, ma vi sono anche fondati motivi di soddisfazione. Marito soprattutto del successo della -205- Fortunatamente, aggiunge Boillot, la pace sociale è stata ristabilita a Poissy (recentemente in tale: stabilimento si erano registrati gravi disòrdini) ove peraltro — ha tenuto a sottolineare — sono già in corso di allestimento le linee di montaggio di una nuova vettura media che non sostituirà alcun modello della gamma attuale ma la completerà. Boillot ha peraltro smentito categoricamente la più volte ventilata scomparsa della Talbot, marca quest'ultima con cui «la Peugeot si identifica». Sul piano internazionale più preoccupanti le dichiarazioni di Bob Lutz, presidente del Consiglio d'amministrazione della Ford of Europe il quale denuncia un eccesso di produzione in Europa di oltre 2 milioni di unità l'anno e ciò a causa, soprattutto, della penetrazione giapponese che ha raggiunto il 10 per cento nel Vecchio Continente. Si deve alla massiccia presenza quasi ovunque di quest'ultima industria se le marche europee peraltro vedono compromessi alcuni dei loro sbocchi tradizionali. , Forse l'errore che ha portato a questa situazione abnorme, insinua Carleric Haggstróm, direttore del marketing della Volvo Car Corporation, è di aver giocato troppo con i grandi numeri. L'importante, sostiene, è di mirare alla supremazia nel proprio settore di specializzazione (come fa la Volvo, per inciso) e di avere il coraggio di licenziare quando se ne verifichi la necessità (-In Svezia non si è mai creduto alla piena occupazione»;. Ma ponendoci dalla parte dell'utente che insegnamenti trarre dal fatto che la Volkswagen prima (con la -Golf- seconda edizione) e la Renault adesso (con la •Super 5-) hanno creduto opportuno mantenersi più o meno fedeli ai vecchi schemi stilistici rinnovando in modo molto limitato? «Se dipendesse dai designerà — afferma Wayne Cherry, direttore del Design della Opel — cambleremmo tutto ma bisogna tener conto delle teorie del 'marketing. E' una politica perciò che ha una sua ragion d'essere ed il pubblico che ne decreta o no il successo». Piero Casucci

Persone citate: Bob Lutz, Wayne Cherry

Luoghi citati: Europa, Parigi, Poissy, Svezia, Vecchio Continente