Mafia, Scalfaro firma l'accordo ma parla di «nuovo terrorismo» di Ennio Caretto

Mafia, Scalfaro firma raccordo ma parla di «nuovo terrorismo» Il ministro conferma: «Buscetta sarà "prestato" agli Stati Uniti» Mafia, Scalfaro firma raccordo ma parla di «nuovo terrorismo» DAL NOSTRO INVIATO WASHINGTON — Nello stesso giorno in cui Italia e Stati Uniti hanno concordato nuove, importanti misure an• tidroga e antimafia — c'è anche un telefono rosso RomaWashington e una mega inchiesta sul riciclaggio del danaro sporco — 11 ministro dell'Interno Oscar Luigi Scalfaro ha confermato al nostro giornale che il pericolo di una recrudescenza del terrorismo nel nostro Paese è grave. Facendo eco alle dichiarazioni di Craxi, Scalfaro ha detto che le forze dell'ordine •hanno scoperto i sintomi» di incipienti attività terroristiche «di tipo nuovo», finalizzate a obiettivi molto più precisi che in passato. «Nel momento di uno dei più grandi successi dello Stato contro la droga e la mafia — ha ammonito il ministro — non dobbiamo abbassare la guardia contro la violenza politica'. Scalfaro ha affermato che dietro le minacce e i movimenti del «nuovo terrorismo» si intravede un disegno più lucido che in passato. Vengono prese a bersaglio misure controverse — missili a Comiso, il decreto sulla scala mobile — nel tentativo di sovvertire il processo democratico. «La lotta contro le attività terroristiche, esplose in anni non lontani come la peste — ha detto il ministro —, ha assorbito lo Stato al punto da impedirgli -di affrontare con tutte le sue forze gli altri problemi. Adesso, l'attenzione alla droga e alla mafia non deve farci sguarnire le difese dal terrorismo». Le dichiarazioni di Oscar Luigi Scalfaro sono state un richiamo a una realtà italiana messa in secondo piano dall'euforia delle autorità Usa per il caso Buscetta. Le confessioni del «boss» palermitano, assommate alla precedente cattura del suo socio Badalamenti, lo scorso aprile in Spagna, hanno persuaso gli americani che la droga e la mafia possono essere messe k.o. Il ministro della Giustizia French Smith ha annunciato che chiederà l'estradizione di Buscetta negli Stati Uniti. •Siamo molto interessati a quanto potrà dirci — ha asserito — specialmente in concomitanza con l'estradizione di Badalamenti da Madrid». Sebbene il ministro non l'abbia detto, non è escluso un confronto tra questi due protagonisti dell'«onorata società» di fronte alla magistratura statunitense. Rifacendosi agli eventi di aprile, ossia alla scoperta della «pizza connection», cosiddetta perché lo smercio della droga avveniva nelle pizzerie, l'ha definita «il più grosso colpo'della storia contro il traffico dell'eroina». L'ottimismo Usa, oltre che sulle prospettive aperte da Buscetta, « da un suo -vertice» in carcere con Badalamenti, poggia sul successo del lavori degli ultimi due giorni della commissione congiunta italo-americana antidroga e antimafia presieduta da Scalfaro e Smith. Ieri, al termine di questi.lavorl, i due ministri hanno firmato una lettera di intenti rendendone poi pubblico il contenuto in una conferenza stampa. Gli accordi rivestono straordinaria importanza nel campo operativo, e non hanno precedenti nelle relazioni di nessun Paese. Creano infatti una- sèrie'di sdttòcommissloni. sempre, congiunte, per lo Scambró'àrì'nformazionl e di dati investigativi, per operazioni concertate delle forze dell'ordine delle due nazioni, per il coordinamento degli interventi penali, e per l'inchiesta — con una mega inchiesta iniziale — sul riciclàggio del danaro sporco. Come accennato i nuovi accordi prevedono altresì l'installazione di un telefono rosso tra le due capitali. Probabilmente si tratterà di più telescriventi che collegheranno le varie sottocommissioni. Sul fronte delle indagini ci sono novità. Il procuratore di New York, Rudolph Giuliani, che è in prima fila nella lotta contro la droga e la mafia, ha dichiarato che grazie a Badalamenti e Buscetta si è accertata l'esistenza negli Stati Uniti di una cosca siciliana indipendente da «Cosa Nostra» italo-americana tradizionale. Questa cosca sembra che fosse capeggiata da Salvatore Catalano, il boss della fazione separatista della famiglia Bonanno. Per quanto riguarda i fermati dei giorni scorsi, quasi tutti sono stati rilasciati in libertà provvisoria su cauzione. Quelli già incriminati per 1'«affare Badalamenti»,-tra cui Salvatore Catalano, non. hanno anzi dovuto fare nuovi pagamenti: " Si tratta di somme oscillanti tra 700 mila dollari e 3 milioni e mezzo di dollari, ossia tra circa 1 miliardo 300 milioni di lire e 6 miliardi e mezzo di lire. Ciò non significa che Salvatore Catalano, in quanto a piede libero, non verrà estradato in Italia: la relativa richiesta delle nostre autorità verrà esaminata dal tribunale, e verrà certamente accolta. Ennio Caretto